“Cerea” una volta il Livorno. Un piccolo gioco di parole per ribadire quello che avevamo ormai ‘pronosticato’ solamente due mesi fa. A una ventina di chilometri di distanza da Pisa, si è giocata una partita per la sopravvivenza che nel corso del tempo ha assunto sempre più i contorni di una telenovela. L’ultimo atto è la mancanza della fideiussione che di fatto spedisce nel baratro la società amaranto. Lo ha ribadito anche il presidente Navarra a TuttoC, che di fatto, a meno di improbabili miracoli, vede ormai il Livorno verso la fine: “mercoledì si libereranno i calciatori e poi ci sarà la solita procedura con i tribunali. Io lo farò perché sono presidente ma i libri in tribunale li hanno portati altri. Poi ci saranno le dovute inchieste che appureranno le responsabilità”.
Lo avevamo detto che la ruota sarebbe girata. E nel dirlo, ma anche un po’ velatamente tra le righe, ‘nell’avvertire’ di questa possibilità, eravamo stati aggrediti verbalmente da decine di tifosi livornesi inferociti per il nostro articolo di due mesi fa (link qui). Poco male, è il prezzo per dire quello che si pensa, in un giornalismo in cui troppo spesso si ha paura di infastidire qualcuno. Nel fare un paragone ardito, ormai più profetico che fantascientifico, avevamo parlato di porte girevoli, di come “Pisa si è lasciata alle spalle ancora una volta Petroni, retrocesso e fallito con il Trapani, mentre quegli stessi problemi societari per i quali troppo spesso in casa amaranto si ironizzava verso Pisa, ora sono vissuti in prima persona a Livorno. Non sappiamo come finirà, ma la ruota gira per tutti”. Alla fine è successo.
Sarebbe inutile riassumere la telenovela che è andata in scena a Livorno, tra misteriosi cambi di proprietà, troppi soci e galli nel pollaio, ma soprattutto soldi veri pochi. L’unico ad aver fatto qualcosa di veramente concreto è stato Navarra, trovatosi però da solo a dialogare con dei fantasmi. Alla fine l’esito era già scritto, troppe situazioni ‘già viste’ anche a Pisa in passato, troppe cose non chiare, troppe parole e pochi fatti. A Livorno è mancata la quota di Cerea Banca e la società amaranto non ha potuto versare per intero la fideiussione necessaria ad andare avanti. ‘Cerea una volta il Livorno’. Anche se ‘Cerea’, in piemontese, vuol dire ‘Ciao‘. Un altro indizio della fine, appunto. Sì, perché a questo punto la storia del Livorno si chiude qui e mercoledì, come riferisce anche la collega di TuttoC Raffaella Bon, “i calciatori potrebbero essere già liberi”. Sempre su TuttoC, è il presidente Rosettano Navarra ad annunciare che ormai non c’è più niente da fare, ammettendo che Spinelli “Ha comunicato poco fa tramite il suo avvocato che non intende fare una virgola in più del suo 10%” e che Cerea Banca “Ci ha scritto alle 14 che non veniva rilasciata la fideiussione”. “Ormai la frittata è fatta, – conclude Navarra, che annuncia i classici passaggi pre-fallimentari. – Ho chiesto a Ghirelli cosa succederà, mercoledì si libereranno i calciatori e poi ci sarà la solita procedura con i tribunali. Io lo farò perché sono presidente ma i libri in tribunale li hanno portati altri. Poi ci saranno le dovute inchieste che appureranno le responsabilità”.
Si avvia verso la conclusione, amaramente, una storia importante che aveva visto Aldo Spinelli portare il Livorno negli anni a stare stabilmente in Serie A e in Europa, ma senza nessun vero interprete pronto a rilevare davvero la società in maniera seria per preparare un futuro ormai davvero avvolto nel mistero.