Nonostante la sconfitta quella di Reggio Emilia resta una partita storica che ci permette di vivere da una posizione privilegiata un momento determinante della storia del Pisa Sporting Club. Rianalizziamo quello che è successo ieri e cosa si può trarre da questa sfida. La testa ora dev’essere rivolta interamente allo Spezia.

NON FA TROPPO MALE – Comincio con una nota personale. La partita, onestamente, l’ho sentita poco fino a pochi minuti dal calcio di inizio. Non mi fraintendete, ero carichissimo, ma ho vissuto l’intera giornata con grande tranquillità, tanto che nell’intervallo ho dovuto bere un caffè perché non mi era ancora scattata “l’adrenalina”. Perché? Semplicemente perché ho grande fiducia e questa sconfitta alla fine non fa troppo male. Continuo ad essere convinto che, a fine stagione, stavolta toccherà a noi esultare. Mi fido di questa squadra e questi giocatori, nonché della società. Senza presunzione.

DEVE SEMPRE GIOCARE AL MASSIMO – Ancora una volta, la partita di ieri ha confermato che il Pisa proprio non si può permettere di rallentare un momento. La squadra di Inzaghi dev’essere sempre sul pezzo, dare sempre il massimo, correre e pressare. Non è programmata per gestire la partita, non si può permettere cali di tensione. E infatti, come anche ben ribadito da Inzaghi, nel primo tempo ha regalato al Sassuolo un gol e la prestazione. Nella ripresa il Pisa avrebbe meritato di vincere, ma non sempre ci si può permettere di andare sotto nel risultato. Non sempre è possibile recuperare quando si parte in svantaggio e così è stato. Il Sassuolo ha vinto la Serie B, ormai è praticamente ufficiale, ma il Pisa ha dimostrato di potersela giocare.

SE NON LA BUTTI DENTRO… – Gridano vendetta gli errori di Tramoni e Lind sottoporta. Specialmente il primo, proprio fuori fase per tutto il match e, purtroppo, tra i peggiori in campo. Il danese invece ci ha messo la solita grinta, ma stavolta si è proprio mangiato una rete a tu per tu col portiere. Uniamo la traversa di Meister nel finale e la troppa veemenza con cui Morutan ha battuto la punizione, senza aspettare il fischio dell’arbitro, che ha portato di fatto al gol de pareggio, ma purtroppo a gioco fermo. C’è stata anche troppa sfortuna.

TESTA PRIMA DI TUTTO A SPEZIA – L’obiettivo ora dev’essere preparare al massimo la sfida con lo Spezia di domenica. Sarà la partita dell’anno. Vincere significherebbe ipotecare la promozione diretta, perdere riaprirebbe i giochi, un pareggio permetterebbe di mantenere due partite di vantaggio che, a nove giornate dal termine, dopo il prossimo turno, sarebbero comunque pesanti. Bisogna quindi ripartire dal secondo tempo di Reggio Emilia per fare la prestazione, stavolta con maggiore cinismo.

IL TIFO PISANO – Vorrei concludere con una nota al tifo pisano. Ora è quello che riconosco. Nelle scorse settimane l’ho anche un po’ criticato per le poche presenze in casa e non solo. Ieri è stato bellissimo, ma è logico che non può essere sempre così. Chi è tesserato venga a La Spezia, chi può non manchi mai in casa. Mancano solo cinque partite tra le mura amiche. Questa Arena deve scoppiare. Si vive per trasferte del genere, ma nel nostro cuore non pensiamo che portino sfortuna, purtroppo è solo un caso se negli ultimi vent’anni sono arrivate poche gioie dagli esodi. Ci sarà un’altra Trieste, non preoccupatevi.

 

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018