A determinare se una stagione è quella giusta ci pensano anche gli infortuni. E se il Pisa quest’anno ha fatto così bene è stato anche per un numero estremamente ridotto rispetto a quanto avvenuto la scorsa stagione.
Nel 2023-24 i nerazzurri chiusero con l’incredibile cifra record di 55 infortuni, un dato che avrebbe lasciato a bocca aperta chiunque. Quest’anno invece, a malapena si raggiunge quota 16, con meno di un un terzo degli infortuni rispetto alla scorsa stagione. E pensare che la stagione era cominciata, da questo punto di vista, molto male, con lo stop di Esteves a causa della rottura del tendine rotuleo e, a stretto giro di posta, anche la rottura del crociato da parte di Leris. Probabilmente, se non si fossero verificati questi due casi, Touré non sarebbe sbocciato come invece è avvenuto. Nonostante questo, e nonostante la sfortuna di pochi infortuni, ma comunque molto gravi, però è stata una stagione, per lo più, di piccoli acciacchi, a parte questi due gravissimi colpi. Come dimenticare infatti i due infortuni di Oliver Abildgaard, che ne hanno limitato inizialmente l’inserimento in gruppo? Per non parlare di quelli di Emanuel Vignato, l’ultimo dei quali, alla caviglia, si protrae da ormai tre mesi. Al netto di tutto però la stagione sarà probabilmente ricordata anche per i problemi di Matteo Tramoni, per il quale si contano addirittura ben quattro stop forzati. Dopo la rottura del crociato nella scorsa stagione il corso infatti si è fermato spesso per problemi muscolari. Nonostante questo però è riuscito comunque a segnare 12 gol in 22 partite, pur rimanendo fermo per 11 partite. Come Tramoni anche Morutan ha dovuto fare i conti con qualche problema muscolare dopo il suo ritorno all’attività. Tra gli infortuni minori infine ci sono quelli di Stefano Moreo che, a causa di un paio di problemi muscolari, è stato fermo per due gare, oltre agli stop di Nicholas Bonfanti e di Jan Mlakar, prima della cessione e di Alessandro Arena. Insomma, se è stata una stagione fortunata, pur caratterizzata da problemi gravissimi, come nel caso di Esteves e Leris, lo si deve al ridottissimo numero di infortuni rispetto all’anno scorso. Lo staff medico e Inzaghi comunque hanno avuto una parte importantissima in questa conta, decidendo di non rischiare mai i calciatori che mostravano segni di affaticamento, riuscendo così a limitare i danni in più di una occasione.