Una polemica iniziata per Padova-Sud Tirol, quando fu vietato l’ingresso di un vessillo col leone di San Marco, forse in sostegno dei cittadini di Venezia in relazione all’alluvione che ha colpito la città, si è estesa anche a Pisa. Il questore di Padova Fassari sta applicando alla lettera il regolamento che recita: “è vietato introdurre negli stadi striscioni e bandiere se non espressamente autorizzate.” Dichiarata fuorilegge anche la croce di Pisa:“Saranno sanzionati anche i tifosi del Pisa senza autorizzazione a Cittadella. Alla seconda sanzione scatta il Daspo”
Per il questore, il famoso vessillo di Venezia in Padova-Sud Tirol “sarebbe entrato senza alcun problema se il possessore pochi giorni prima avesse presentato richiesta per l’autorizzazione. Se in altre città vengono fatte valutazioni diverse non so che dire. Qui il mio unico scopo è far rispettare la legge nel modo corretto senza alcun obiettivo politico. Per i trasgressori, il sistema di videosorveglianza ci permetterà di identificarne i responsabili. Ricordo anche che alla seconda violazione del regolamento, oltre alla sanzione amministrativa (di alcune centinaia di euro) si aggiunge un Daspo.” A questo punto il questore ha parlato anche del più recente Cittadella–Pisa, dichiarando fuorilegge la croce pisana: “Saranno sanzionati anche i tifosi del Pisa senza autorizzazione a Cittadella.”
Poco importa se il Pisa veste il simbolo della propria città sulle maglie e se per anni è stato ammesso questo simbolo negli stadi di tutta Italia. Perfino Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega ed ex Sindaco di Cascina, è intervenuta sull’argomento: “Domenica la storia di Pisa è stata calpestata. Da quotidiani di Padova leggo che si sarebbe deciso di sanzionare i tifosi pisani che a Cittadella hanno esposto le bandiere storiche della nostra città. Non ci vogliamo nemmeno pensare, sarebbe uno schiaffo alla nostra cultura e identità. Quella croce rappresenta un territorio, una storia gloriosa che affonda le proprie radici nel Medioevo e nelle Repubbliche Marinare. è una bandiera che ci appartiene e che fa parte del nostro patrimonio culturale. La legge italiana in merito non è chiarissima, ma queste bandiere non hanno niente di offensivo. Appartengono alla storia e in una nazione civile dovrebbe essere normale esibirle, senza permesso.”