Nel corso della puntata numero 131 di Finestra sull’Arena è intervenuto in videochat Antonio Montella, ex attaccante del Pisa SC nelle stagioni targate Gennaro Gattuso. I temi affrontati sono di stretta attualità, tra Covid-19, Pisa e la vicenda Marconi, assolto dalle accuse di razzismo, ma anche il suo passato in nerazzurro. Rivedi la trasmissione e rileggi le parole di Antonio Montella.


Come va Antonio in questo periodo?

Ho ricominciato a lavorare da circa tre mesi, perché ho deciso di giocare in Eccellenza, ma data la pandemia i campionati sono fermi da novembre e posso dedicarmi di più al lavoro attualmente, visto che mi divido tra calcio ed extra calcio. In Eccellenza non c’è da parte di nessun presidente la voglia di ricominciare, perché vorrebbe dire sobbarcarsi le spese dei tamponi settimanali oltre ai rimborsi, è meglio rimandare tutto a settembre, ma così facendo le Serie D non retrocedono e risparmieranno, solo chi giocherà per vincere spenderà qualcosa, ma ciò darà problemi ai ragazzi che vivono di solo calcio.

Parliamo di stretta attualità. La positività di Luca Vido, calciatore del Pisa, al tampone. Come vivete queste situazioni da calciatori?

Io ho contratto il Covid-19 qualche tempo fa e sono stato 30 giorni a casa, non sono stato asintomatico e ho avuto una settimana a 39 di febbre. Capisco bene la situazione e dico che quando ho ripreso è stato traumatico. Si perde l’uso del proprio corpo, costantemente tra il divano e il letto. Non riuscivo a sentire gli odori e anche una volta negativizzato non ho sentito odori e gusto, con quella tosse molto particolare. La ripresa è stata brutta, ci ho messo 2-3 settimane per togliermi le scorie che mi portavo dietro. Anche mia figlia piccola è stata contagiata, ma non ha avuto conseguenze.

Ci dispiace per quello che hai passato, ma siamo felici che tu ne sia uscito. La respirazione è tutto per uno sportivo, tu come l’hai vissuto?

Stando in Eccellenza non ho potuto testare il campo perché si sono fermati i campionati, ma le prime settimane post-covid mi rendevo conto che un semplice allungo di corsa diventava molto problematico rispetto al solito.

Montella all’Albinoleffe

Parliamo dell’assoluzione di Marconi, una vicenda che ha assunto toni grotteschi e si è risolta in una bolla di sapone. 

In generale all’interno di una partita a volte saltano gli schemi mentali, ma comunque sia le provocazioni ci stanno e quello che viene detto in campo deve restare in campo. A volte si confondono cose normali per un razzismo che non c’è. Mia moglie, ad esempio, viene dall’Eritrea, quindi tutto mi si può dire tranne che sono razzista, ma è chiaro che se si gioca in campo a volte volino parole grosse tra i calciatori. Nel caso specifico di Marconi è stata solo una cosa mediatica, ma dato che nessuno aveva sentito nulla, neanche il calciatore, mi sembra che sia più stata una volontà da parte di qualcuno di rendersi protagonista, per intenderci.

Come giudichi la stagione attuale del Pisa? 

Il Pisa è partito bene in questa stagione, poi ha avuto un periodo di flessione, ma ora ha avuto una nuova fase crescente. Il caso di Vido che aveva appena ritrovato il gol ed è stato costretto a fermarsi mi fa pensare al mio amico ed ex compagno Giuseppe Sibilli che appena aveva trovato il suo spazio nella squadra, segnando e convincendo, si è purtroppo fatto male ed ora è stato costretto a star fermo per infortunio. A Bergamo pure giocava poco all’inizio, quando eravamo insieme all’Albinoleffe, ma gli ho sempre consigliato di lavorare a testa bassa. Lui così fece e così ha fatto anche a Pisa, riuscendo a mettersi in evidenza. Dispiace si sia fatto male e spero si riprenda presto tornando a giocare titolare.

Montella durante Pisa-Hellas Verona

Parliamo del tuo ex allenatore Rino Gattuso

Io seguo il Napoli, le vedo da ‘tifoso’, è normale che per lui sia un momento di difficoltà, la stampa e i media non lo stanno aiutando a lavorare, la piazza è molto esigente e tutto viene amplificato. Sta facendo da parafulmine, ma probabilmente alla lunga questa cosa lo logorerà. A Pisa questa cosa lo aiutò, ma a Napoli rischia di bruciarsi facendo il parafulmine, l’augurio è che lui riesca nella sterzata per raggiungere la zona Champions. Lui ti faceva sentire importante, quando arrivai a Pisa pensavo di essere epurato come gli altri, ma lui mi disse che se mi fossi impegnato, anche se non partivo come prima scelta, avrei potuto dire la mia. Aveva capito che potevo dare molto subentrando a partita in corso ed effetti soprattutto in serie C riuscii a realizzare goal importanti anche se ho il rammarico di non avere segnato un gol in Serie B. Mi ero conquistato la cadetteria con le mie forze e purtroppo situazioni esterne al terreno di gioco non hanno permesso di giocarcela come ci meritavamo, questo è il rimpianto più grande che ho per quel che riguarda la mia esperienza a Pisa. Vincere un campionato a Pisa non è una cosa banale e ti resta dentro tutta la vita.

 

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018