In queste settimane, molti ex personaggi della vicenda societaria neroazzurra si sono resi protagonisti, per lo più al negativo. A parte Dana, dato per vicino alla Reggiana, che comunque ha dimostrato di aver realmente aiutato delle società ad evitare il fallimento (Mantova, Gibilterra e Los Barrios), nonostante il passaggio a vuoto nell’acquisto del Pisa, viene da chiedersi come sia possibile che le istituzioni del calcio continuino a permettere a personaggi come Lucchesi o Petroni di avere ancora ruoli di qualsiasi tipo o anche solo di entrare in uno stadio di calcio. Nessuno merita di fallire in questo modo, abbandonato dalle istituzioni o con gli avvoltoi a dividersi i resti dei colori della propria squadra del cuore.
CHI SI RIVEDE… – Tanti ex personaggi in chiaroscuro del passato recente del Pisa sono ricomparsi nel mondo del calcio. Lucchesi (e i suoi soci) sono ormai protagonisti di quello che molto probabilmente sarà il terzo fallimento in un decennio della Lucchese. A Castellamare di Stabia invece ricompare Petroni, evidentemente terminati gli arresti domiciliari. Come rivela La Repubblica, Felice Ceccone è il nuovo presidente della Juve Stabia. Ceccone è inoltre il rappresentante italiano della Financial Private Capital LMT che, come scrive Cascina Notizie, è riconducibile alla famiglia Petroni, in quanto la sede è la stessa delle loro società inglesi.
A condire il tutto la presenza proprio di Fabio Petroni alla conferenza stampa di presentazione. Senza contare che Pablo Dana, dopo una prima smentita proprio sulle nostre pagine di Sesta Porta, è realmente interessato ad acquistare la Reggiana. In questi giorni infatti, col suo socio Strafinger, sta valutando l’acquisto del club, anch’esso come la Lucchese escluso dalla Covisoc, salvo ricorsi. Difficile però che Dana riesca ormai a salvare il club, come ha fatto con altre società come Mantova, Gibilterra e Los Barrios.
VERGOGNA – A parte Dana, che comunque ha dimostrato di aver realmente aiutato delle società ad evitare il fallimento, nonostante il passaggio a vuoto nell’acquisto del Pisa, viene da chiedersi però come sia possibile che la Federcalcio, o comunque tutti gli organi istituzionali del calcio italiano, continuino a permettere a personaggi come Lucchesi o Petroni di avere ancora ruoli di qualsiasi tipo o anche solo di entrare in uno stadio di calcio. In quello che potrebbe profilarsi come uno degli anni più oscuri a livelli di fallimenti per il nostro calcio, ne va della credibilità di tutto il movimento. Memori del proiettile che abbiamo evitato a Pisa, il pensiero non può che essere di vicinanza a ciò che stanno vivendo i tifosi di queste squadre. Perché nessuno merita di fallire in questo modo, abbandonato dalle istituzioni o con gli avvoltoi a dividersi i resti dei colori della propria squadra del cuore.