Dopo Pisa-Spezia è tempo di riflettere sui temi di una partita dai molti spunti. Un pareggio in una gara difficile è quel che ci voleva per iniziare, ma la strada per la perfezione è ancora lunga. Chi ben comincia è a metà dell’opera, ma occorre tenere i piedi per terra.
DA D’ANGELO A INZAGHI – Spesso siamo stati abituati ad illuderci in questi anni. Dopo la Serie A sfumata in finale col Monza abbiamo dato fiducia a Maran, ma l’ex tecnico è imploso dopo 6 giornate. D’Angelo ha ridato una ventata d’aria fresca, ma a fine stagione i nodi sono venuti al pettine e molti giocatori hanno tirato i remi in barca. L’anno scorso invece è stato scelto Aquilani per il progetto tecnico, ma l’ex Fiorentina Primavera si è rivelato troppo acerbo e, allo stesso, modo anche lo spogliatoio un po’ è venuto meno, con la squadra che ha fatto peggio di quanto ci si aspettasse. Quest’anno invece si configura una squadra simile, con qualche innesto, ma senza grandi rivoluzioni. Inzaghi ha cominciato bene, ma occorre tenere i piedi per terra. Anche molti giocatori dovranno ancora dimostrare di essere cambiati nella mentalità, perché non accada più di sentir parlare di “problemi mentali”.
PISA-SPEZIA – Cosa resta dunque di Pisa-Spezia? Principalmente una filosofia tattica diametralmente opposta a quella dello scorso campionato. Con Aquilani il possesso palla era molto più marcato, quasi offensivo e per lo più inutile nella propria metà campo, mentre con Inzaghi a volte si abbandona anche questo ricorso al possesso estremo in luogo di una rapidità di manovra, di contropiedi veloci e verticalizzazioni. Gli errori però restano e due reti subite a inizio campionato fanno notizia, per lo più con la difesa schierata. La paura però si è trasformata in voglia di rivalsa e la squadra ha tirato fuori il suo carattere. Prima Touré, poi un rigore non concesso a Tramoni, quindi il pareggio di Canestrelli. Tanti elementi positivi e qualche elemento negativo. Siamo sulla strada giusta? Lo vedremo. Intanto aspettiamo la conclusione del mercato e tre sfide che ci diranno, a fine agosto, chi o cosa potrebbe diventare questo Pisa da grande. Bisognerà crescere, non ripetere gli stessi errori e tirare subito fuori il carattere dal primo minuto. Non mollare mai, per un campionato che si preannuncia lunghissimo. La pensa così anche Moreo, sul suo profilo social: “Bravi a non mollare fino alla fine! Testa subito al prossimo match”. Il cuore c’è, la qualità si vede, ora devono mettersi insieme per amalgamarsi e creare l’alchimia che porterà, se ben catalizzata, in un grande Pisa. Per il momenti però bisogna avere i piedi per terra.