Ultima puntata di questa stagione infinita per quel che concerne Finestra Sull’Arena e per i saluti finali è intervenuto telefonicamente il direttore generale del Pisa SC Giovanni Corrado che ha iniziato a parlare delle basi sulle quali costruire il prossimo torneo, della nuova Arena e molti altri argomenti. Rivedi la trasmissione e rileggi le parole di Giovanni Corrado.

Riportiamo di seguito gli estratti salienti delle sue dichiarazioni.

E’ passato qualche giorno da questo finale di stagione. Guardiamo al futuro tenendo presente anche la difficile annata del Covid-19. Che idea avete per il prossimo campionato?

Al di là dell’annata molto complicata, c’è stato il Covid-19 e tutto quello che ne è conseguito, con un autunno che molto probabilmente porterà qualche strascico, direi che ce la siamo cavata, siamo pronti ad affrontare il prossimo campionato, come abbiamo sempre fatto da quando siamo alla guida del Pisa visto che per noi i problemi non sono mai mancati, li conoscete bene. Fra poco inizierà una stagione dove saremo obbligati a confermare quanto di buono fatto in questo campionato, l’obbiettivo è quello di crescere e diventare una realtà stabile nelle prime quaranta piazze del calcio italiano. Un primo traguardo importante per una piazza come Pisa che vive di calcio e che ha tifosi così splendidi. Poi da lì cercare di continuare a crescere per raggiungere traguardi di maggiore soddisfazione per tutti.

Giovanni Corrado (Foto Pisachannel)

Parlando di mercato, sarà fatta una squadra competitiva?

L’idea è sempre quella di fare una squadra competitiva, confidiamo nello staff, nello scouting e del nostro modo di lavorare nonostante i tempi per farlo siano più ristretti rispetto agli anni precedenti.

Impossibile non parlare di nuova Arena Garibaldi. Avete presentato questa bozza di Pef, come rivelato dal presidente, che a settembre sarà portata nella sua versione definitiva. Giusto?

Sì, stiamo continuando a lavorare, ringrazio Raffaele Latrofa che è lì in studio e il Sindaco. Il Comune di Pisa ci ha dato grande supporto in questi mesi, stiamo lavorando per la stesura dei documenti necessari, in particolare il presidente e il dottor Pasquarelli di Yard, ovviamente c’è stato un rallentamento sulla tabella di marcia dovuto ai problemi che ben conoscete dovuti all’emergenza sanitaria; comunque non ci stiamo facendo trovare impreparati si sta andando avanti, ma non credo che ci siano intoppi di sorta.

Roberto Gemmi e Giovanni Corrado

Come ti aspetti lo stadio nella sua versione definitiva?

Ciò che ci colpisce di più, e qui penso allo stadio di Trieste, è realizzare uno stadio che trasmetta molto bene la passione del pubblico ed il nostro poi sotto questo aspetto è eccezionale: la nuova Arena sarà all’insegna della modernità e dovrà dare la sensazione di essere un impianto in grado di reggere l’urto dell’elite del calcio italiano. Quando si entra nello stadio di Trieste non ci si immagina una realtà di Serie C. Credo che il Sindaco e l’assessore si meritino poi di essere ricordati per aver fatto qualcosa di storico per la città. 

Il ministro Speranza ha detto che gli stadi rimarranno chiusi con il nuovo Dpcm. Siete preoccupati?

Siamo molto preoccupati dell’evoluzione dell’emergenza sanitaria, magari c’è da capire come mai il virus circoli negli stadi e non nei cinema o nelle discoteche, magari al ministro Speranza sarebbe opportuno inviare una documentazione su come funzionano gli stadi e sul fatto che magari sarebbe più facile gestire distanziamenti e quant’altro rispetto che dentro ad un cinema ad esempio. Speriamo che sotto questo aspetto la situazione possa evolvere in maniera positiva, rinunciare a biglietti ed abbonamenti per una società di calcio è davvero un bel problema.

Torniamo al passato. Quali sono stati i momenti più difficili da affrontare nel corso dell’annata?

Sono stati tre anni talmente complessi, perciò quello che è successo in questa stagione non è neanche lontanamente paragonabile, abbiamo passato di peggio nelle stagioni precedenti. Ormai c’è un buon rapporto e possiamo fare una battuta: Se ci pensi Michele, ricordo che ci scrivemmo dopo la gara d’andata a Livorno e mi chiedesti se ero preoccupato perché venivamo da alcuni risultati negativi. Io ti dissi di stare tranquillo perché avevamo passato di peggio. Ero convinto che i risultati sarebbero arrivati, conoscevo bene la forza del nostro gruppo di lavoro e tutte le caratteristiche che contraddistinguono i gruppi vincenti, condizioni che ad esempio non c’erano dopo quella sconfitta di Vicenza ma che c’erano dopo la scoppola rimediata lo scorso campionato a Carrara, quando venni a parlare ai vostri microfoni e predicai calma e tranquillità. La trasparenza di una società paga sempre, anche il nostro pubblico l’ha capito ed ha capito che è meglio perdere qualche singola battaglia in cambio della vittoria della guerra: è il percorso che conta, la crescita di un gruppo di lavoro, sono quei dettagli che poi portano ad ottenere le vittorie sul campo.

Giovanni Corrado (Foto Radio Bruno)

Un aspetto di cui non si parla molto è il fatto che di solito in passato determinati risultati rappresentavano un dramma nella piazza, magari devastando l’ambiente. Oggi non è più così.

Questa è la dimostrazione che questa è una piazza calda e affezionata, ma anche che la trasparenza e l’attitudine al lavoro della società vuole far capire che per raggiungere un risultato è molto più importante la guerra di una singola battaglia. Vero è che perdere una battaglia fa male, ma vincere una guerra è meglio. Abbiamo capito che il passaggio cruciale era far comprendere alla piazza che è più importante raggiungere un traguardo più importante di una singola partita. Stiamo tutti crescendo, forse all’andata ci hanno preso in giro per aver perso il derby a Livorno, ma la stagione è andata diversamente alla fine.

In chat scrivono che hai avuto una crescita professionale esponenziale. Quanto ti senti maturato in questi anni? 

Vi ringrazio anche se a me non mi piacciono i complimenti, la crescita una persona ce l’ha quotidianamente, si impara che quando sei onesto con te stesso sai dove potevi far meglio e dove hai sbagliato e dove puoi migliorare. Non si smette di migliorare mai e tante volte delle persone più brave di me che hanno lavorato al mio fianco mi hanno dato la possibilità di imparare da loro e mi hanno detto anche che in certe situazioni hanno imparato da chi era più giovane di loro. Il calcio in generale insegna tanto. Secondo me il lavoro di 2 anni fa era lo stesso di quello che abbiamo avuto in questa stagione, molto spesso nello sport i risultati pesano tanto sulla valutazione del lavoro, ma bisogna lavorare non facendosi mettere in difficoltà da commenti negativi sul lavoro, perché all’interno dei tre anni il lavoro all’interno del Pisa è stato lo stesso, ma il risultato è stato differente, la crescita vera sta nel non farsi condizionare alla fine poi i risultati arrivano sempre.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018