Serviva chiarezza e chiarezza è arrivata. Servivano toni più pacati e i toni più pacati sono giunti. Quello pubblicato ieri dalla società nerazzurra è stato un comunicato ampiamente condivisibile che mette un punto, probabilmente definitivo, alla questione centro sportivo. Analizziamo inoltre anche le ragioni del Pisa e del presidente per quella che, in questi anni, è comunque diventata un’Odissea burocratica.
LE RICHIESTE DEL 7 MARZO – C’è un particolare che salta agli occhi dall’ultimo comunicato del Pisa e bisogna tenere presente questa data, perché non sembra un caso. Dal nuovo comunicato pubblicato ieri infatti (link qui), emerge che l’ultima richiesta di integrazioni partita dal Comune di Pisa sia stata inviata il giorno dopo la conferenza stampa di Giuseppe Corrado (che avvenne il 6 marzo), ovvero il 7 marzo. Viene scritto proprio in apertura di comunicato: “la società ha appreso a mezzo stampa che il previsto inizio dei lavori del Pisa Training Center sarebbe a rischio slittamento causa mancanza di documentazione e/o integrazioni (quest’ultime peraltro richieste lo scorso 7 marzo, nda) che la stessa società non avrebbe ancora fatto pervenire“. Sembra infatti che gli uffici comunali abbiano inviato più di una richiesta di integrazione. Sulle prime integrazioni attese da parte del dirigente Daisy Ricci dalla riunione del 12 marzo (link qui), le stesse che erano trapelate lo scorso 19 gennaio su La Nazione (link qui), il Pisa aveva già ottemperato, come rivela anche il presidente Corrado: “Un mese dopo il 13 dicembre qualche ufficio ci ha telefonato per ulteriori delucidazioni. Poi scopriamo che c’è un ritardo causato da un mancato pagamento di un bollettino di 50 o 500 euro”. Quelle dello scorso 7 marzo invece sarebbero una novità emersa solo ieri. Nella riunione della commissione consiliare però si era parlato solo delle integrazioni richieste il 10 gennaio scorso. ed è bene rimarcare questo fatto. Il Pisa, nel confermare di avere sempre fatto i compiti a casa, ci tiene anche a scagionare il sindaco, definendo le dichiarazioni di Conti “precise e attestanti il corretto svolgimento dell’iter procedurale, il Pisa Sporting Club tiene a precisare di aver svolto fino ad oggi quanto di propria competenza e, a conferma della trasparenza sempre dimostrata”.
I COMPITI A CASA – Ripercorriamo però un attimo anche le parole del presidente Corrado dello scorso 6 marzo: “Ci è stato chiesto di consegnare la documentazione finale entro la metà di dicembre 2023 per andare in consiglio alla metà di febbraio. Abbiamo portato tutto. Non volevamo perdere queste scadenze e abbiamo speso 250 mila euro in più con le consulenze. Dopo un mese qualche ufficio ci ha telefonato per ulteriori delucidazioni. Poi scopriamo che c’è un ritardo causato da un mancato pagamento di un bollettino di 50 o 500 euro. Il bollettino lo aveva però il Comune e lo abbiamo pagato”. Allegato al comunicato della società vi erano ben 6 pagine di pdf nel quale dimostrava l’invio di tutti i documenti richiesti, facendo istanza di adozione del piano attuativo, con ben 63 documenti al seguito, contenenti dettagliati rapporti e tecnicismi. Comunque una situazione ben diversa da quella che era emersa dalla commissione consiliare, riportata sui quotidiani, con le parole dei dirigenti: “manca un progetto edilizio che sia conforme alla scheda norma. Al piano attuativo insomma mancano tutti quei dettagli che saranno demandati al permesso a costruire, questo non è un progetto”. Il progetto c’è e la stessa società, venendo incontro a tutte le richieste, pur ammettendo che qualcosa manca e che le ultime richieste sono pervenute solo il 7 marzo, ha fatto rispondere direttamente i consulenti societari: “Le integrazioni richieste dettagliano aspetti già inseriti nel piano attuativo depositato e saranno consegnate entro pochi giorni in quanto già in corso di predisposizione da parte dei professionisti della società”. Integrazioni minime e che riguardano questioni di viabilità, oltre a un progetto esterno di opera pubblica scomputato dagli oneri di costruzione ed esterno al progetto.
TONI PACATI, L’ODISSEA BUROCRATICA E IL BATTENTE IDRAULICO – La società, a volte anche criticata aspramente, sta vivendo una vera e propria Odissea burocratica. Basti pensare a un problema in particolare. Uno degli aspetti da chiarire infatti è quello relativo al “battente idraulico”. Dopo aver avuto modo di verificare in prima persona posso dire che questo aspetto, relativo al centro sportivo, ha rallentato il Pisa, ma non dipende dalla società nerazzurra, bensì dal Genio civile, dall’autorità di bacino, enti terzi, nonché anche da relazioni di consulenti commissionate dal Comune di Pisa e che arriveranno soltanto il prossimo aprile La società qui ha già lavorato, presentando il progetto con parametri su una base di altezza ragionevole in merito al battente idraulico e mettendosi a disposizione eventualmente per nuove integrazioni, pur non avendo mai avuto una risposta certa in materia, essendo stata anche costretta ad aumentare, a causa di questo ritardo, la spesa prevista per il progetto di 250 mila euro (quelli rivelati lo scorso 6 marzo dal presidente Corrado). La società infatti è stata costretta per lungo tempo ad attendere di poter capire a quale altezza costruire il centro sportivo stesso. Capiamo bene che per un’area di 120 mila metri quadrati parametri e spese possono cambiare moltissimo a seconda dell’altezza su cui costruire. E il Pisa ha già messo a bilancio 30 milioni di euro come spesa prevista per il centro sportivo, aumentata rispetto ai 18 milioni iniziali in tempi Covid. Bisognerà attendere per questo passaggio, sperando che non ci siano ulteriori intoppi e/o nuove osservazioni da parte di enti terzi. Se dovesse accadere allora sarà necessaria un’altra variante e i tempi si allungherebbero ancora, anche oltre l’autunno prossimo. Toni ben diversi quelli del presidente rispetto a quelli del 6 marzo e oggi apprezzabili, che dimostrano la ferma volontà di interrompere le ostilità, mettersi a disposizione, pur mettendo i puntini sulle i su quanto di propria competenza, sperando che abbiano contribuito fattivamente a calmare gli animi di tutti. Dopo le parole della società emerse ieri quindi, la speranza ora è che tutti raccolgano il testimone e non si parli più attraverso i comunicati, ma solo attraverso il lavoro. Quello stesso lavoro che oggi ha permesso di arrivare a questo punto, per cercare di affrontare quell’ultimo miglio che porterà alla posa della prima pietra del centro sportivo di Gagno.