Dalla sala stampa dell’Arena Garibaldi, alla vigilia di Pistoiese-Pisa, ecco mister D’Angelo parlare ai giornalisti per anticipare il prossimo impegno di campionato dei neroazzurri
In quattro partite il Piacenza ha preso 11 gol, il Pisa in compenso ha fatto un gol solo. Che partita si prospetta?
Non so che partita sarà, ogni partita ha un suo cammino, soprattutto dopo quattro giornate i numeri possono dire qualcosa, ma possono anche mentire.
Come sta la squadra dal punto di vista psicologico?
Dal punto di vista dell’allenamento e della determinazione i ragazzi sono ineccepibili, adesso dobbiamo riportarli ai tre punti, ma non posso rimproverarli.
Come si risolve il problema del gol che non arriva?
La nostra grossa difficoltà è stata manovrare con lentezza e in maniera scolastica quando iniziamo la partita perché troviamo squadre chiuse. Nel secondo tempo abbiamo sempre avuto molte occasioni perché le squadre si allungano, i tatticismi vengono meno e i nostri sono cambi importanti. È logico però che non possiamo aspettare i secondi 45 minuti o l’ultima mezz’ora per fare qualcosa.
Che Pistoiese si aspetta?
Mi aspetto una squadra che è vero sta prendendo gol, ma ne fa anche. Gioca in maniera abbastanza aperte e propende molto alla fase offensiva. Non ci siamo allenati per giocare a quattro.
De Vitis come sta? E gli altri?
Valutiamo dopo la rifinitura, ma dovrebbe essere recuperato. Solo Cardelli ha un problemino, ma ci sono tutti.
L’amichevole di giovedì col Calci le ha dato spunti interessanti. Marin?
Ci sarà bisogno di tutti, abbiamo tante gare in pochi giorni e credo Marin giocherà titolare in alcune di queste partite. Lui è uno che può svariare su tutto il centrocampo.
Il Pisa tira anche poco da fuori area
Ha dato una visione giusta, tiriamo poco in porta da fuori, il fatto che giochiamo più in esterna siamo portati a giocare più su quella zona del campo. Stiamo lavorando e dando indicazioni anche in questo senso, indubbiamente ha ragione con questo discorso.
Quanto è importante la partita di domani?
Sono tutte partite importanti, il campionato finisce a maggio.
Sarà la prima di un filotto di tre gare in 8 giorni. Ci ha pensato?
Domani farò la formazione che credo sia la migliore, poi valuterò eventuali recuperi di giocatori per l’impegno successivo. Se c’è un dato non è né la classifica né altri dati numerici, ma chi entra dalla panchina fa sempre bene. Quindi o sbaglio io a non metterli da titolari, oppure abbiamo una rosa importante e tutti remano dalla stessa parte. Con tante gare ravvicinate questo può essere determinante.
Giocherà sempre col 3-5-2?
I moduli vanno preparati e improvvisati, non sono un allenatore legato a un modulo. Potremmo anche giocare già domani o in altre partite in a maniera diversa. È ovvio che il 3-5-2 è quello che abbiamo preparato, ma non è il solo. Al massimo comunque giocheremo con due moduli, non mi piace improvvisare.
Cosa c’è ancora da migliorare?
Dobbiamo migliorare la qualità del cross, così come va migliorata l’idea di attacco dell’area, con più determinazione. Non mi riferisco solo alle due punte ovviamente, ma è un discorso generale.
Si parla sempre di grande pressione a Pisa. Cosa sente di dire su questo argomento?
Facciamo un’attività ben remunerata, abbiamo un pubblico caloroso dietro, ci dev’essere la giusta tensione e i ragazzi ce l’hanno. Se i ragazzi sbagliano qualcosa vanno supportati, nella concentrazione questi ragazzi sono il top. È grave se non sentiamo la pressione, bisogna sentirla. Il giocatore deve sentirla, così come tutto lo staff, bisogna vivere di tensione, se non ce l’hanno bisogna crearsela da soli. Lavoriamo per il Pisa e dobbiamo tradurre tutto questo perché sia uno stimolo non un danno. Se sento dire qualcuno che dice “qui c’è troppa pressione” non giocherà più. Io la pressione la alimento, non la smorzo. C’è attesa e consapevolezza in questo ambiente. È giusto così.
Per dare una svolta bisognerebbe vincere le prossime tre
Anche le prossime quattro.