I sentori di una partita difficile c’erano tutti. Alla vigilia lo stesso Inzaghi aveva parlato di “troppo entusiasmo”, non per mettere davvero in guardia i tifosi o la squadra, ma perché le avvisaglie riguardo alle difficoltà della partita erano reali. Tra gestione emotiva, attacchi influenzali, Tramoni-dipendenza ed errori evitabili, analizziamo la partita a freddo, consapevoli che non si smette mai di imparare dai propri errori e che il percorso è ancora lungo, con una sconfitta comunque da vivere senza drammi, ma rialzandosi subito.
GESTIONE EMOTIVA – L’analisi di Caracciolo nel post gara ha evidenziato un nodo psicologico: “Troppa ansia”. L’approccio mentale dei nerazzurri, condizionati dall’importanza della partita e dalla possibilità di allungare sullo Spezia, è stato un fattore determinante. Ieri il Pisa cercava la prova di maturità nel gestire momenti cruciali e la capacità della squadra di non farsi travolgere dall’euforia esterna, come aveva sottolineato anche Inzaghi. Evidentemente la pressione dell’obiettivo si è fatta sentire.
L’ATTACCO INFLUENZALE – Alcuni giocatori, tra i quali Lind e Piccinini, sono stati colpiti nel corso della notte che ha preceduto la partita, e nella stessa mattina della gara, da un attacco influenzale. Così Inzaghi è stato costretto a rivedere alcune cose in ottica formazione. Certo, il gruppo è forte e doveva sopperire a queste assenze, eppure qualcosa non ha funzionato e tra i più criticati c’è stato Meister, ieri autore di una prova incolore.
TRAMONI – Abbiamo parlato spesso del Pisa senza Tramoni e del Pisa con Tramoni, con la differenza di punti conquistati che deriva dalla sua presenza o assenza in squadra. Ieri effettivamente la concretezza del corso è mancata, con la sua capacità di sterzare e trasformare un contropiede in una azione pericolosa. La Tramoni-dipendenza, in fin dei conti, è davvero un fattore da considerare.
OLTRE IL NOVANTESIMO – Se lo Spezia è una delle squadre ad aver segnato più gol oltre il novantesimo, quest’anno il Pisa c’è andato vicino una volta sola contro la Carrarese, ma non è mai riuscito a cambiare l’inerzia di un match nei minuti di recupero. Inoltre, quando il Pisa va sotto e parte male, fa molta fatica a recuperare il risultato.
ERRORI DA NON RIPETERE – Due reti subite su episodi nati da disattenzioni: la scivolata di Hojholt sul primo gol e poca reattività della linea difensiva sul secondo. Dettagli che pesano, come ha rimarcato Moreo: “Subiamo spesso su errori che si ripetono”. Nel calcio di oggi, più che mai, sono i dettagli a spostare gli equilibri. Sono errori non nuovi, che già in passato avevano messo a rischio il risultato. La squadra crea tanto, ma concede ancora troppo su situazioni gestibili. Lavorare su questo aspetto sarà cruciale in vista delle ultime giornate, perché nei finali di stagione chi sbaglia meno ha la meglio.
ALTRE 6 BATTAGLIE, IL GRUPPO C’E’ – Nonostante il doppio svantaggio e una partita in salita, il Pisa ha reagito. Ha costruito, pressato, accorciato le distanze e sfiorato il pari. Il gol di Moreo è arrivato su uno schema da calcio d’angolo, a dimostrazione che la squadra era viva. “Non sono deluso o arrabbiato, sono stanco morto”, ha detto l’attaccante nerazzurro. E Inzaghi ha rincarato: “La squadra ha fatto quello che doveva, ora dobbiamo solo ripartire”. Nessun dramma, solo consapevolezza che il percorso è ancora lungo, con 6 battaglie ancora da giocare. La reazione c’è stata, il pubblico ha risposto, e il vantaggio in classifica rimane importante. La chiave sarà trasformare la rabbia per la sconfitta in energia positiva, fin da subito.