Gran finale per Anima Mundi, venerdì 27 alle 21 in Cattedrale, con importanti voci soliste, il Coro Filarmonico Cèco e l’Orchestra Janáček di Ostrava in due partiture di compositori cèchi del Novecento: una di rara esecuzione da noi, La montagna delle tre luci, scritta nel 1954 da Bohuslav Martinů (1890-1959), e la grandiosa Messa glagolitica di Leoš Janáček (1854-1928), del 1926. A dirigere l’orchestra sarà, per la prima composizione, Marek Rajnoch, e per la seconda Gábor Káli. Il concerto è preceduto dal tradizionale benvenuto di ottoni e percussioni dal Campanile.
La montagna delle tre luci, fu scritta da Bohuslav Martinů nel novembre del 1954, mescolando cultura religiosa, radici etniche e attualità già nella confezione del testo, che descriveva la solitudine di Cristo nel Getsemani e il presentimento della morte imminente, in una notte illuminata in lontananza, sulla collina del Tempio, dalle torce degli armati che si preparano ad arrestarlo. Come in un mosaico, combinò insieme versetti dei Vangeli di Matteo e Luca, un canto popolare cèco e passi da On the steps of the Master (Sulle tracce del Maestro), racconto del viaggio in Palestina dello scrittore inglese Henry Vollam Morton, affidando le parti più narrative a una voce recitante. Stessa operazione per la musica: un folclore molto stilizzato, secondo la strada adottata da tanti altri compositori dell’Europa orientale nel Novecento, si fonde con linee nitide e intense specialmente nella sillabazione dei due solisti e del coro, sostenuti dall’organo, ricreando un arcaismo essenziale e incisivo.
Il temine “glagolitica” (in cèco glagolskaja) è riferito al più antico alfabeto slavo, ideato nel IX secolo dai santi Cirillo e Metodio nel quadro della evangelizzazione dei popoli dell’Europa orientale per rendere disponibili i testi sacri anche nell’antico slavo ecclesiastico, e più tardi sostituito dall’alfabeto cirillico tuttora in uso. Si stava avvicinando il decimo anniversario della caduta dell’Impero austroungarico e della conseguente indipendenza dell’allora Cecoslovacchia, e in questo contesto Janáček pensò di creare una Messa che utilizzasse il testo latino dell’Ordinarium tradotto nell’antico slavo ecclesiastico. Ci lavorò fra agosto e ottobre del 1926, e l’esecuzione dell’8 aprile 1928 nella Sala Smetana di Praga, è quindi da considerarsi come la vera prima del lavoro, nell’anno del centenario dell’indipendenza e nella capitale dello stato nazionale che ne era scaturito. Janáček morì quattro mesi più tardi.
Il progetto dall’Arcidiocesi di Pisa-Caritas Diocesana che questa sera il pubblico di Anima Mundi può sostenere è Cittadella della Solidarietà. SI tratta dell’emporio di generi food e non food che la Caritas diocesana di Pisa gestisce con risorse proprie per rispondere alla domanda di sostegno sempre crescente delle famiglie impoverite dalla crisi. Un piccolo mercato dove tutto ha un valore ma niente ha un prezzo, che offre un sostegno indiretto al reddito, che è capace di recuperare e di redistribuire nel circuito della solidarietà tutto quello che, ancora integro, sarebbe andato distrutto, sottraendo allo spreco. Durante il 2023 sono state aiutate più di 535 famiglie e molte realtà parrocchiali che avevano visto esaurire le loro risorse in una logica di comunione e di sussidiarietà.
Al momento le prenotazioni online sono esaurite. A partire dalle ore 18 del giorno di concerto, i biglietti rimasti e non ritirati vengono messi in distribuzione solo presso la biglietteria.
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