Gradito ospite telefonico nel corso della puntata numero 82 di Finestra sull’Arena è stato a Simone Calori, ex giocatore del Pisa e grande protagonista della promozione del 2006/2007 in Serie B; insieme a lui abbiamo discusso del presente dei nerazzurri, del campionato cadetto e della sua nuova avventura come allenatore.
Ciao Simone, partiamo subito da un tema di attualità. Con Marconi, ma anche altri indisponibili, il Pisa è in emergenza. Come gestire una situazione del genere?
Gli infortuni purtroppo capitano nel calcio, ma nei momenti di emergenza spesso vengono fuori le maggiori soddisfazioni perché chi è in panchina dà il massimo per la squadra e magari le assenze pesano meno, alla fine può essere un qualcosa anche di positivo. Ovviamente poi se sono troppi gli infortuni può venir fuori una situazione di difficoltà, credo che il Pisa debba fare quadrato in questo momento particolare e poi nel caso ricorrere al mercato di gennaio che tutto sommato è vicino.
Oggi sei diventato allenatore con la Sangiovannese, raccontaci questa nuova esperienza.
Faccio l’allenatore adesso, forse era l’unico modo per farmi smettere di giocare … già la scorsa stagione la dirigenza della Sangiovannese mi diede la possibilità di allenare la squadra all’ultima giornata, quindi per me è stato un passaggio immediato. Quest’anno siamo una squadra giovanissima in un girone davvero difficile, poi nel calcio può succedere di tutto ed alla fine più che i nomi conta quello che riesci a fare con il lavoro di tutti i giorni e quello che riesci a costruire all’interno dello spogliatoio.
Torniamo alla Serie B, un campionato straordinariamente equilibrato. Come vedi il Pisa e la situazione in cadetteria?
La serie B di quest’anno è equilibratissima, chi adesso è nei play out è a pochi punti dai play off … le prossime due partite contro Entella e Trapani daranno ai neroazzurri una dimensione più precisa di quella che potrebbe essere la stagione, dopo che la vittoria contro il Pordenone ha avvicinato il Pisa ai quartieri altissimi della classifica. I neroazzurri non devono vincere il campionato, ma in un torneo così equilibrato può succedere di tutto e chi ha uno spogliatoio forte come quello costruito da mister D’Angelo può e deve avere ambizioni. Pisa è una piazza che merita la serie A ed è normale che i tifosi sognino il meglio possibile, ma le società devono avere il tempo fisiologico di crescere; poi se ci sono i presupposti per bruciare le tappe una società che opera in una piazza ambiziosa quale è Pisa secondo me ha una sorta di obbligo a giocarsi al meglio le proprie chance, e se poi alla fine di questa stagione arriverà “soltanto” la salvezza non è certo un dramma.
Perché hai scelto di fare l’allenatore?
Ho scelto di fare l’allenatore perché mi piace il fango ed il profumo dell’erba, ed ho bisogno del campo per trasmettere la mia passione piuttosto che una scrivania ; sono rimasto quello che ero quando correvo sulla fascia, sono anti social e cerco ai miei ragazzi di insegnare la sostanza e non l’apparenza attraverso tutto quello che ho imparato nel corso della mia carriera. Perché per arrivare a qualcosa nel mondo del calcio attuale c’è davvero da sudare e da impegnarsi come non mai, certamente anche di più rispetto a quando giocavo io.
Un abbraccio e in bocca al lupo per la tua nuova avventura.
Crepi il lupo! Auguro ogni bene al Pisa perché Pisa mi ha dato tutto ed io sarò sempre tifoso dei colori neroazzurri
IN COLLABORAZIONE CON ILPISASIAMONOI