Dalla sala stampa dell’Arena Garibaldi il nuovo acquisto del Pisa Alessio Castellini si presenta in conferenza stampa. Di seguito le sue dichiarazioni.
Com’è stata la trattativa che l’ha portata a Pisa?
“Pensavo si fosse un po’ arenata all’inizio del mercato, ma negli ultimi giorni è uscita questa pista e ne abbiamo parlato con direttori e col Catania e poi ho deciso di venire”.
Inzaghi lo ha conosciuto a Brescia
“L’ho già avuto a Brescia, quando allenava la Prima squadra e io ero in primavera. Mi ha portato ad allenarmi e ho potuto assaporare l’ambiente dei grandi. Ciò mi ha aiutato molto proprio per l’esperienze di Catnaia”
Da Brescia a Catania qual è stata la tua esperienza siciliana?
“Ho vissuto due anni e mezzo pieni di esperienza. Arrivai in Serie D dopo il fallimento. Scelsi il 27 che era del capitano Marco Biagianti. Siamo riusciti a vincere subito, poi in Serie C il primo anno non andò benissimo, ma la Coppa Italia ci permise di arrivare ai playoff. Quest’anno ho fatto sei mesi importanti e ora sono del Pisa”.
Il reparto difensivo è già pieno e variegato. Quali sono state le richieste del mister e cosa vuole da lei?
“Ho trovato un grandissimo gruppo di ragazzi stupendi che mi hanno accolto subito come fossi qui da tempo. Ci sono tanti giocatori importanti, ma posso fare tanti ruoli e se occorre potrei essere schierato dove serve. Calabresi e Caracciolo hanno giocato con mio zio Paolo gli ultimi anni di carriera ed è stato bello ritrovarli dopo aver fatto il raccattapalle. Con Bonfanti abbiamo scherzato tanto perché abbiamo giocato contro nel settore giovani. Con Angori non ci siamo mai incontrati prima, ma si sta sviluppando un bel rapporto con i miei colleeghi di reparto”
Cosa l’ha portata a fare così tanti ruoli?
“Fin da piccolo facevo il centrocampista, poi quando giocavo a nove il mister Paolo Valenti mi ha fatto fare sette ruoli diversi. Piano piano ho giocato sempre più indietro fino a giocare anche come terzino indifferentemente a destra o a sinistra. L’intuizione di farmi arretrare è stata di Paolo Ziliani, lo devo a lui”.
Angori ha fatto un salto di categoria importante passando dalla C alla B come lei. Potresti ispirarti a lui come collocazione in questo campionato?
“Con lui abbiamo un bel rapporto fin dall’inizio perché mi ha accompagnato a casa nei miei primi giorni e si è mostrato molto disponibile. Ci siamo anche già confrontati su questo punto tra ritmi e allenamenti, mi ha rassicurato dicendo che il gruppo mi avrebbe aiutato e posso confermarlo”.
A livello di personalità ci ha colpito il fatto che lei sia diventato capitano in una piazza calda e importante.
“Sono uscito dalla Primavera e sono andato a giocare a 1400 chilometri di distanza molto giovane, però mi sono rimboccato le maniche e sono stato anche fortunato, sia per la regola degli Under in Serie D, sia perché ho trovato sempre persone che mi hanno aiutato negli inserimenti. Devo dire che anche in Serie C mi sono ritagliato il mio spazio, poi giocando ho preso maggiore consapevolezza e mi sono ritagliato il mio spazio avendo anche la responsabilità dei gradi di capitano”.
Qual è stata la prima impressione dello stadio e dell’ambiente?
“E’ un bell’ambiente e la società non ci fa mancare nulla. Mi è piaciuto tutto, le sensazioni del nuovo stadio sono state positive e vorrei dare una mano”.
A Catania c’è stata una sollevazione popolare per la sua partenza
“La scelta che ho fatto è stata forte. A Catania ero ben visto e sì sono arrivati molti messaggi. La maggior parte è stata di in bocca al lupo, compreso mister Toscano che era dispiaciuto di perdermi, ma contento per il prosieguo della mia carriera, poi c’è stato anche qualcuno che mi ha detto qualcosa di negativo per essere andato via, ma era una grande opportunità”
Che opinione hai di questo finale di stagione?
“Il gruppo pensa a sé stesso, dobbiamo fare così. Dobbiamo dare il meglio perché quattro punti di vantaggio non sono tanti e il resto dipenderà da noi. Se una squadra fa bene fai bene anche tu. Il numero l’ho scelto perché è stato il giorno in cui decisi di andare a Catania, non sapevo al tempo fosse di Biagianti. Il caso ha voluto che il mio numero al Pisa fosse di un altro capitano, Robert Gucher. Non ho un punto di riferimento vero e proprio. Mi piacciono Cancelo, Bastoni”.