Venerdì 13 aprile verrà inaugurata a Pisa, presso la sede della Casa della donna (via Galli Tassi 8), la mostra fotografica di Tano D’Amico “La lotta delle donne”. All’inaugurazione parteciperà anche l’autore. La mostra, che rimarrà aperta fino al 13 maggio e con la quale si chiude il denso programma di iniziative “Non solo l’otto marzo”, sarà visitabile gratuitamente tutti pomeriggi dalle 16 alle 19 (escluso sabato e festivi), lunedì e mercoledì mattina dalle 10 alle 12.30.
Nella mostra, allestita grazie alla collaborazione con l’associazione Archivi della Resistenza e al patrocinio del Comune di Pisa, Tano D’Amico racconta in 30 foto in bianco e nero le battaglie delle donne dal 1970 fino ai primi anni Duemila, le grandi manifestazioni del movimento femminista ma anche il movimento per il diritto alla casa, quello contro il nucleare e per la pace di cui le donne sono state grandi protagoniste, fino al movimento No Global. E poi il funerale di Giorgiana Masi, le lotte nelle fabbriche e nella campagne, la rivolta nel carcere di Rebibbia e le Street Parade del nuovo millennio.
Tano D’Amico (1942, siciliano ma romano d’adozione) è uno dei più apprezzati fotografi italiani e punto di riferimento tra i fotoreporter. “Fotografo di strada”, come lui stesso ama definirsi, nel suo lavoro ha dedicato particolare attenzione ai cosiddetti anni della contestazione e a documentare la rivolta, il conflitto e il cambiamento di quegli anni e non solo. Da qui il suo grande interesse per le donne come soggetto storico e politico. “Le donne più degli uomini resistono alla rimozione dei nostri anni – dichiara Tano D’Amico – sono state più innovatrici, più sovversive. Hanno fatto vedere che si può vivere in un mondo rovesciato. Hanno realizzato di più. Le loro istanze sono diventate diritti riconosciuti in tutto il mondo”.
“Siamo molto contente di ospitare questa mostra perchè – afferma Carla Pochini presidente della Casa della donna – le donne rappresentate da Tano D’Amico non hanno nulla a che vedere con i modelli di immagini oggettivate e mercificate, con gli stereotipi sessisti ancora prevalenti nella nostra società, ma sono donne protagoniste del cambiamento che abitano e agiscono nella storia, piene di fierezza e dignità”.