Dopo il pareggio di Alessandria il Pisa manca la vittoria da 7 partite, ovvero dal 2-0 di Pontedera datato 16 dicembre 2018. Poi, solo pareggi e sconfitte per la squadra di D’Angelo. Sarebbe sciocco imputare questa striscia negativa ai soli errori arbitrali o alla sfortuna, così come sarebbe sciocco imputarla solo all’inadeguatezza della squadra. Il nono posto in classifica a pari merito con la Pro Patria però, per come si è sviluppato il campionato, è figlio di numerose problematiche, molte delle quali anche demerito della squadra neroazzurra, ma non rispecchia il valore della squadra.
CLASSIFICA – Se si guarda alla classifica, ai risultati e alle gare che il Pisa ha giocato, non si può negare l’evidenza dei fatti: il Pisa sta meritando questa posizione in campionato. I neroazzurri non sono stati capaci di vincere un singolo scontro diretto contro neanche una delle prime sette squadre della graduatoria, a volte subendo eccessivamente come nei casi di Carrarese e Piacenza, a volte con un pareggio e una sconfitta (come contro l’Arezzo), a volte addirittura giocando in maniera svogliata. Se non si fanno risultati, è difficile pensare anche solo di competere ad alti livelli.
QUATTRO ERRORI DI FILA DECISIVI – Nelle ultime quattro partite si è verificato almeno un errore di un singolo decisivo per il risultato della partita. In Alessandria-Pisa è pesante l’errore di Masi in area di rigore, con un evidente fallo da rigore impossibile da non dare nel finale di partita. Andando a ritroso non possiamo non citare l’errore di Gori contro il Piacenza, che invece di rinviare fuori consegna il pallone all’avversario con un rinvio sbagliato col piede debole per la rete del 2-2 finale. Con l’Arezzo invece è Benedetti a commettere fallo da rigore con un tocco di mano mentre è tutto solo in area a metà del secondo tempo con un’ingenuità. Infine, durante Pisa-Siena, al 3’ del secondo tempo è Meroni con un retropassaggio sbagliato a consegnare il pallone del momentaneo 1-2 agli ospiti. A cosa imputare questi errori? Di sicuro la squadra non è serena, non ottenere risultati e manifestare sempre grande nervosismo in campo alla lunga crea anche queste situazioni.
TURNOVER E FORMAZIONI – Un altro grosso problema di questo Pisa è anche il numero di formazioni diverse schierato dall’allenatore, che fatica a trovare un undici di riferimento. Alla lunga non avere una formazione di base non è una scelta che sta pagando nel lungo periodo, contribuendo a conti fatti sulla mancanza di continuità di alcuni singoli, che potrebbero esprimersi al meglio giocando in maniera più regolare. È vero, ci sono stati spesso numerose gare nell’arco di pochissimi giorni, ma è anche vero che altre formazioni di vertice, come ad esempio la Carrarese o il Piacenza, non praticano questo insistito turnover, eppure si trovano molto in alto in classifica.
LA DIFESA E I RIADATTAMENTI – Una difesa è il grosso limite di questa squadra e i dati ci dicono che i neroazzurri, con 24 gol subiti in 23 partite disputate, subiscono in media più di un gol a partita. Da due stagioni e quattro allenatori il Pisa ha anche un altro problema che si ripete nel tempo: i giocatori vengono riadattati in un ruolo non loro. Solo quest’anno poi questa condizione è diventata ancora più manifesta, con De Vitis riadattato difensore centrale, così come Liotti, esterno di difesa. Senza contare Meroni e Buschiazzo adattati a terzino destro, Lisi a terzino sinistro e addirittura Masi, contro l’Alessandria, a centrocampista centrale. In mezzo a tutta questa confusione, le parole di Taddei nel finale di Alessandria-Pisa sono tutt’altro che rassicuranti: “De Vitis dà grande sicurezza a tutta la squadra in fase difensiva, in questo momento gioca in difesa perché da più garanzie rispetto agli altri. C’è fiducia in Brignani, però deve crescere e limare alcuni difetti, periodi come questi gli possono servire per la sua crescita.” Sentir dire a un allenatore che un giocatore riadattato a difensore centrale da un altro ruolo dia più garanzie di altri che in quel ruolo ci sono nati suona come una grave bocciatura.
L’ALLENATORE – Oltre alla difesa e i riadattamenti, il turnover e le formazioni, l’allenatore ci sta anche mettendo del suo cambiando lo schema di gioco. Quello che all’inizio era un 3-5-2 a tutti i costi è cambiato prima in un 3-5-1-1 poi in un 4-3-1-2 a gennaio, per poi tornare in un 3-5-2. D’Angelo però non riesce assolutamente a trovare la quadra e a volte vengono sbagliati gli interpreti. Quando potrebbe schierare una difesa a 3 compatta sceglie l’opzione di una difesa a quattro con tre giocatori riadattati, quando potrebbe avere tutti i difensori per una difesa a tre si sceglie di riadattare altri giocatori al ruolo di centrale difensivo, inoltre in attacco è diventata costante la rotazione degli uomini. Inoltre in conferenza stampa molto spesso l’allenatore battezza come buone prestazioni gare che in realtà non sono state all’altezza della situazione, come avvenuto in occasione di Pisa-Arezzo, ad esempio. Inizia ad essere decisivo anche lo scontro contro il Pontedera di Coppa Italia di Serie C, perché solo attraverso la Coppa Italia, vincendola, i neroazzurri potranno ormai pensare di ottenere un posto di vantaggio nei playoff. Ormai raggiungere i primi tre posti in campionato è un’assoluta chimera, a meno di fare una striscia di vittorie simile a quella ottenuta da Dino Pagliari alcuni anni fa. A queste condizioni, se il mister non riuscirà nel breve periodo a raggiungere i risultati sperati, quanto ha ancora senso proseguire con lui in panchina?
GLI ARBITRI E LA SFORTUNA – Ancora una volta contro l’Alessandria c’è stato un arbitraggio inadeguato. il rigore non concesso a Moscardelli, con tanto di impietoso fotogramma che ha fatto il giro del web, grida vendetta. Il signor Di Cairano di Ariano Irpino ha anche compiuto altri errori, come il giallo dato a Lisi per il fallo di Masi in area, o l’espulsione davvero esagerata data a Di Quinzio per una composta protesta. Non è però stato un arbitraggio a senso unico, poiché nel primo tempo risulta evidente anche il fallo, non ravvisato dall’arbitro, da parte di De Vitis su De Luca. È anche vero che il Pisa è la squadra ad aver avuto più rigori contro in Serie C, ben 9 in 23 partite e nelle ultime gare gli errori delle giacchette nere sono stati tanti. Non dimentichiamo il rigore inesistente di Gori, colpevole di aver fatto un “fallo di mano” in area di rigore, per dirla con una battuta, contro il Piacenza. Senza contare la sfortuna con una decina di pali colpiti in 5 partite. Al Pisa insomma gira anche male e il presidente Corrado fa bene a presentare un dossier in lega per evidenziare tutte le situazioni anomale verificatesi nell’ultimo periodo. Perché diciamoci la verità, i neroazzurri avrebbero anche una migliore posizione in classifica senza tutti questi errori arbitrali.
CALCIOMERCATO – Eppure dal calciomercato, ed è innegabile, Gemmi ha rinforzato tanto la squadra. Il Pisa ha acquistato Benedetti che ha aggiunto un difensore in più di grande esperienza, Verna che ha dato altra qualità al centrocampo, Minesso e Pesenti che stanno facendo fare il salto di qualità all’attacco, oltre alla scommessa Gamarra. Come abbiamo avuto modo di analizzare qualche giorno fa, nonostante permangano lacune in difesa e sugli esterni, Gemmi ha senza dubbio migliorato la rosa, ma i risultati al momento continuano a non arrivare.
PESENTI E MOSCARDELLI – Proprio Pesenti, una delle poche note positive di questa ripresa di campionato, è riuscito a già a fare gli stessi gol di Moscardelli con un quarto delle partite disputate. Il nuovo acquisto del Pisa ha infatti segnato 3 gol in 4 presenze, contro le 3 reti in 17 presenze del capitano, che non segna ormai dall’1-1 contro l’Albissola del 2 dicembre scorso.
ATTEGGIAMENTO – La squadra, dicevamo, è nervosa. Lo si nota dalle tante proteste in campo e anche dalle lamentele in conferenza stampa dei suoi protagonisti. Continuare a parlare solo di sfortuna, di torti arbitrali e di quanto il Pisa meriti di vincere, con 7 partite senza una vittoria però risulta stucchevole e assomiglia molto a un alibi. Va benissimo lamentarsi dei torti arbitrali quando sono così tanti, ma è anche il caso di iniziare a guardare agli errori fatti, perché altrimenti si entra in un circolo vizioso senza uscita. Le speranze di poter ancora competere per la promozione sono sempre meno. Ora serve una drastica sterzata o la stagione sarà irrimediabilmente compromessa.