Non è solo un sogno sportivo: salire in Serie A significherebbe rilanciare il club anche sul piano economico e progettuale. Una corsa che vale una stagione, una città intera e, soprattutto, una cifra vicina ai 30 milioni di euro, un’opportunità economica senza precedenti per il Pisa Sporting Club.
Come dimostrato da recenti analisi pubblicate da Calcio e Finanza, il ritorno nella massima serie italiana garantisce alle società neopromosse un tesoretto importante legato ai diritti televisivi, con una base di circa 30 milioni di euro. Una cifra che dipende da vari fattori – tra cui i risultati sportivi e il cosiddetto “radicamento sociale”, cioè il seguito della squadra tra pubblico e tifosi – ma che rappresenta comunque una svolta finanziaria per chi arriva dalla Serie B. E’ bene che lo tengano a mente tutti coloro che in questi anni, per riempirsi la bocca, hanno detto che “non ci vogliono andare”. Una frase che ha fatto fin troppi danni, propagatasi come un cancro, al fine di creare malcontento e zizzania, figlia di grande ignoranza.
Nella stagione 2023/24 infatti, la sola quota fissa distribuita tra i club di Serie A ammontava a 26,8 milioni per ciascuna squadra, mentre il club meno pagato in assoluto, il Frosinone, ha comunque superato i 31 milioni. Cifre che spiegano bene perché la promozione significhi molto più che un titolo sul campo. Per il Pisa, che da anni investe su un progetto sportivo ambizioso, prima con Ricci e Corrado, adesso anche con l’avvento di Knaster, l’ingresso in Serie A potrebbe costituire la base solida per costruire una presenza stabile tra le élite del calcio italiano.
I benefici, però, vanno ben oltre la semplice voce “diritti tv”. Una promozione comporta anche un impatto positivo su altri fronti: maggiore visibilità per sponsor e partner commerciali, incremento del valore del brand, potenziale plusvalenza sul parco giocatori e la possibilità di investire in strutture e settore giovanile. Insomma, salire in Serie A non è solo una questione di prestigio, ma un vero moltiplicatore di opportunità, anche per un club con la storia e il radicamento del Pisa. I 30 milioni sono la base insomma, ma si può andare molto oltre.
A questo sarebbe stata aggiunta un’ulteriore clausola che si pensava il Pisa si portasse dietro fin dall’acquisizione del dicembre 2016, quando la società fu rilevata da Corrado che la acquistò da Petroni. In caso di promozione in Serie A infatti secondo gli accordi del 2016 il Pisa avrebbe, «2 milioni di euro, rivalutati secondo l’indice Istat, da pagarsi, al Venditore, e/o suoi aventi causa, nel caso in cui la Società acquisisca la promozione al campionato professionistico di Serie A entro il campionato 2046/2047». C’è però una novità. Quell’accordo, secondo quanto abbiamo appreso, è stato chiuso ben prima dell’acquisto del Pisa da parte di Knaster e oggi non è più valido.