La Traviata di Giuseppe Verdi debutta sul palco del massimo teatro pisano nella nuova produzione del Teatro di Pisa con la Fondazione Pergolesi Spontini che riprende uno degli allestimenti più celebri, quello ‘degli specchi’, e più rappresentati dal 1992, anno della sua ideazione per lo Sferisterio di Macerata.
Secondo titolo della Stagione operistica 2024/25, La Traviata sarà in scena venerdì 6 alle 20.30 e domenica 8 alle 15.30 con la regia di Henning Brockhaus e la direzione musicale di Nir Kabaretti sul podio dell’Orchestra Arché. Il grande richiamo di questo titolo, tra i più rappresentati al modo, ha fatto registrare già da settimane il tutto esaurito per entrambe le recite.
Il dramma d’amore di Violetta Valery e di Alfredo Germont avrà la sua anteprima mercoledì 4 alle 16, nella Prova Generale aperta alle scuole.
In attesa nella Prima, giovedì 5 dicembre, la Fondazione propone al pubblico un pomeriggio con due appuntamenti a ingresso gratuito, il primo dei quali per ricordare i 120 anni dalla intitolazione del Teatro di Pisa a Giuseppe Verdi, avvenuta nel 1904.
Profumo di Verdi… già tutti i sensi m’inebbriò è il progetto di arredo olfattivo che il Teatro Verdi ha ideato in collaborazione con Erbario Toscano, azienda creativa di profumi e ambasciatrice nel mondo del life style toscano. Profumo di Verdi sarà presentato alla stampa e al pubblico alle 17 nel Foyer dal presidente Diego Fiorini e dal direttore creativo di Erbario Toscano Egisto Bertozzi. Il pubblico potrà partecipare all’esperienza sensoriale di Tabacco Cashmere, la profumazione che per tutta la Stagione 2024/25 connoterà il Teatro con l’avvolgente fragranza di sigaro di tabacco toscano unito alle note sensuali e dolci dei legni ambrati. Seguirà un brindisi offerto dalla Fondazione Teatro di Pisa.
Alle 18 è invece in programma la Guida all’Opera, il tradizionale momento di approfondimento che, condotto dal direttore artistico Cristian Carrara accompagnerà il pubblico all’ascolto della Traviata attraverso il racconto di aneddoti e di curiosità, brani musicali, l’incontro con i protagonisti in scena. Saranno presenti il regista Henning Brockhaus e il direttore Nir Kabaretti.
Venerdì 6 dicembre, La Traviata di Giuseppe Verdi torna per la 98esima volta sul palco di Pisa – la prima si data il 15 marzo 1882, l’ultima nel 2021 (la prima assoluta ebbe luogo alla Fenice di Venezia il 23 marzo 1853). Il melodramma in tre atti composto da Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave e ispirato al romanzo La signora delle Camelie di Alexandre Dumasfiglio si presenta ora al pubblico pisano nella nuova produzione realizzata da Fondazione Teatro di Pisa e Fondazione Pergolesi Spontini che riprende lo storico allestimento con le scenografie ‘degli specchi’ ideate da Josef Svoboda (riprese da Benito Leonori), la regia di Henning Brockhaus, i costumi di Giancarlo Colis, le coreografie di Valentina Escobar, le luci di Michele Della Mea.
Il soprano spagnolo Ruth Iniesta, tra i talenti più importanti della nuova generazione di cantanti, interpreta Violetta Valery, il tenore Paolo Lardizzone, apprezzato interprete di ruoli verdiani, sarà Alfredo Germont, mentre il baritono Simone Piazzola, veterano del ruolo, sarà Giorgio Germont. Nel cast anche Elena Belfiore (Flora Bervoix), Ilaria Casai (Annina), Francesco Napoleoni (Gastone), Tommaso Corvaja (Barone Douphol), Giorgio Marcello (Marchese d’Obigny), Alessandro Ceccarini(Dottor Grenvil), Tommaso Tomboloni (Giuseppe), Marco Innamorati (Un domestico/Un commissario). Tra i protagonisti di questa produzione anche il Coro Arché istruito da Marco Bargagna.
“In questo allestimento – spiega il regista Henning Brockhaus – il tempo dell’azione si svolge intorno al 1900. Le ragioni sono di ordine estetico e sociale: la moda dell’epoca è molto più sensuale e raffinata di quella di vent’anni prima e l’opulenza e la decadenza sociali sono storicamente delineate con chiarezza. I costumi sono ispirati alla pittura di Giovanni Boldini, il cantore del bel mondo femminile parigino di fine secolo; abiti impalpabili, personaggi poco vestiti o vestiti molto leggermente perché qui in verità non si tratta di un banchetto in una abitazione signorile ma del salotto della più bella prostituta di Parigi”.
“Dal punto di vista della scenografia – prosegue Brockhaus -, l’unico impianto fisso è un enorme specchio che da un lato limita e concentra l’azione su un punto focale, dall’altra funziona come rispecchiamento e straniamento della verità di un dramma che è tale in quanto riflette per l’ennesima volta il sacrificio di una creatura quale esito tragico del voyeurismo erotico maschile. Lo specchio, dunque, riflette l’azione scenica. Le singole scene sono invece dipinte su grandi teli che giacciono a terra come enormi tappeti sopra i quali si muovono gli attori; un collage di varie pitture con motivi erotici tratti da stampe dell’epoca”.
Maggiori informazioni sul sito del Teatro
Nuova Produzione
Coproduzione Fondazione Teatro di Pisa e Fondazione Pergolesi Spontini (Jesi)
Allestimento Fondazione Pergolesi Spontini