In quattro anni la dirigenza del Pisa è cambiata drasticamente, passando da una proprietà che aveva portato la società sull’orlo del fallimento a dirigenti di profilo mondiale come Marco Lippi, uno dei manager in campo finanziario tra i più importanti al mondo. Una svolta silenziosa, nata in gran segreto tra gentleman. E ora la città può sognare. Che Pisa sarà adesso? Cosa ci aspetta, sul campo e nel mercato? Cosa vuole la nuova società dal futuro?
FOOTBALL MANAGER – Per chi gioca a Football Manager, il popolare videogioco calcistico in cui gestire ogni aspetto tecnico e societario di una squadra di calcio, raramente capita che, ogni tanto, tra i messaggi del gioco, un magnate si interessi all’acquisto di una società. Neanche nel videogioco la squadra interessata è quella controllata dal giocatore, che è chiamato con le sue forze alla scalata del calcio italiano. In questi 20 giorni di passione la città di Pisa è stata travolta di emozioni, le stesse di un giocatore che si ritrova a dover fare i conti coi debiti nel videogioco a una società dalle potenzialità economiche infinite.
COSA CI ASPETTA – Cosa succederà adesso? Cosa aspetta il Pisa nei prossimi giorni da qui alla fine del mercato? Intanto una garanzia, perché dal punto di vista sportivo la triade Giovanni Corrado, Roberto Gemmi e Luca D’Angelo resta, mentre una nuova triade, composta da Alexander Knaster, Giuseppe Corrado e Marco Lippi, top manager di livello mondiale, si sta componendo per il futuro societario. Un consiglio di amministrazione rinnovato, composto da 7 membri, a maggioranza Knaster, tra cui anche la moglie Irina, mentre 3 membri restano di sponda corradiana. In questa piccola rivoluzione si è scoperto anche il nome della società con cui Knaster ha comprato il Pisa, divenuto ora ‘maltese’. Si tratta della ‘Ak Calcio Holdings Ltd’ con sede proprio a Malta. La sconfitta di Chiavari con l’Entella ha portato per un attimo i tifosi con i piedi per terra, molti dei quali, sui social, invocano a stare attenti per la salvezza e chiedono alla società di investire sul mercato. I tifosi però possono stare tranqulli e non allarmarsi, anche se a Pisa in passato si è stati spinti a pensarla diversamente. La strategia del Pisa adesso quale sarà? Dal punto di vista sportivo, anche se D’Angelo ha detto che il Pisa non interverrà sul mercato, le cose sono diverse. Gemmi è sempre alla ricerca costante di elementi che possano migliorare la squadra, ma verranno ingaggiati solo giocatori che potranno integrarsi nel gruppo già esistente, senza rivoluzioni. A conti fatti non avrebbe senso rivoluzionare una squadra già fatta, comprando senza criterio, spendendo e spandendo. Non è questo il metodo dell’attuale dirigenza, non è questo il metodo di Knaster, che si è affidato ai Corrado proprio per la loro capacità di far crescere in maniera intelligente società e progetto sportivo. Per capirsi, il Pisa non farà la guerra al Monza, non giocherà quel tipo di partita. Gemmi cerca un centrocampista, un difensore, più un terzino da questo punto di vista, e se riesce anche un trequartista e potrebbero arrivare tutti e tre. I nomi restano segreti, ma il Pisa li vuole forti, giovani e pronti, per accrescere, come un’Atalanta o un’Udinese, il loro valore negli anni.
IL FUTURO – Cosa vuole la nuova società? L’obiettivo è chiaro, sussurrato dietro le quinte anche se non dichiarato. Ne analizza bene i segnali il responsabile della pagina sportiva de La Nazione Saverio Bargagna. Anche se questo potrà essere un anno di transizione, Knaster vuole la Serie A. Già dalla prossima stagione il Pisa cercherà di creare una infrastruttura tecnica e societaria di altissimo livello, per andarci e restarci e, magari fare una capatina ogni tanto in Europa. Sembra fantascienza, ma non lo è. Sullo sfondo, resta centrale la partita per lo stadio, perché la società ha in mente di terminare i lavori entro il 2024, secondo le parole di Alessandro Pasquarelli di Yard, rivelate nei giorni scorsi. Tutto ciò è strettamente connesso alla riqualificazione del quartiere di Porta a Lucca, nonostante ‘La Città Ideologica‘ (e non ecologica), come soprannominata dall’assessore Latrofa a Finestra sull’Arena, sia tra coloro che hanno i prosciutti agli occhi e, in nome di chissà quale principio e immobilismo, preferirebbero che il quartiere restasse com’è, tra cancellate e ruggine, mentre invece uno stadio nuovo porterebbe benefici e farebbe aumentare il valore delle case. Anche la geografia della città cambierà, perché nell’operazione della riqualificazione del Santa Chiara è coinvolto anche Pasquarelli, lo stesso di Yard che si occupa dello stadio. Due operazioni diverse, ma strettamente connesse.