Con la chiusura del girone di andata analizziamo il cammino del Pisa fino a questo momento, cercando di capire cosa va e cosa no e tracciando un bilancio di metà stagione. Dal campionato ai pregi e i difetti della rosa neroazzurra, dando un’opinione su come sia possibile intervenire nel calciomercato di gennaio
Il Pisa ha chiuso il girone di andata al terzo posto, un risultato che, se preso così com’è, può apparire molto positivo. L’opinione pubblica su questo punto si è però divisa per tutta una serie di ragioni validissime. Cerchiamo di capirne le ragioni, dando uno sguardo al campionato e provando vedere sia perché può essere visto come un buon risultato, sia perché può non esserlo, cercando anche di capire i pregi e di difetti della rosa e come sia possibile intervenire nel mercato di gennaio.
IL CAMPIONATO – Al giro di boa la capolista Livorno appare sempre più salda in testa alla classifica, forte dei suoi 43 punti, del miglior attacco e della terza miglior difesa dietro a quella del Pisa e Siena. Insieme a questi ultimi la squadra amaranto è la rivelazione del campionato, con un risultato insperato nei pronostici di inizio campionato. Il Pisa è a 11 punti, con due reti subite in meno del Siena e una rete in più segnata. Numeri molto simili a quelli dei bianconeri, attualmente un punto in meno e con due gare in più giocate. Il Pisa dunque paga un elevato numero di pareggi, ben otto, che ne hanno limitato le potenzialità durante tutto il girone di andata. Stupiscono in negativo due squadre che non si sarebbe mai pensato potessero trovarsi così in basso in classifica, il Piacenza e l’Alessandria. Specialmente quest’ultima ha l’ambiente e lo spogliatoio completamente spaccati, con la società che ancora fa fatica a trovare la quadratura del cerchio e a gestire la situazione. Anche dalla Carrarese ci si sarebbe aspettati di più. Nonostante un ottimo attacco infatti, la difesa è la seconda peggiore del campionato e l’età generale della squadra non aiuta. Nella casella delle sorprese invece spiccano anche la Viterbese l’Olbia e la Giana Erminio, con una stagione più che positiva.
BUON RISULTATO – Perché quello del Pisa è un buon risultato? Dati alla mano, una retrocessione come quella del Pisa dello scorso anno avrebbe potuto portare al fallimento se analizziamo il destino di tutte le squadre retrocesse negli ultimi anni. Infatti il 45% delle squadre. retrocesse in Serie C fallisce subito o entro due anni. Il 39,4% delle squadre invece sono riuscite a mantenere la categoria indenni e solamente l’11,3% delle squadre (8 su 71 squadre retrocesse) sono riuscite nell’impresa di ritornare subito in Serie B. Addirittura il 4,3% delle squadre hanno vissuto l’incubo della doppia retrocessione sul campo nel giro di due anni. Questi numeri, analizzati ad aprile scorso sul nostro portale, ci fanno capire quanto sia difficile riuscire a rimettersi in piedi dopo essere retrocessi dalla Serie B e questo non può che essere un buon risultato alla luce di questi dati fino a questo momento, perché il Pisa finanziariamente è solido e se la può comunque giocare fino alla fine, in attesa anche di capire quale sarà il destino del progetto stadio.
CATTIVO RISULTATO – Perché invece quello del Pisa può essere visto come un cattivo risultato? La squadra, al di là della posizione in classifica, ha alcuni problemi strutturali e la situazione stona con le dichiarazioni del presidente Corrado. A fine aprile, al termine del campionato di Serie B, dichiarò infatti: “In terza serie dovremo competere per rimanerci il meno possibile, puntando alla immediata risalita ripartendo dai Messi e ai Ronaldo della categoria. […] Dal 20 maggio ripartiremo per vincere la Lega Pro.” Dichiarazoni che, se lette col senno di poi, ci fanno capire quanto abbiano pesato sulla piazza, incidendo anche sul sul numero degli abbonamenti sottoscritti. Proclami che non hanno, fino adesso, mantenuto le promesse con i risultati sul campo. Dall’eliminazione traumatica in Coppa Italia di Serie C contro il Pontedera fino ad alcuni inciampi in campionato evitabili, passando per il divario contro il Livorno, comunque battuto nel derby tra gli applausi e un record di 16 risultati utili consecutivi notevole.
COSA VA – In questo Pisa sono diverse le cose che funzionano. La squadra di Pazienza ha la migliore difesa del campionato. Spiccano senza dubbio i centrali difensivi, con Ingrosso, Carillo e Lisuzzo a contendersi due maglie da titolari e il cui rendimento, il più delle volte, è di assoluto livello per la categoria. Buone anche le prestazioni di Petkovic, anche se il portiere neroazzurro non è stato perfetto al 100%. Ha contribuito senza dubbio a salvare il risultato e a ottenere punti pesanti, ma in almeno due partite ha allo stesso tempo contribuito in negativo, mostrando un rendimento altalenante. Nel complesso comunque il portiere del Pisa è da promuovere. Alessandro De Vitis è senza dubbio il giocatore dal miglior rendimento della squadra. Fin dal suo impiego in campo si è rivelato un giocatore imprescindibile nello scacchiere tattico prima di Gautieri e poi di Pazienza. De Vitis ha inoltre contribuito in maniera significativa ad alcuni gol pesanti che sono valsi alcuni risultati importanti. Continuando a parlare di singoli, anche capitan Mannini è da promuovere, sia nella sua posizione naturale, sia sacrificato quando lo richiede la situazione o quando è l’allenatore a metterci del suo. Difficile inoltre rinunciare a giocatori come Masucci, Filippini e Gucher, anche se quest’ultimo non sempre è stato al top rispetto agli altri.
COSA NON VA – Ci sono anche diverse cose che non funzionano in questa squadra. Come già ampiamente detto in numerose occasioni, la squadra ha una forte carenza di terzini. Solamente due sono i terzini di ruolo: Filippini e Birindelli, con quest’ultimo che la maggior parte delle volte fa fatica a terminare la partita con le proprie gambe. Mannini in quel ruolo azzecca una partita su tre, mentre anche Favale non nasce terzino (ha giocato anche come centrale in Primavera e Gattuso lo scorso anno lo vedeva a centrocampo). Infine Zammarini, altro giocatore riadattato, si esprime naturalmente a centrocampo. Quello dei terzini è un problema da risolvere se si vuole provare davvero a promuovere in Serie B. Oltre a questo l’attacco ha grossi problemi a trovare la via del gol, specialmente per quanto riguarda le punte. In questo senso non sono positive le prestazioni di Eusepi, solamente cinque gol segnati fino a questo momento, Negro, delusione assoluta con una sola rete all’attivo e primo grande arrivo del calciomercato, oltre ai giovani Cuppone e Cernigoi, veri oggetti misteriosi dell’attacco neroazzurro, impiegati col lumicino. Il peggiore degli attaccanti resta però Peralta, assolutamente inconsistente nelle pochissime occasioni in cui è stato chiamato in causa, in netta involuzione rispetto agli anni scorsi. A centrocampo c’è invece netta abbondanza e restano da limare giusto alcune cose. Ci si aspetta nel girone di ritorno un maggiore impiego da parte di Di Quinzio (che però interessa ad alcune squadre in vista del calciomercato di gennaio) e Izzillo, rimasti ai margini della squadra. Una delle pecche più grosse della squadra è rappresentata dall’approccio alle partite. La squadra, per stessa ammissione del proprio tecnico, fatica a entrare in gara, arrivando a reagire solo dopo uno shock o un gol subito. Un aspetto sul quale continuare a lavorare. Inoltre, curioso il caso statistico Gautieri-Pazienza: Nelle 18 gare disputate dal Pisa si sono divisi lo stesso numero di punti in 9 partite a testa
GENNAIO, COSA ASPETTARSI? Con i neroazzurri divisi in un limbo tra buoni e cattivi risultati, per gennaio bisogna prendere una decisione: cercare a tutti i costi di inseguire il Livorno oppure impostare la campagna acquisti in vista dei playoff con acquisti mirati e capaci di far fare quel salto di qualità caratteriale alla rosa? Senza dubbio è necessario intervenire in difesa per risolvere il problema dei terzini. Inoltre bisogna cercare di capire se aspettare ancora gli attaccanti che non segnano oppure intervenire pesantemente in attacco acquistando una punta di peso e mandando in prestito i giovani poco impiegati nei vari ruoli, cedendo inoltre chi non riesce a fare gol, comunque senza rinforzare squadre rivali in lotta per la promozione. Da analizzare dunque quello che sarà il destino dei giocatori impiegati meno, analizzando caso per caso i vari Izzillo, Di Quinzio, Zammarini, Favale, Peralta, Cernigoi, Cuppone e Negro. Difficile capire cosa ha in mente la società alla luce delle dichiarazioni di Ferrara e Giuseppe Corrado delle ultime settimane, non del tutto allineate. Se il direttore Ferrara aveva dichiarato al Tirreno solamente pochi giorni fa “ci servono tre giocatori, probabilmente uno per reparto. Noi sappiamo dove dobbiamo aggiustare” il presidente Corrado invece a TuttoC ha dichiarato: “Non so neanche se interverremo, in quanto abbiamo una rosa importante. Certo, staremo alla finestra. Dovremo capire se servirà qualche innesto; la certezza è che sappiamo cosa fare”.