Indubbiamente la sconfitta di Spezia fa male, molto di più di quella contro il Sassuolo. Non ci giriamo intorno, ieri il Pisa avrebbe potuto chiudere i conti definitivamente, invece ora è di nuovo tutto aperto. Come si fa però a metabolizzare questa sconfitta, per l’ambiente e per la squadra? Io conosco due soli modi. Seguite il mio ragionamento, vi prometto che non ve ne pentirete.

DUE CAZZOTTI – La doppia sconfitta nello scontro diretto è, di fatto un doppio enorme pugno in faccia, due cazzottoni che potrebbero mettere ko chiunque. Invece, bisogna ricordarlo, il Pisa è ancora in piedi. Ha ancora tre punti di vantaggio sulla terza classificata e 12 sulla quarta. I nerazzurri sono ancora davanti e forse, il commento più lucido, lo ha dato proprio l’allenatore dello Spezia Luca D’Angelo, che ha dichiarato “non li abbiamo mica ancora ripresi”, alla domanda di un collega molto ottimista in conferenza stampa nel post gara. Riprendiamo il controllo della situazione, dunque, con lucidità.

COSA NON STA FUNZIONANDO – In questo momento ci sono alcune cose che proprio non vanno. A cominciare dagli uomini chiave. Marin che si fa espellere qualche partita fa con fin troppa ingenuità, sempre Marin che ieri, di fatto, causa un gol e mezzo. Tramoni che ancora non è tornato al top della forma e sbaglia tutte le scelte da fare in partita. E poi due cose… Da un lato i nerazzurri sbagliano praticamente tutte le occasioni da gol che si presentano, sprecando come non mai. Immagino che questo sia anche fisiologico, in un campionato nel quale all’inizio riesce tutto, prima o poi le cose si riequilibrano. Dall’altro lato il Pisa subisce sempre per disattenzioni nelle uniche chance che lascia agli avversari. Sfortuna? Sicuramente, ma arrivati a questo punto, dove ci si gioca tutto, occorre essere perfetti oltre ogni limite. Non parlerei invece di scarso periodo di forma, né di crisi. Questa non è una squadra che gioca come se fosse in crisi. Parlerei invece, da un lato su alcune assenze e recuperi che stanno incidendo, come la situazione di Tramoni, dall’altro due giocatori che sono venuti meno, Moreo e Angori, perché hanno tirato davvero tanto la carretta in questi mesi. Angori così è in fase calante, Moreo si è dovuto invece fermare perché sovraccaricato. Ci sta, fa parte del gioco, ma è successo nel momento sbagliato. Il calcio però, come nella vita, pone tutti davanti a delle sfide. E queste sfide vanno affrontate.

PERDERE LA BATTAGLIA, MA… – Ieri è stata persa la battaglia, ma non la guerra. C’è chi però, per vincere la battaglia, potrebbe avere rischiato troppo e chi invece, è rimasto lucido e ha guardato al piano più grande. Mi riferisco alla diversa gestione degli infortuni di Moreo e Salvatore Esposito. Il primo è stato tenuto a riposo con la promessa di rivederlo contro il Mantova, il secondo invece ha giocato infortunato e, candidamente, ha ammesso in conferenza stampa di avere “rischiato il muscolo”. Starà fuori almeno due partite ed è un giocatore troppo importante per rimanere fuori. Inoltre alcuni fatti avvenuti lontano da Spezia-Pisa, tra i tifosi spezzini e quelli della Reggiana, rischiano di far giocare, tra Daspo e restrizioni, i liguri privi del proprio tifo più caldo nel momento in cui conterà di più, nelle prossime partite. Io mi tengo la gestione intelligente dell’infortunio di Moreo.

I TIFOSI – In queste due settimane l’ambiente è stato perfetto. Bellissimo l’esodo dei 7000 a Reggio Emilia, fantastici i 2000 che hanno supportato la squadra alla partenza dall’Arena, eccellente i tifo rumoroso dei 500 che, seppur privi dei gruppi organizzati, hanno lanciato cori, si sono lasciati andare anche ad alcune sciarpate e, va detto, hanno fatto una figura dignitosissima in casa dello Spezia, tanto da aver a tratti detto anche la loro sugli spalti. Chapeau. Brividi inoltre ieri sera, quando la squadra è tornata in città, accolta proprio da alcune centinaia di tifosi che sono accorsi a supportare i giocatori. Questo dev’essere lo spirito giusto. Ho però altresì letto fin troppe cazzate. “Gli esodi portano male”, “è stata caricata troppo la partita”, “sono più forti di noi”. Le partite si perdono, si giocano e si perdono. Ricordiamoci lo striscione della curva “Fin quando continuerete a lottare saremo sempre con voi”. Un mantra che deve essere anche il sale del tifo. Sugli spalti, così come per chi è in campo, si vince e si perde. L’importante è dare tutto, non buttarsi giù, non autosabotarsi. Portano male gli esodi? Stronzate, bisogna continuare a farli, in massa. Sì, vince chi va in campo, ma il tifo serve. E in questo caso la scaramanzia no. E’ stata caricata troppo la partita? Sciocchezze, c’erano le migliori condizioni possibili tra ambiente, squadra e media. Continuiamo così. Sono più forti di noi? L’arrivo è al Vigorelli.

E QUINDI? – In sostanza, alla fine, per tornare all’inizio dell’articolo: Come si fa però a metabolizzare questa sconfitta, per l’ambiente e per la squadra? Crederci e voltare pagina. Crederci, perché questa squadra lo merita, e ha dimostrato di essere meritevole di fiducia. Lasciate perdere le manie di protagonismo da social e i messaggi disfattisti. Conta solo crederci. Voltare pagina, perché è andata come è andata in queste due gare e non si torna indietro. Si può solo guardare avanti e preparare le prossime partite. Questo vale per tutti, anche per i giocatori naturalmente, che non si devono abbattere. Siamo sempre a un passo da un sogno, l’unica cosa che è cambiata è che si dovrà lottare fino alla fine. E, chissà, forse potrebbe essere ancora più bello.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018