Approda anche a Pisa L’Avaro di Molière firmato da Ugo Chiti (suoi adattamento, ideazione dello spazio e regia), protagonista Alessandro Benvenuti, che torna così sulle tavole del palcoscenico pisano, insieme con la compagnia Arca Azzurra Teatro: in scena al Verdi, secondo titolo della Stagione di Prosa, sabato 4 novembre alle ore 21 e domenica 5 alle ore 17.
Sabato, nel tardo pomeriggio, alle ore 18, in Sala Titta Ruffo, è in programma un incontro con Alessandro Benvenuti e la compagnia; coordina la conversazione Franco Farina.
Amaro e comicissimo, salutato fin dal debutto da un grande successo di pubblico e di critica, questo Avaro dai tempi teatrali e dal ritmo sempre fluido, senza mai un calo di tensione, si conferma in tutta la sua bruciante modernità di classico immortale che sa raccontare il presente senza bisogno di trasposizioni o forzate interpretazioni.
Spaccato familiare e sociale, L’Avaro ha per protagonista Arpagone, un capofamiglia balordo, taccagno e tirannico come tanti altri, circondato da un amabile e canagliesco intrigo di servi e di innamorati. Poi, un brutto giorno, Arpagone viene derubato e l’avarizia cessa di essere un tic, uno spunto di situazioni farsesche, per investire la psicologia di chi è stato defraudato di un oggetto di passione affettiva ed esclusiva, della sua unica ragione di vita.
«Il nostro Avaro occhieggia a Balzac – annota Ugo Chiti – senza dimenticare la commedia dell’arte intrecciando ulteriormente le trame amorose in un’affettuosa allusione a Marivaux. Contaminazioni a parte, Arpagone resta personaggio centrale assoluto mantenendo quelle caratteristiche che da sempre hanno determinato la sua fortuna teatrale, si accentuano alcune implicazioni psicologiche, si allungano ombre paranoiche, emergono paure e considerazioni che sono più rimandi al contemporaneo. La ‘parola’ è usata in maniera diretta, spogliata di ogni parvenza aggraziata, vista in funzione di una ritmica tesa ad evidenziare l’aggressività come la ‘ferocia’ più sotterranea della vicenda.»
Non è la prima volta che Ugo Chiti affronta i classici, basti pensare al Decameron di Boccaccio, o alla Clizia del Machiavelli, o ancora all’Amleto di Shakespeare, fino a un altro grande capolavoro di Molière, Il malato immaginario, e lo fa sempre lavorando quasi di scalpello, come anche nel caso di questo suo Avaro: «Lo sbalza e lo raggela, – scrive Gianfranco Capitta nella sua recensione – lo agita di ideologia e lo deprime del suo vizio biblico del possesso. Non a caso, assieme al suo fido ensemble dell’Arca azzurra, chiama a protagonista Alessandro Benvenuti con la sua provata esperienza. Che qui non risulta da mattatore (anche se non gli dispiacciono certi numeri di mestiere) ma piuttosto come malattia profonda e radicata, che pure fa muovere una intera economia. Economia del denaro e dei beni nascosti in quello che si rivela alla fine stregonesco antro di egoistiche proprietà, che rifluisce e tracolla come fiume impietoso e inarrestabile nella economia dei sentimenti. »
Uno spettacolo da non perdere. Per dirla con le parole del critico Enrico Groppali: «Una applauditissima messinscena che gioca con sarcasmo e ironia la carta del continuo scontro tra il protagonista e le sue maschere, sia in senso proprio che figurato. In una bella serata di comicità surreale che coinvolge con spirito l’intero cast.»
Con Benvenuti sono in scena Gabriele Giaffreda (Valerio), Lucia Socci (Elisa), Andrea Costagli (Cleante), Massimo Salvianti (Freccia), Dimitri Frosali (Mastro Giacomo), Paolo Ciotti (Don Anselmo), Giuliana Colzi (Frosin), Desirée Noferini (Mariana); ricerca e realizzazione dei costumi di Giuliana Colzi, luci di Marco Messeri, musiche di Vanni Cassori. Lo spettacolo, che dura 2 ore con un intervallo, è prodotto da Arca Azzurra Teatro.
Pochissimi i biglietti rimasti disponibili, in vendita al Botteghino del Teatro Verdi e nel circuito Vivaticket.
Per informazioni tel 050 941 111 e www. teatrodipisa.pi.it