Alla fine probabilmente si esauriranno i 1000 posti a disposizione per Pisa-Cremonese da qui a domenica, o forse no, ma nel primo giorno la dei biglietti non è decollata. Complici senza dubbio i disagi di Vivaticket della prima ora, quando alle 12 il sistema è andato in tilt, ma soprattutto il disinteresse totale dei gruppi di tifosi, con una stragrande maggioranza del tifo che ha deciso di non acquistare i biglietti e rimanere fuori dall’Arena. Dopo quasi 24 ore sono stati venduti solamente 560 biglietti e praticamente la metà sono rimasti invenduti. Ma in realtà questo è un bel segnale. Vediamo perché.
I NUMERI – A un giorno di distanza dalla messa in vendita sono ancora disponibili 168 posti in tribuna e 276 in gradinata, per un totale di 444 posti su 1000 disponibili (Qui il link per seguire la prevendita). Poco meno del 50% dei posti infatti sono ancora da vendere. La proverbiale “caccia al biglietto” non c’è stata. In condizioni normali questo sarebbe un cattivo segnale, quasi disastroso, ma in realtà per le condizioni attuali la si può leggere diversamente e in chiave molto positiva.
QUESTO NON E’ CALCIO – Il sentimento più comune è il fastidio e il disagio. Una riapertura da 1000 spettatori non aiuta nessuno. Si aiuta relativamente la società perché si arriva a fatica a 20000 mila euro di guadagni per partita, un’inezia, ma che comunque può incidere nel bilancio della società in questi tempi difficili. Non si aiuta il tifo, perché in queste condizioni, con l’aumento dei contagi, le linee guida sono quelle di uno spettacolo di teatro in cui è vietato portare striscioni o bandiere, è vietato stare in piedi e manca poco sia vietato perfino esultare. L’esperimento è già stato usato in altri paesi. Ad esempio in Giappone, in cui i tifosi neanche urlano, ma si limitano ad applaudire più o meno intensamente. Un’idea di tifo calcistico surreale. Non aiuta neanche a contenere i contagi anche se, con 1000 spettatori distanziati di diversi metri l’uno dall’altro, con mascherine all’aria aperta renderebbero tranquillamente uno stadio un posto più sicuro di un posto chiuso come un teatro o un cinema, date le direttive pubblicate ieri.
O TUTTI O NESSUNO – Evitare di creare “uno stadio per raccomandati”, fatto da inviti elitari i tifosi hanno reagito a loro modo, ovvero semplicemente non acquistando i tagliandi. Il gruppo “Gradinata 1909” ad esempio, in mattinata aveva pubblicato un comunicato nel quale dichiarava di voler rimanere fuori (pubblicato di seguito). Stesse indicazioni circolano nell’ambiente vicino al tifo organizzato del settore di Curva Nord (che probabilmente emetterà un comunicato nelle prossime ore), con indiscrezioni che molti altri gruppi più piccoli di altre realtà della tifoseria nerazzurra che hanno seguito la stessa linea di pensiero. Chi ha voluto acquistare i biglietti rappresenta al momento una minoranza non organizzata. Un segnale importante di non adesione alla ‘nuova realtà’ di convivenza con il Covid-19. “O tutti dentro o nessuno”, insomma, una linea di pensiero già battuta in precedenti occasioni del tifo nerazzurro.
UN BEL SEGNALE – Un bel segnale insomma, per far capire che il calcio è un’altra cosa, perché questo non sia l’ennesimo pretesto per mettere il bavaglio ai tifosi in futuro, perché il calcio non è un salotto, perché i tifosi a Pisa sanno essere anche responsabili e intelligenti e sanno aspettare che la situazione del virus possa migliorare in futuro. Con questo non si vuole condannare chi ha acquistato invece i biglietti, perché la voglia di tornare allo stadio comunque è grande e se c’è questa possibilità è giusto che chi vuole faccia quello che si sente di fare, ma chi doveva dare un segnale lo ha dato e questa è la cosa più importante. Come ha scritto il gruppo di Gradinata 1909: “Ci rivedremo presto, in tempi migliori e tutti insieme”.