La partita con lo Spezia ha mosso la classifica. Una notizia che può essere comunque interpretata come positiva, nonostante un momento davvero difficile che si protrae ormai da tempo tra cattive prestazioni, forma fisica precaria e tanti, troppi infortuni. La sosta può essere fondamentale per ritrovarsi e anche per riproporre una consuetudine che ha già trovato il favore di Aquilani e che, lo scorso anno, è stato un elemento caratteristico della risalita in classifica: L’allenamento aperto.
RITROVARSI – Parliamoci chiaro, al momento i nerazzurri non navigano in acque tranquille. Il tredicesimo posto con 9 punti in 8 partite, nei numeri e nelle statistiche, fa apparire questa squadra più simile all’ultimo Pisa di Gattuso che ad un team improntato al bel gioco. Il paradosso è quello di avere il terzo peggior attacco del campionato, ma anche la terza miglior difesa. Il reparto offensivo, pur tra mille attenuanti, peggio non poteva fare. Se si tolgono i trequartisti sono solo 3 i tiri in porta effettuati dalle punte nelle 8 gare di campionato giocate fino ad oggi, ovvero il colpo di testa di Moreo a Reggio Emilia, il tiro di Masucci per il momentaneo pareggio contro il Cosenza e il tiro di Torregrossa ieri contro lo Spezia. Serve ritrovarsi, serve recuperare gli infortunati. Al netto delle distrazioni difensive delle scorse partite però, il reparto arretrato è l’unico che ha mostrato una certa crescita, una certa solidità. Un dato che non può passare inosservato e dal quale bisogna ripartire, anche con il nuovo modulo, il 3-4-2-1. E’ stato lo stesso Aquilani a dirlo: “mi devo adattare ai miei giocatori”. E così è stato. Il tecnico ha dimostrato di non essere un ‘fondamentalista’ del bel gioco a tutti i costi. Se non riesce o non si può, si fanno cose più semplici. Il segnale è stato dato, ora tocca ai giocatori proseguire su questa strada, che sia un nuovo punto di partenza.
ALLENAMENTO APERTO – Ritrovarsi però significa anche ritrovare un rapporto con la piazza. Ciò non significa che il pubblico non stia facendo il suo, sostenendo la squadra, ma semplicemente che, al momento, sembra si sia posta una qualche ‘distanza’ emotiva tra la squadra e una larga parte della tifoseria. E, a Pisa lo sappiamo bene, le annate di successo hanno sempre avuto una qualche componente emotiva tra pubblico e squadra. E’ uno degli argomenti che ho affrontato ponendo un paio di domande al tecnico Alberto Aquilani alla vigilia di Spezia-Pisa. Ciò che c’è di positivo è che il tecnico ha capito perfettamente dove si trova. “Questa piazza vive di emozioni – ha dichiarato -. Gli stessi che non erano contenti sabato erano gli stessi che ci danno tanto di più rispetto a una piazza apatica. Abbiamo la fortuna di essere in un posto dove si vive di calcio”. La soluzione, anche secondo il tecnico, potrebbe essere quella di un allenamento aperto settimanale. Non importa che sia un allenamento importante, può essere anche quello di inizio settimana: “L’allenamento aperto potrebbe essere una soluzione – aveva dichiarato Aquilani a mia domanda -. dobbiamo fare di tutto perché l’Arena sia un valore aggiunto. Ci penserò. Sono sei mesi che non si vince in casa e questo ci sta penalizzando, e questo stadio so che ci può dare qualcosa in più. Il brusio e la gente che non è contenta mi porta a dare qualcosa in più. Mi porta a voler far cambiare idea”. Qualsiasi cosa serva, sia fatta.
.