Crisi di risultati. Sono queste le parole che ieri sera hanno accompagnato tifosi, giocatori e addetti ai lavori dall’uscita dell’Arena Garibaldi. Uscire dalla crisi si può, anzi, si deve, per non buttare all’aria quanto di buono fatto fino a questo momento. Ecco un’analisi di questo momento negativo da parte dei nerazzurri.
È inutile nasconderlo, la sconfitta di ieri pesa come un macigno sulla classifica del Pisa e, sebbene in molti asseriscano di non vedere la graduatoria, la preoccupazione è diventata palpabile ed evidente ieri sera in sala stampa. Lo stesso tecnico Luca D’Angelo ne è un esempio lampante con le sue dichiarazioni: “Dobbiamo pensare che per mantenere la categoria dobbiamo essere diversi in determinate situazioni, producendo più gol e diventando più accorti in fase difensiva”. E ancora: “Sappiamo di essere nei playout per la prima volta e sappiamo quanto è stato difficile arrivare in questa categoria. Questo ci deve dare forza per riemergere. Non possiamo buttare tutto a mare solo perché i risultati non sono positivi”.
UN PISA DAI DUE VOLTI – Non bisogna, infatti, buttare tutto a mare. I nerazzurri sono il classico studente che si impegna, ha le potenzialità, ma non raccoglie i frutti delle ore di studio spese sui libri, anche e soprattutto per dei gravi attacchi d’ansia che hanno minato molte delle prestazioni della squadra in questo campionato. Basti pensare che il Pisa, dopo dei buoni primi tempi, nei secondi ha perso 16 punti per strada e nei minuti di recupero di questi secondi tempi ne ha persi addirittura 7. I giocatori devono essere preoccupati? Senza dubbio, perché la classifica si è fatta complicata, ma la paura dev’essere quella che fa vincere le partite, non quella che fa tremare le gambe, altrimenti saranno solo dolori. È questo che deve capire la squadra, che dovrà essere motivata a dovere, lasciando a casa gli sguardi compassati e tristi, e avendo fame e voglia di riscatto. Se con Cremonese, Benevento e Chievo si era visto un buon Pisa dove erano riassunte molte delle qualità positive della squadra, contro Empoli e Venezia abbiamo assistito invece al riassunto dei peggiori difetti della stagione. Dopo aver faticato come muli per aver trovato il vantaggio, specialmente con il Venezia, la squadra si è disunita e ha mutato ritmo, accusando pesantemente il colpo per la leggerezza con cui ha lasciato che gli avversari segnassero, per poi reagire solo tardivamente. Errori singoli, come quello di Gori, ma anche di reparto, come la dormita generale a freddo per il gol di Longo hanno fatto il resto.
I NUMERI – Gli errori son tutti qui? Non solo, perché alla lunga i numeri parlano chiaro: nelle ultime 9 partite il Pisa ha vinto una volta sola, collezionando in tutto solo 7 punti, per una media che adesso purtroppo rispecchia la posizione di classifica in cui si trovano i nerazzurri. In casa poi la vittoria manca addirittura dal 2 dicembre, un’eternità. Il momento è di crisi, perché la squadra si ritrova in uno scenario che non ci si sarebbe aspettati agli inizi di gennaio, ma anche subito dopo la vittoria di Cremona e il pareggio col Chievo, per andare in tempi più recenti. In difesa la ruota non gira, con 8 gol subiti nelle ultime 4 gare e se non gira Marconi, non gira tutta la squadra che ha trovato in Masucci un bomber di riserva, con le sue 4 reti nelle ultime 5 partite, condite da 4 assist. Ieri anche il centrocampo non ha inciso e la squadra spesso quando va in difficoltà spegne la luce e opera con lanci lunghi e pochi lampi, lasciati solo ai piedi di Robert Gucher. A poco è servita anche la buona prova di Birindelli, unica nota positiva in difesa che ha visto andare in confusione Benedetti e Caracciolo, oltre a Gori fare un’uscita poco lucida e un Lisi un po’ troppo appannato.
IL MERCATO – Poco serve criticare il mercato, più che positivo da parte del ds Gemmi, che ha sostituito delle riserve, a parte Aya, con dei giocatori di categoria e dal curriculum importante, anche se al momento è soprattutto la vecchia guardia a farla ancora da padrone. Vido non è ancora riuscito a inserirsi nel dualismo offensivo Masucci–Marconi, mentre Soddimo sta ancora scontando la sua pena in purgatorio e la sua squalifica sta pesando su tutta la squadra. Pisano ha segnato un gol pesante con la Cremonese e, anche se non è ancora al top di condizione, le fasce sono certamente l’ultimo dei problemi del Pisa, con un Lisi sempre in forma, seppure appannato ieri sera, un Birindelli in crescita e un Belli ritrovato. Caracciolo è entrato subito nella mischia da titolare appena ha potuto e al momento in difesa è soprattutto Benedetti ad aver fatto errori singoli, come la respinta corta che ha generato il gol di Tutino ad Empoli o l’assist di Aramu per Longo contro il Venezia. Una svolta comunque deve arrivare anche da chi è appena arrivato.
LA SALVEZZA E’ POSSIBILE – Cosa serve allora a questa squadra per trovare la salvezza? Una scossa, perché non si devono fare gli errori di Vicenza 2017, quando la squadra retrocesse letteralmente a marzo. Ci sono alcuni dati messi a confronto che però fanno ben sperare, rispetto alla sciagurata retrocessione di tre anni fa. Quella squadra aveva ormai esaurito qualsiasi energia psicofisica, consumata dall’eredità delle vicende societarie esauritesi a dicembre, l’inesperienza della neosocietà e un un rapporto incrinatosi col tempo con l’ex tecnico. Questa squadra invece ha un gruppo affiatato, una società che ha fatto esperienza e un tecnico che gode della stima e della fiducia di tutti, compreso lo spogliatoio. Di una cosa si può essere certi, la squadra ha bisogno dei suoi tifosi. La squadra inoltre non è scarsa e deve solo trovare una quadratura psicofisica e nell’autostima, per riemergere da una posizione in cui quest’anno il Pisa non si era mai trovato. Anche valutando attraverso alcuni cambiamenti drastici, come un cambio di schema per un ritorno al 3-5-2, ma non solo.