Una brutta sconfitta a Terni ha certificato la crisi del Pisa in un momento nel quale invece sarebbe stato necessaria un’inversione di tendenza. Oggi l’intera squadra, dal primo all’ultimo interprete, merita critiche dure, ma anche lucidità. Vediamo, a mente fredda, qual è la situazione in casa nerazzurra e come lasciar fuggire i buoi dal recinto sarebbe totalmente controproducente.

UN ALTRO SGUARDO A TERNI – Prima di tutto è necessario ritornare un attimo sulla partita di ieri in terra umbra. Per prendere in prestito un paragone tanto caro all’amico Gabriele Bianchi, nel momento in cui il Pisa avrebbe dovuto affondare il colpo di grazia, ieri invece è stato rimbalzato, inerme, come se avesse subito la carica del San Michele sul Ponte di Mezzo. Dal possibile 2-0 di Torregrossa si è passati invece a un completo ribaltamento di fronte che ha lasciato attoniti tifosi e addetti ai lavori. L’emblema di questa sconfitta è la prestazione opaca di Gliozzi, totalmente inconsistente nel suo ingresso in campo nella ripresa. Una partita da 4, come il numero dei suoi irritanti e inutili colpi di tacco. Dopo il 2-1 della Ternana, i nerazzurri non hanno neanche provato a pareggiarla, sparendo dal campo.

I NUMERI – I numeri, come sempre, non mentono. Basta farsi un giro nel ruolino generale delle ultime 6 giornate per vedere come il Pisa abbia collezionato solo 5 punti, con 3 sconfitte, 2 pareggi e una sola vittoria, risultando il peggiore attacco di questa fase di campionato, con sole 4 reti segnate e un virtuale diciassettesimo posto. Numeri da retrocessione. Come già evidenziato nei giorni scorsi l’attacco del Pisa non riesce a fare più la differenza e, anche se ieri è tornato al gol Moreo, comunque ci restituisce un reparto che ha segnato solo 6 delle 13 reti dei nerazzurri nel girone di ritorno, un altro numero tragicamente negativo, dato che le partite del girone di ritorno sono 14 e ciò significa che la squadra di D’Angelo viaggia alla media di meno di un gol a partita.

MANCANZA DI GIOCO – A mancare è anche il gioco. Il Pisa è la squadra che, più di tutte le altre nel campionato di Serie B, ma anche in Italia, fa ricorso, nelle prime due categorie al lancio lungo del portiere, saltando di fatto la fase di costruzione e costringendo giocatori più tecnici come Morutan o Sibilli ad avventarsi sulle seconde palle invece di riceverle dai compagni. C’è un motivo se Livieri e Nicolas sono quelli che hanno i numeri più alti di tutto il campionato per ciò che riguarda i rinvii. Eppure il Pisa dei 14 risultati utili consecutivi non era tutto qui, ma riusciva comunque a creare gioco e a rendersi pericoloso, cosa che adesso appare come un lontano ricordo.

SQUADRA IMMATURA – C’è un altro gravissimo problema da risolvere però. Quello nella testa dei giocatori, più volte sussurrato da Luca D’Angelo, quasi come un grido d’aiuto, nelle ultime conferenze stampa, ma anche da Caracciolo ieri nel post partita. La squadra, alle prime difficoltà, si scioglie come neve al sole, restituendo l’immagine di una mentalità debole, immatura e senza continuità. Chiaro che, più va vanti la stagione, più questo problema rischia di diventare atavico e difficile da risolvere, ma radicato e tatuato a pelle. Eppure basterebbe poco per ritrovare la fiducia in sé stessi, magari proprio una vittoria in uno scontro diretto.

COSTI E BENEFICI – 2,5 milioni per Moreo, 1,8 milioni per Torregrossa, 1,8 milioni per Canestrelli, 500 mila euro per Rus, potenziali 5,5 milioni per Morutan, 6 per Esteves, 4 milioni per i fratelli Tramoni, 2,1 milioni di euro per il riscatto di Beruatto. A conti fatti il Pisa potrebbe spendere, a fine stagione quasi 25 milioni di euro, più 16 dagli stipendi. Questa stagione quindi si configurerebbe come la più costosa di sempre e, finora, ha prodotto ‘solo’ un ottavo posto. Anche se i numeri non mentono però non bisogna fermarsi a questo esclusivo aspetto.

ASSET E PERCORSO – Il Pisa si è ritrovato con la proprietà più ricca che abbia mai messo mano alla squadra in oltre 114 anni di storia. Una proprietà, a quanto detto da Corrado, interessato al progetto e che non si lascia condizionare da qualche risultato negativo. In poche parole, meglio di così non potrebbe andare. Molti dei giocatori attenzionati dal Pisa, da Rus a Tramoni passando per Beruatto, Morutan ed Esteves, sono giovani asset su cui costruire il futuro o su cui poter effettuare future plusvalenze. E’ vero che il Pisa ha speso tanto, ma il Pisa non ha speso ‘solo’ per andare in Serie A, ma per un progetto da medio-lungo termine e questo non dobbiamo dimenticarlo.

IL DISFATTISMO NON HA SENSO – Dopo aver analizzato i fatti e i numeri, anche se adesso è tutto nero, il Pisa si trova all’ottavo posto in classifica e bisogna essere realisti. Le stesse difficoltà che sta incontrando la squadra di D’Angelo sono incontrate dalle altre squadre, basti pensare che nessuna delle formazioni coinvolte nella lotta playoff è riuscita a vincere in questo turno. Inoltre se i nerazzurri arrivassero, in qualsiasi posizione, agli spareggi, questo sarebbe un successo per come era partita la stagione, che ha costretto a rivedere tutta la strategia estiva e invernale, sicuramente comunque non priva di critiche, ma che saranno analizzate a fine stagione. Certamente non disputare i playoff darebbe a questa annata i connotati di una stagione fallimentare, ma il tecnico nerazzurro, sebbene anche lui non sia fuori dalle critiche, è comunque il minor responsabile della situazione attuale. Una situazione che, però, non è ancora definitiva. Il Pisa attualmente è sempre all’interno dei playoff che potrebbe centrare per il secondo anno di fila. Un risultato comunque eccezionale dopo il disastroso avvio di stagione e, soprattutto, dopo una batosta come quella della finale contro il Monza dello scorso campionato, dalla quale la maggior parte delle altre società, in passato, dopo una finale persa, sono quasi sempre fallite o retrocesse. Frasi come “è inutile fare i playoff, pensiamo al prossimo campionato” non hanno il minimo senso. Il Pisa ha il dovere di riprendersi, il dovere di giocare questi playoff e il dovere di provare, fino all’ultimo, a giocarsi le proprie carte. Questi sono i valori del calcio e dello sport. Il resto è solo mentalità depressa e da perdenti. Al limite è necessario rivedere qualche aspettativa e pensare come outsider, ma fin quando non arriverà il fischio finale dell’ultima partita della stagione, chi è in gioco deve giocare.

 

 

Commenti

Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018