Nell’anno che celebra i 500 anni dalla morte di Raffaello, la Direzione regionale musei della Toscana del Mibact e Haltadefinizione, tech company di Franco Cosimo Panini Editore, insieme al lavoro sul Miracolo degli impiccati, conservato nel Museo nazionale di Palazzo Reale di Pisa e ritenuto opera giovanile del maestro urbinate, con l’acquisizione digitale del dipinto, che arricchisce la Image Bank di Haltadefinizione.
L’opera è ritenuta parte della predella della pala dell’Incoronazione di San Nicola da Tolentino, composta da tre tavole che dovevano raffigurare scene della vita del santo, commissionata a Raffaello e a Evangelista di Pian di Meleto nel 1500 da Andrea di Tommaso Baronci per la sua cappella nella chiesa di Sant’Agostino a Città di Castello. Lì l’opera rimase fino al 1789, quando un terremoto la danneggiò gravemente tanto che non fu restaurata, ma divisa in varie parti che, in seguito a numerose vicissitudini, furono disperse. Solo grazie ad alcuni disegni preparatori del giovane artista, a una copia realizzata nel 1791 da Ermenegildo Costantini, e a meticolose ricerche è possibile ricostruire la pala nella sua interezza. Oggi i frammenti si trovano in diverse collezioni museali in Italia, al Louvre e a Detroit e la tavola con il Miracolo degli impiccati è pervenuta alle collezioni pubbliche e a Palazzo Reale in seguito al sequestro della collezione Schiff Giorgini nel 1970.
La tavola rappresenta uno dei miracoli attributi a San Nicola da Tolentino che avrebbe salvato dall’impiccagione due fratelli, Mizulo e Vanni da Osimo, accusati ingiustamente, sorreggendoli per quattro giorni, fino alla loro liberazione. La composizione era completata da altre due tavole che mostravano altrettanti miracoli compiuti dal santo: il Miracolo delle pernici e la Resurrezione del bambino.
Gli studiosi hanno dibattuto a lungo sulla paternità dell’opera e sull’attribuzione al giovane Raffaello: la critica è oggi orientata a individuare l’operato dell’urbinate nella parte centrale del dipinto con il santo, la forca con i due impiccati e il paesaggio retrostante che sembrano attribuibili a mano diversa dalle figure marginali.
La digitalizzazione dell’opera in Gigapixel potrà essere uno strumento utile per approfondire gli studi sulla tavola, per verificare le varie ipotesi e per acquisire ulteriori elementi utili alla ricerca. La riproduzione digitale in altissima definizione e il visore multimediale di cui dispone Haltadefinizione, consentiranno, infatti, di indagare il dipinto in ogni dettaglio e di studiare in modo inedito le superficie pittorica.
“L’acquisizione del Miracolo degli impiccati prosegue la proficua collaborazione già avviata tra la Direzione regionale musei della Toscana e Haltadefinizione” afferma Stefano Casciu, direttore della Direzione regionale musei della Toscana, “che ha già consentito di digitalizzare e rendere fruibili online le opere del Beato Angelico del Museo di San Marco di Firenze e che oggi permette al pubblico, nel senso più ampio del termine, di apprezzare fin nei minimi particolari quest’opera, non solo proponendone l’accessibilità online ma anche con uno strumento a tutti gli effetti all’avanguardia”.
“Tra le straordinarie opportunità che offre la digitalizzazione, spicca quella di essere un prezioso supporto per studiosi e ricercatori” spiega Luca Ponzio, founder di Haltadefinizione. “L’immagine che si ottiene grazie alla tecnologia Gigapixel permette di indagare in modo approfondito ogni singola pennellata e le crettature della superficie pittorica, con una precisione nell’ordine di decine di micron, rilevando dettagli non visibili a occhio nudo. Haltadefinizione ha sviluppato tecnologie di acquisizione e diagnostica pensate per ogni esigenza di digitalizzazione, fissando parametri molto ambiziosi in termini di qualità e risoluzione delle immagini finali nel massimo rispetto dell’originale”.
“La possibilità di acquisire e rendere fruibile la tavola con il Miracolo degli impiccati in questo momento particolarmente complicato a causa dell’emergenza sanitaria, che ha costretto i musei a rivedere la loro programmazione, riveste un’importanza particolare perché consente di mettere a frutto e rendere visibile il lavoro di backstage portato avanti in questi mesi di chiusura e di non perdere l’opportunità di valorizzare l’opera dell’artista urbinate in occasione della ricorrenza dei cinquecento anni dalla sua morte” aggiunge Fabrizio Vallelonga, direttore del Museo nazionale di Palazzo Reale.
L’opera, per la prima volta digitalizzata, è visibile sul sito di Haltadefinizione.