Ripercorriamo la doppia sfida tra Pisa e Triestina, valevole per la finale playoff di Serie C 2018/19 che ha consegnato ai nerazzurri la promozione in Serie B. Un giorno da tenere stretto nella memoria di ogni pisano.
PLAYOFF – Il destino del Pisa si chiama Triestina, proprio lì dove era iniziata la stagione in Coppa Italia. Evitati nei sorteggi del turno precedente piazze come Piacenza, Trapani e Catania, dagli altri gironi, i nerazzurri affrontano una squadra giunta seconda classificata, dopo il Pordenone, molto forte per la categoria in questa complicata e gigantesca formula per decidere le ultime promosse in Serie B. Le vittorie però non sono mai semplici e viene aggiunto un ulteriore coefficiente di difficoltà con la gara d’andata a 3 giorni dalla semifinale e quella di ritorno ad ulteriori 3 giorni di distanza. Non sarà una gara per deboli di cuore, sotto tutti i punti di vista.
L’ANDATA – Nella gara d’andata, terminata 2-2, il Pisa è molto sfortunato. andando sotto due volte sugli sviluppi di un contropiede avversario finalizzato da Costantino e dopo una deviazione su tiro di Formiconi. La rete del momentaneo pareggio è di Moscardelli, poi nel finale del secondo tempo è Marconi a trovare il pari una seconda volta. Nella ripresa gli ospiti hanno cercato solo di addormentare il gioco perdendo tempo, meritando di essere recuperati. Lisi, entrato in ritardo, con l’ammonizione decretata dall’arbitro, salterà la gara di ritorno. Nonostante tutto, D’Angelo capisce che la può vincere.
TRIESTE – Senza Lisi a Trieste non sarà comunque un problema. D’Angelo prepara la mossa tattica scommettendo sul 3-5-2 dopo tanti mesi dall’ultima volta, per sorprendere gli avversari, che pensavano a un approccio col 4-3-1-2 da parte del tecnico nerazzurro. Il Pisa aggredisce fin dai primi minuti gli alabardati e la squadra morde qualche caviglia. È la squadra nerazzurra a passare in vantaggio con Masucci, l’uomo ombra sempre presente della stagione, poi c’è il calcio di rigore nella ripresa per gli avversari, trasformato da Granoche. Qui arriva il momento più difficile della partita, con gli infortuni di Birindelli e Liotti. Uscito anche Meroni il Pisa ha finito i terzini e Minesso e Marin si devono riadattare esterni in un 3-5-2, ma lo fanno con grande spirito di sacrificio. Marconi è un trattore, se ne va via a due avversari e viene atterrato solo davanti al portiere. È rosso, il Pisa ha un uomo in più, la Triestina porta la gara ai supplementari, ma al pronti-via è proprio Marconi a correggere in rete un colpo di testa di Buschiazzo. Il Pisa contiene e gestisce, la Triestina si lancia in un attacco disperato, ma su un contropiede Gucher trova il gol del KO e gli oltre 5000 pisani presenti sugli spalti possono festeggiare. Il purgatorio è finito e i nerazzurri tornano in B. Una trasferta da ricordare per tutti: tifosi assiepati a Trieste, ma anche chi è rimasto al maxischermo di Pisa. La festa può cominciare, sui lungarni e sulle strade che riportano da Trieste a Pisa. Ma questa è la vittoria senza dubbio di un grande gruppo, di un noi che viene prima dell’io, di giocatori che hanno saputo veramente far quadrato, annullare ogni gerarchia e mettere da parte anche personalismi in favore della forma e della voglia di essere parte di qualcosa di più grande. La rosa lunga è quella che ha permesso a questo Pisa di emergere da questi playoff, in cui nessuno è stato fuori forma e tutti si sono alternati alla grande. Dice bene il presidente Corrado: “lo ricorderemo con anni”, facendo menzione dei record e delle mirabolanti imprese di Moscardelli e compagni.