Wim Kieft ha vinto e ha fatto vincere. Campionati, coppe e trofei. Tra i tanti vinti nella sua carriera quello della Scarpa d’oro di capocannoniere di tutti i campionati d’Europa, che conquistò prima del suo approdo sotto la torre pendente. Oggi, con un gesto simbolico, ma ricco di significato, si chiude un cerchio.
Quando arrivò a Pisa Kieft era un giovane calciatore di belle speranze che si scontrò con la realtà di un campionato difficilissimo, il più competitivo del mondo, la Serie A. Non parlava italiano, pochi parlavano inglese. Ma è sempre stato trattato bene dalla piazza che mai gli ha fatto pesare la difficoltà di andare in gol durante il suo primo anno. Dice Kieft: “Per segnare il primo gol attesi gennaio. A Pisa mi avete sempre accolto bene, sono stato bene. Dopo sono andato via, sono andato a Torino, poi le tante vittorie, dopo il calcio la droga. Oggi sono di nuovo qui e dono questa scarpa perché so che qui mi avete sempre voluto bene. Spero che il futuro museo del Pisa veda presto la luce.” Parole importanti di un grande campione che sa cosa vuol dire fare vincere, fare sacrifici e soffrire, ma anche rialzarsi. Quando è il campione ad essere riconoscente con la propria gente, bisogna solo alzarsi in piedi e levarsi il cappello. Quella organizzata oggi dalla Associazione Cento è una di quelle iniziative, uno di quei momenti che possono restare impressi nella memoria della gente, tra l’altro in un luogo suggestivo come il Royal Victoria Hotel di Nicola Piegaja, l’albergo più antico d’Italia che poco aveva avuto a che fare con il calcio fino a questo momento. Tra i tanti ospiti illustri che hanno fatto la storia della cultura e del mondo, oggi è stata scritta un’altra pagina importante per la città.