Da mercoledì pomeriggio, negli stanzoni della Lega di Serie B e della Federcalcio, non si fa che parlare del caso Petroni, una nuova bomba pronta a scoppiare, che potrebbe mettere in imbarazzo l’intera categoria. Dopo che 3 anni fa Petroni fu al centro delle cronache nazionali per i problemi societari del Pisa, il calcio pare non avere imparato la lezione e oggi, dopo le indagini della Procura Federale, c’è un concreto rischio di esclusione per Trapani e Juve Stabia dalla Serie B.
L’ANTEFATTO – Su queste pagine abbiamo seguito con preoccupazione nel corso dell’ultimo anno e mezzo la vicenda Petroni prima alla Juve Stabia, poi al Trapani. Lo abbiamo fatto il 13 luglio 2018, quando Petroni comparve a Castellamare di Stabia, tornammo sull’argomento il 20 aprile 2019, quando la Juve Stabia vinse il campionato e Petroni, con nessuna apparente carica, parlava “da presidente”. Ci siamo indignati con l’ex Pisa Edgar Cani prima e poi alle parole di Petroni che asseriva di aver salvato il Pisa, per poi domandarci se fosse lecito il coinvolgimento della famiglia nel Trapani in due occasioni (1 e 2). Come noi numerosi altri media locali e nazionali, specialmente Il Fatto Quotidiano, hanno scritto sull’argomento, ma nonostante le smentite di Trapani e Juve Stabia, la Procura federale ha pensato bene di indagare, dando seguito, a partire da questa estate, alla denuncia dell’ex vicepresidente della Juve Stabia Palma, che aveva presentato un dossier alla FIGC sostenendo che Petroni fosse il vero presidente oscuro della squadra. Da lì è partita una maxi inchiesta, le cui indagini sono terminate proprio ieri.
L’INCHIESTA – Dalle indagini, volte ad accertare le gestione economica delle due società di calcio, è stata individuata da parte dell’ex presidente del Pisa una partecipazione nel capitale societario delle due società “per il tramite di società da lui controllate e mediante interposizione di Edoardo Comito”. Nelle carte della Procura, Petroni ha “rivestito contemporaneamente il ruolo di socio di Trapani e Juve Stabia dal 21 giugno al 9 luglio 2019“. Per regolamento è vietato controllare, direttamente o meno, “più società da parte del medesimo soggetto“, specialmente nella stessa categoria. Accertare una situazione di questo tipo comporta “illecito e deferimento da parte della Procura Federale, con l’applicazione delle sanzioni previste dal codice di giustizia sportiva.” Le sanzioni sono pesantissime e la procura ha già reso noto che procederà con il deferimento, ma il regolamento parla chiaro: “le società oggetto di controllo non sono ammesse al Campionato di competenza“. Petroni e i vari dirigenti ed ex dirigenti delle due società avranno tempo tra i 15 e i 30 giorni per presentare una adeguata difesa, ma se le prove non saranno sufficienti a scagionarli, il rischio è l’esclusione dalla Serie B di entrambe le formazioni. Il calcio italiano, è evidente, non ha imparato la lezione.
LA REAZIONE DELLA JUVE STABIA – Nel pomeriggio è arrivata anche la nota della Juve Stabia: “La S. S. Juve Stabia Srl, anche nelle persone dei suoi due unici soci Signori Langella Andrea e Manniello Francesco, in riferimento all’atto notificato dalla Procura Federale ed alle relative notizie di stampa diffuse in queste ore, espone quanto segue. Nelle scorse settimane la Procura Federale ha condotto indagini ascoltando numerosi tesserati. In quella sede, i tesserati convocati hanno già fornito agli organi inquirenti le informazioni richieste e consegnato la relativa documentazione. La società precisa comunque che trattasi di una comunicazione di conclusione indagini e non di un deferimento. Deve anche essere evidenziato che da un rapido esame emergono esclusivamente violazioni di natura formale, quali il ritardo nell’invio di taluni documenti. La società ritiene di aver operato con la massima correttezza e nell’assoluto rispetto sia delle normative civilistiche che sportive, come già documentato ai competenti organismi federali ed all’organo di controllo della Federazione, tanto è vero che è stata regolarmente iscritta senza alcuna contestazione al campionato di serie B della corrente stagione sportiva. La società comunque ha già dato incarico a professionisti di fiducia per tutelarsi in tutte le sedi competenti, i quali professionisti hanno richiesto tutti gli atti dell’indagine”
LA REAZIONE DEL TRAPANI – questa invece, la reazione del Trapani “In riscontro all’articolo di giornale pubblicato dal Giornale di Sicilia del 28/11/2019 a firma della Dott.ssa Laura Spanò intitolato “Indagato Petroni, ora il Trapani trema”, si rappresenta che il Trapani Calcio non ha nulla da temere in ordine alle contestazioni della Procura Federale e ad una propria ipotetica responsabilità oggettiva: contestazioni che saranno puntualmente smentite dalla documentazione che verrà fornita agli organi inquirenti e già in parte acquisita dalla FIGC. Il Trapani Calcio, come avvenuto fino ad oggi, continuerà a collaborare con gli organi federali nella più totale trasparenza e fiducia al fine di sgombrare definitamente il campo da infondate quanto strumentali contestazioni che nascono, tra l’altro, da un esposto il cui “autore” è stato denunciato il 19/6/2019. Per quanto concerne la contestazione relativa al presunto mancato deposito della documentazione attestante i requisisti di onorabilità e di solidità finanziaria, si precisa al riguardo che il socio unico Alivision ha fornito tutta la documentazione richiesta, sin dal 2 luglio c.a., dalla FIGC, comprovando la sussistenza dei requisiti di onorabilità e fornendo, altresì, le referenze bancarie conformi alla normativa di settore, come riscontrato dalla stessa FIGC che ne ha verificato la genuinità interpellando l’istituto bancario interessato.
In ordine alla vicenda legata alla Juve Stabia, esperienza conclusasi nel maggio 2019 per divergenze legate a modalità gestionali non condivise, si smentisce categoricamente la sussistenza di presunte doppie proprietà e doppie qualità di socio, come verrà puntualmente documentato nelle sedi opportune dal Trapani Calcio e dallo stesso Dr. Petroni, che non risulta indagato trattandosi di mera comunicazione di chiusura indagini.
Il Dr. Petroni, come già evidenziato in precedenza, non ha mai svolto alcun ruolo gestionale all’interno della S.S. Juve Stabia srl e gli unici ad avere il controllo dal 15/5/2019 di tale società erano e sono esclusivamente i Sigg.ri Francesco Manniello e Andrea Langella, precisando, inoltre, che la stessa Alivision, prima del 21/6/2019, non ha mai avuto alcun collegamento con il mondo calcistico. Tali circostanze sono state confermate dalla stessa Juve Stabia srl con comunicato stampa del 7/8/2019, nonché dai pubblici registri.
Con riferimento al Trapani Calcio, sotto la vigenza della nuova governance, non si ravvisa, quindi, alcuna violazione del codice sportivo, né tanto meno alcun pericolo di “sospensione dei contributi federali”, affermazione quest’ultima non solo destituita di qualsiasi riscontro normativo ma assolutamente fuori luogo considerata l’ineccepibile gestione amministrativa della Società Trapani Calcio attestata da tutti gli organismi di controllo intervenuti.”