Il tecnico nerazzurro Alberto Aquilani, dalla sala stampa Renzo Passaponti dell’Arena Garibaldi, ha parlato di fronte ai giornalisti, anticipando i temi dell’ultima sfida di campionato contro l’Ascoli.
Quali motivazioni si danno alla squadra per un ultimo turno che vede il Pisa non giocarsi nessun obiettivo?
“Penso sia abbastanza semplice. Giochiamo una partita di Serie B che vale una giornata, la possibilità di far gol, di migliorare una statistica. Si possono trovare mille modi e mille motivazioni. Nella mia testa non mi pongo questa domanda. Ci siamo allenati come abbiamo sempre fatto e cercheremo di onorare al meglio il campionato, cercando di arrivare al meglio e migliorando il risultato della scorsa stagione”.
Qual è la situazione dei giocatori?
“Ci sono delle situazioni da verificare. Caracciolo non c’è perché ha avuto una lesione muscolare, nemmeno Hermannsson. Veloso torna, il resto ci siamo, Masucci ha un problema da valutare. Non c’è neanche Esteves. De Vitis sta bene”.
Questa squadra sarebbe potuta arrivare ai playoff?
“Quando sono venuto qua nessuno mi ha dato l’obiettivo di arrivare ai playoff. L’ambizione poi porta ad alzare l’asticella. Credo che questa squadra avesse le possibilità di fare qualcosa in più. Bisogna dar valore al fatto che, qui dentro, è stato spostato il focus sui playout. Non ci siamo però mai avvicinati, una volta però che ci si toglie questa paura fa parte della stagione complessa. Secondo me sì, ci saremmo potuti arrivare. Penso che questa squadra ci sarebbe potuta arrivare. Vedo capacità umane importanti e secondo me è stato programmato un lavoro importante. Ci sono tanti giocatori che sono cresciuti e hanno attirato l’attenzione di grandi club. C’è nero, c’è bianco, ma anche grigio”.
Cosa ti ha dato questa stagione?
“Tutto. Per me era la prima esperienza da allenatore tra i professionisti. Posso garantire che ciò che io voglio proporre si può fare. Come diciamo sempre è una linea che dev’essere condivisa anche nella scelta dei calciatori. Sono loro che fanno la differenza. Ho trovato calciatori che ci hanno creduto fino in fondo, ma mi rendo conto che la scelta dovesse essere mirata. La cosa più bella è stata il rapporto con loro. Con uomini e calciatori, così come con i giornalisti, gestendo il rapporto. Il rapporto con i tifosi, ciò che è successo, molto è stato per me formativo. Sono venuto qui a proporre quello che volevo proporre, ho capito cosa mi serve, cosa non mi serve”.
Vi metterete al tavolino con la società?
“Esporrò la mia idea alla società e vedremo sarà condivisa. Per me il focus è questo, cercare di capire se chi comanda è d’accordo con ciò che voglio fare io. Capiremo se siamo allineati per andare avanti insieme. A fine anno parleremo e analizzeremo quello che è stato, per poi tirare le somme, indipendentemente dal contratto che ho con la società”.
Il risultato finale rispecchia la vostra stagione?
“Se siamo stati sempre tra il nono e il tredicesimo posto non posso darvi torto se si dice questo. Si cerca sempre di migliorare e di fare il massimo”.
Se tu potessi cambiare una cosa, quale cambieresti?
“Forse l’infortunio di Tramoni alla prima giornata. Un ragazzo per il quale ho intravisto tante buone cose. Mi ha dato fastidio”.
Cosa chiederebbe alla società per migliorare il cammino fatto? E quale consiglio darebbe se non dovesse più essere l’allenatore del Pisa?
“Non è corretto rispondere alla prima domanda, ma ti rispondo dicendo che mi lego a ciò che ho detto prima. Dopo un anno così ho toccato con mano, prima non conoscevo bene questa squadra, oggi ho delle certezze e posso parlare con cognizione di causa. Condividere l’idea vuol dire lavorare, scegliere i calciatori insieme, ciò che ruota intorno a un’idea. Così ci si rende conto. Dato che voglio il bene del Pisa cercherò di fare di tutto per fare in modo che migliorino le cose. Se sarò io l’allenatore di questa squadra voglio fare le cose in un certo modo”.
Giovanni Corrado al termine della sfida col Sud Tirol ha affermato che ci sono cose più importanti rispetto a una punta da 20 gol. E’ d’accordo?
“C’è del vero in ciò che dice, l’ambizione dev’essere anche razionale. A tutti piacerebbe fare la Champions League, ma poi esiste una realtà. La realtà di oggi di Pisa è che deve migliorare sotto tanti aspetti. Il centro sportivo ci limita e la storia della pioggia è vera. Quando piove rischiamo di non allenarci. Inoltre è un peccato che lo stadio sia in queste condizioni. Lo stadio è uno stadio che non va bene, forse neanche per la Serie B. Se c’è una proprietà pronta per tutto questo bisogna agevolarli. Da ciò che sento vorrebbero far tanto, spero che gliene venga data la possibilità. Così si può fare ciò che serve per andare in Serie A. Oggi probabilmente non siamo pronti. Le basi però ci stanno e il tifoso dev’essere contento. Non è una cosa né facile né scontata. Lavorandoci si può fare qualcosa in più. Bisogna lavorare correttamente e bene”.
Com’è stata la presenza della società quotidianamente?
“La società è stata esemplare, mi hanno sempre lasciato lavorare nel modo giusto. La gestione delle sconfitte e delle vittorie non è semplice. Gestire la sconfitta mi ha dato tanto, da parte loro. Si può buttare tutto all’aria invece sono sempre stati molto lucidi nell’analizzare la partita”.
Siete arbitri della lotta salvezza
“La partita ci deve dar tanto e avremo tutti gli occhi addosso. Dovrà essere uno stimolo per far bene. Vogliamo andare ad Ascoli per vincere la partita. Non riesco a pensare a qualcosa di diverso rispetto a questo”.
Arena, quanto è cresciuto?
“Si abbina a ciò che io chiedo all’interno di una squadra. E’ stato preso inizialmente come una riserva, abbiamo visto delle potenzialità. Era stato seguito a Gubbio e vedevo che era un calciatore che doveva crescere. A fine anno dico che è uno di quei calciatori molto adatti a come intendo io il calcio. Deve migliorare e crescere nella sua forza e autostima, può e dev’essere più determinante. Avercene come lui”.