In una lunga conferenza-fiume il presidente del Pisa ha espresso il suo “Corrado-pensiero”. Tanti concetti da declinare e analizzare, tante critiche verso tutti, ma anche una richiesta di aiuto. Un intervento che va preso anche per quello che è, ovvero uno sfogo umano. Vanno però evidenziati e analizzati alcuni passaggi, al netto di qualche “forzatura”.
UNO SFOGO UMANO – Uno sfogo. Impetuoso, critico, come un fiume in piena. Il presidente Corrado ne ha avuto per tutti. Un attacco alla politica, tra precedente amministrazione e attuale, ai media, così come una tiratina d’orecchie e una richiesta d’aiuto anche ai tifosi. Cerchiamo di analizzare alcuni passaggi della conferenza stampa, disponibile a questo link su Sestaporta, ma anche in fondo all’articolo come video integrale pubblicato dal Pisa Sporting Club. Cominciamo subito col dire un’evidenza. L’intento del presidente Corrado era certamente quello di scuotere gli animi. La conferenza stampa, organizzata con largo anticipo, è servita alla società per mettere i puntini sulle i e per parlare di ciò che non è piaciuto in queste settimane. Il presidente ha voluto far sentire la propria voce. Al netto di alcune stonature e anche qualche storpiatura che vedremo più avanti. Si può dividere la conferenza stampa in quattro punti salienti, quattro argomentazioni principali.
1) I motivi che hanno portato al silenzio stampa
Come riportato da Corrado, l’introduzione alla conferenza stampa spiega una domanda che tutti si sono posti. Dopo troppe parole, a detta del presidente, espresse da troppe parti in causa, la società ha scelto la via dell’isolamento. Oltre quaranta giorni in cui è stata “decantata” una situazione che non era piaciuta. Il motivo? Proteggere staff e squadra, raccogliere idee e concetti. Vittime perché anche la società, così come i tifosi, aveva l’obiettivo e la facoltà di poter protestare per ciò che era accaduto. “Uniche vittime di una situazione che stava diventando molto negativa”. Per Corrado un silenzio doveroso dunque. Ma che è evidente, come abbiamo detto più volte, anche su queste pagine, è stato comunque dannoso. La mie domande post intervento del presidente infatti sono state: “Perché proprio adesso?” E ancora… “non si poteva evitare con una precedente e maggiore chiarezza alcuni punti precedentemente?”
2) L’attacco alla politica e alle istituzioni su stadio e centro sportivo. L’Arena a rischio?
Per larghissimi tratti della conferenza stampa il presidente ha attaccato la politica e le istituzioni. Molte sono le ragioni emerse. Sostanzialmente il presidente ha parlato dei rapporti con le autorità locali riguardo allo stadio e al centro sportivo come caratterizzati da ritardi, mancanza di trasparenza e difficoltà finanziarie, alle quali il Comune è chiamato a rispondere. La società si trova ad affrontare una serie di sfide burocratiche e finanziarie nel tentativo di migliorare le strutture e garantire il loro adeguamento alle normative, mentre le autorità locali sembrano non essere sempre tempestive e chiare nelle loro risposte e decisioni. Ha inoltre definito Pisa come una città “per infrastrutture sportive è stata arenata per 30 anni”. Sulla chiusura della gradinata ha posto anche domande molto serie. Per il presidente infatti la chiusura della gradinata è stata causata da problemi strutturali e dalle preoccupazioni del prefetto e delle autorità locali, ma non da parte della politica. “Se non avessimo effettuato a chiamata le verifiche per il tabellone luminoso i nostri spettatori sarebbero caduti in gradinata? Sarebbe stato pericoloso per loro il settore? Nessuno mi ha dato una risposta. Se noi non avessimo chiesto l’autorizzazione per il maxi schermo molto probabilmente non sarebbe mai stata chiusa la gradinata e sarebbe rimasta precaria”. Domande alle quali le autorità e istituzioni sulla sicurezza e politiche cittadine dovranno necessariamente rispondere nei prossimi giorni. Il presidente, inoltre, sul Curvino è tornato sull’argomento dopo il comunicato di qualche settimana fa, dicendosi comunque sorpreso sull’accaduto per una vicenda che, forse, si sarebbe potuta risolvere anni fa. “Ci era stato detto che era impossibile riaprire il curvino 7 anni fa, troppi lavori da fare. Ora abbiamo scoperto che il curvino si apre in maniera veloce e con soli 140 mila euro. Perché non è stato fatto prima? La risposta non ci è arrivata”. Anche qui dubbi comunque legittimi ai quali le istituzioni saranno chiamate a rispondere. Il presidente, da questo punto di vista, è stato un fiume in piena, esponendo le spese sostenute dalla società per il mantenimento dello stadio, nonché il finanziamento di lavori di miglioramento e adeguamento. Ha sottolineato le difficoltà incontrate nel ricevere rimborsi e risposte tempestive. Ha criticato la mancanza di trasparenza e di risposte chiare riguardo alle decisioni prese dalle autorità locali in merito allo stadio. Inoltre, sul progetto del nuovo centro sportivo e rapporti finanziari ha parlato dei ritardi burocratici e finanziari che ne hanno ostacolato lo sviluppo, a suo parere, descrivendo la complessità dei processi di approvazione e valutazione delle varianti progettuali da parte delle autorità locali ed esponendo le sfide finanziarie legate alla realizzazione del nuovo centro sportivo, inclusi i costi aggiuntivi sostenuti per consulenze e documentazioni richieste. Tutto legittimo e giusto, al netto di alcune forzature. Per esempio il presidente, sullo stadio, non ha parlato però anche delle colpe da parte del Pisa di questi anni e mesi. Come noto i prezzi, per i tifosi, i più alti del campionato, sono stati stabiliti dalla società e non certo dal Comune. Per le integrazioni il Pisa inoltre si è mosso anch’esso con un po’ di ritardo. Quante volte è stato detto, in passato, che i lavori sarebbero cominciati in capo a pochi mesi, quando invece l’iter burocratico ancora prevedeva la consegna del progetto definitivo? Sfoghi sicuramente umani ma che sollevano più di una domanda. Perché Corrado ha voluto attaccare così frontalmente le istituzioni? Cosa spera di poter ottenere il presidente con ulteriori frizioni nei confronti della politica e delle autorità? Sono stati costruiti ponti oppure sono stati distrutti? A mia precisa domanda il presidente ha spiegato che, normalmente, “quando si lavora in compartecipazione con altri diciamo che si risolvono i problemi inter nos. Abbiamo risposto perché altri hanno parlato prima di noi. Adesso precisiamo perché siamo incazzati”. Ma quanto potrà servire a livello diplomatico? In chiusura poi è stato preoccupante un tema espresso dal presidente: “Stiamo aspettando di sapere quanto ci costa lo stadio e siamo in attesa di risposte – ha detto il presidente -. Dobbiamo trovare una soluzione alternativa. Noi non possiamo andare in Serie A. Sono arrivate a disposizioni che se non si mettono 2-3 milioni di euro rischia di diventare un problema la Serie B. Abbiamo tremato di non poterci iscrivere. L’altro giorno in lega ho chiesto che si dica chiaramente”. Il rischio è davvero che il Pisa giochi fuori città anche in Serie B? Lo capiremo quando saranno effettivamente pubblicate queste nuove disposizioni, finora solo materia di dialogo nelle stanze della Figc e della Lega.
3) Il rapporto coi tifosi
Un punto importante della conferenza stampa è stato il rapporto coi tifosi. Qui Corrado da un lato ha empatizzato, ma dall’altro ha anche tirato le orecchie alla tifoseria. Principalmente il presidente ha fatto un appello ai tifosi della Curva Nord affinché tornino allo stadio e sostengano la squadra, sottolineando l’importanza del loro sostegno per il successo del club. Fin qui un concetto anche condivisibile. Il presidente, come ha espresso nel suo intervento, ha “apprezzato la loro coerenza” e ha sottolineato che “la curva ha le stesse nostre ragioni perché vengono danneggiati loro, così come noi”. Fin qui, insomma, tutto bene, legittimo anche l’appello: “Per realizzare i nostri obiettivi abbiamo bisogno dell’Arena, dell’apporto dei tifosi”. Dove però il presidente ha voluto forzare un po’ la mano, trovando molte critiche anche da parte del pubblico che ha seguito la conferenza stampa sui canali ufficiali e non, è stato quando ha espresso altri due concetti. Il primo relativo a una suggestione. “Lo sciopero della Curva crea un danno incommensurabile sotto il profilo del sostegno. Fuori casa abbiamo fatto 20 punti mentre in casa 14. Se avessimo lo stesso rendimento saremmo ai playoff vicino al Palermo”. E ancora: “Ci aspettiamo quello che c’è mancato, ovvero il pubblico. Se noi avessimo il rendimento fuori casa anche in casa allora saremmo nei playoff. Mi aspetto che il pubblico torni sugli spalti”. Una sottolineatura che è parso più un mezzo scaricabarile, come se fosse colpa del tifo mancato o di qualche fischio alla squadra se in casa il rendimento è stato scarso. In verità però i numeri dicono tutt’altro. Nel 2024 infatti il Pisa ha ottenuto 5 punti in 5 partite casalinghe, con una sola vittoria all’Arena Garibaldi e la media di un punto a partita con lo sciopero del tifo. E i numeri sono esattamente gli stessi del 2023, con il Pisa che ha ottenuto solo 4 vittorie su 19 gare, ottenendo 19 punti, con la stessa esatta media di un punto a partita. In poche parole i mancati punti dell’Arena Garibaldi non sono certo ascrivibili alla mancanza del tifo, bensì allo scarso rendimento della squadra in casa, che non è dipeso certo dai tifosi. Da interpretare, si spera, con una provocazione, invece, la paventata possibilità di lasciare Pisa. “Se il problema dovessimo essere noi, la nostra compagine imprenditoriale e che non rappresentiamo più quello che i tifosi desiderano, ci facciamo da parte e il problema è risolto. Se quello che stiamo facendo per Pisa non è più sufficiente ci sono alternative per loro e per noi. Molte città e molti territori, da 3-4 anni ci sollecitano. Possiamo iniziare un progetto altrove con idee, strategie e comportamento. Dove poter essere apprezzati per il nostro stile di lavoro e i tifosi avere quello che meglio soddisfano le proprie esigenze”. Diciamoci la verità, chi critica il lavoro della società in maniera dura non sono né i tifosi, né i giornalisti, ma una sparuta minoranza di persone che non devono neanche prese in considerazione. Questa è sicuramente la migliore società possibile e lo sarà sempre anche in futuro, ma nessuno ha mai chiesto la testa dei Corrado e in 7 anni non è arrivata nessuna vera contestazione da parte del tifo. E’ bene ricordarlo, il presidente e la società godono di uno dei migliori ambienti di lavori che si possano trovare in Italia. In altri contesti, come anche le città che ha citato lo stesso presidente nei suoi interventi, tipo Bari, Parma, Palermo e non solo, oggi con ben altre situazioni di classifica sono arrivate critiche anche feroci. Che a Pisa non ci sono mai state da parte del pubblico. Potenzialmente pericolosa e irricevibile anche una frase detta dal presidente in chiusura dell’argomento pubblico: “I tifosi ci devono dare una mano, ma non a sostenerci, bensì a rimuovere i danni che gli altri causano a noi. Ci diano una mano a rimuovere i danni. Ritornino ad essere un valori aggiunti e a risolvere i problemi che altri ci creano“. Ho letto e riascoltato questa frase nella mia testa. Non mi è piaciuta e non voglio dargli un’interpretazione. Mi limito a dire che, se interpretata male (e questa frase è quanto meno da dubbia interpretazione), è potenzialmente molto pericolosa e non evoca niente di positivo.
4) Il rapporto con i media e le critiche
Il presidente ha espresso insoddisfazione riguardo all’atteggiamento dei media verso il Pisa e le sue prestazioni, sottolineato quella che, a suo dire, è stata una interpretazione non obiettiva, ma soggettiva, dei risultati sportivi, esaminando anche le prestazioni della squadra stessa e affrontando critiche e incomprensioni rispetto ai risultati ottenuti. Il presidente era nel pieno diritto di esprimere le sue rimostranze e le sue critiche, dato che viene a sua volta criticato. Così come la stampa è giusto che ascolti le critiche del presidente, le accetti oppure motivi a sua volte le proprie ragioni. Si può anche interpretare positivamente l’attacco alla stampa, da un certo punto di vista. Però è bene fare dei distinguo. Il presidente si è concentrato troppo su articoli o critiche “troppo negative”, ma non ha mai menzionato i tanti articoli a sostegno del buon lavoro svolto quest’anno, così come negli anni passati. A Pisa si critica poco e col guanto di velluto, questa è una verità incontrovertibile. Il presidente non ha nemici, ma potenzialmente solo alleati, se solo lo volesse. Nel 90% degli articoli scritti su queste pagine o sui media per i quali lavoro ho sempre parlato di una gestione impeccabile da parte della società. Le critiche sono sempre state poche. Faccio anche per ricordare che, nella mia analisi del calciomercato estivo, indicavo (e continuo ad essere convinto) che il Pisa sia da quinto posto, lodando il mercato svolto da Stefanelli e Giovanni Corrado. Faccio inoltre presente che, per lo stesso direttore generale, solo pochi mesi fa, ne tracciavo un ritratto più che lodevole da giovane rampollo, di cui tutt’oggi continuo ad essere convinto, chiedendo ai suoi detrattori dove fossero stati in questi 7 anni. Ne cito due, ma potrei citarne 200. Passiamo però in rassegna le critiche fatte dal presidente nel suo intervento odierno. Il presidente ha iniziato dichiarando che nessuno ha sottolineato il fatto che la squadra abbia schierato 6 giovani nati dopo il 2000 dopo il Cittadella. Cosa non vera, perché proprio oggi, su uno dei due quotidiani locali, era espresso proprio questo concetto, in apertura di pagina, da parte di un collega. Il presidente ha poi criticato un articolo di altro un collega, dal titolo: “Pisa operaio sbarca Cittadella”. Nonostante Corrado abbia ribadito che “Il Pisa è stato quello delle altre volte”, bisogna però dire che in quell’articolo il collega esaltava proprio la forza del gruppo, dell’essere operai in squadra, di essere riusciti a vincere anche in maniera sporca una partita contro un avversario complicato. Quell’articolo, a conti fatti, esaltava il lavoro di Aquilani dell’ultima partita. Il presidente ha poi citato l’articolo di un altro collega, che parlava di un tecnico “Moderatamente soddisfatto” dei ragazzi. Sempre citando l’articolo in questione, esso citava ed esaltava le critiche dello stesso allenatore nei confronti dei suoi giocatori, con uno spirito improntato al perfezionismo. Vengono poi citati altri due articoli, scritti invece dal sottoscritto. Il primo relativo ai “falsi contatti per sostituire Aquilani” prima della gara col Cosenza. E’ bene ricordare al presidente che, nel calcio, se un allenatore si ritrova a 2 punti dalla retrocessione dopo un obiettivo dichiarato a inizio campionato, ovvero quello dei playoff, non è certo lesa maestà parlare di possibili avvicendamenti in panchina, che sia prima o dopo una partita. Una letteratura del genere esiste da 70 anni e inoltre, se gli allenatori in questione hanno visionato il Pisa ben quattro volte all’Arena e non hanno mai smentito direttamente queste voci, è un fatto da riportare. Logicamente il presidente fa bene anche a difendere l’operato del suo allenatore, se crede nel suo lavoro, ci mancherebbe altro. Come ho avuto modo di dire al presidente quando ho posto la mia domanda in conferenza stampa, il silenzio stampa è stato dannoso per lo stesso allenatore, che avrebbe potuto difendersi anche quando è stato accusato di aver mandato a quel paese la Curva, cosa che non ha fatto e che abbiamo però dovuto smentire noi su queste pagine. Ma Aquilani sa bene come funziona il calcio, è lo stesso allenatore che, in conferenza stampa, ha dichiarato: “Fa parte del gioco essere criticati e anche rischiare panchina. Gli errori e le critiche fanno parte del gioco allo stesso modo. So bene che un allenatore rischia il posto se non centra gli obiettivi, fa parte del lavoro”. Parole pronunciate in più di una occasione in conferenza stampa da un uomo di calcio che ha alle spalle esperienze di calcio alla Roma, al Milan e al Liverpool tra le altre. Sempre su Beruatto il presidente ha attaccato la stampa che ha alimentato voci di mercato. Andando però a rivedere l’ultima intervista ufficiale del tecnico nerazzurro prima della sfida col Lecco, io stesso avevo chiesto, visti i silenzi sul giocatore e sul suo stato di salute, quale fosse la verità (Link qui: https://youtu.be/ol5UAvx9cmU?si=0oUXt0LmTVit01pC&t=207) chiedendo come stesse e se non ci fossero voci di mercato dietro questo momento negativo del giocatore. Questa fu la risposta di Aquilani: “é una domanda che devi fare a lui, non lo so. So che non è stato tanto bene. So che la prossima settimana farà parte del gruppo e poi se in testa ha delle voci non lo so, sarebbe sbagliato comportarsi così. Io so che ci tiene a questa maglia, ma la escluderei questa cosa”. Semplice e diretto. Come ho sempre detto, basterebbe parlare in conferenza stampa. Così si risolvono tanti problemi sul nascere. Mentre su Touré, altra critica mossa dal presidente, tutti hanno sempre scritto che il giocatore era cercato in Serie A dal Cagliari, ma la società ha rifiutato le offerte per lui, cosa accaduta anche con lo Spezia, per stessa ammissione sia dello Spezia in conferenza stampa, sia del Cagliari. Fatti comunque provati dalle stesse società che hanno cercato il giocatore. Infine una intervista che ha fatto arrabbiare molto il presidente, a suo dire da parte di un “personaggio radiato”, colpevole di aver parlato di una “gestione sul mercato disastrosa” e di aver invitato la società a cambiare direttori, dato che in quel momento il Pisa veleggiava in bassissime posizioni di classifica ed era a rischio retrocessione. Un pensiero forte di cui l’intervistato si è assunto anche le sue responsabilità. Va però detto che l’intervistato in questione non è mai stato radiato, ma solo squalificato per 3 anni, ed è tornato a esercitare il proprio lavoro, avendo alle spalle una lunga carriera. Ci si dimentica comunque che chi sbaglia paga, ma poi deve poter tornare a lavorare. Non si viene squalificati a vita. E’ successo con tutti. I direttori Capozucca e Sabatini in passato sono stati squalificati per 5 anni e sono tornati a lavorare dopo aver pagato, tornando anche a vincere. Il procuratore Tullio Tinti, dal quale il Pisa da anni si rifornisce, è stato squalificato per 36 mesi (3 anni) eppure è uno dei più abili procuratori del panorama calcistico. Anche Romeo Anconetani fu radiato (lui per davvero) dal calcio, quando era dirigente del Prato negli anni ’50. “Da dirigente del Prato, venne radiato dalla federazione per una vicenda di illecito sportivo. Al termine della stagione 1959-1960, rimasto a Prato come consulente, venne coinvolto in un’altra vicenda di illecito sportivo, questa volta come parte lesa, in una situazione che coinvolse soprattutto la società calcistica di Pisa. Anconetani testimoniò alla Federazione su un tentativo, da parte dei pisani, d’influire sul risultato della gara esterna Prato-Pisa (terminata 1-0 per i lanieri), e la squadra nerazzurra venne penalizzata di 10 punti“. Potè tornare a ricoprire cariche solo anni dopo aver comprato il Pisa, quando la Figc concesse a tutti la grazia dopo i Mondiali del 1982. Al di là di questo, per ogni articolo che il presidente cita da parte della stampa pisana però se ne possono trovare dieci, venti, o addirittura cinquanta che esprimono invece plauso per il buon lavoro svolto. E questo è un fatto. Ribadisco ancora una volta questo concetto: Il presidente non ha nemici, ma potenzialmente solo alleati, se solo lo volesse. Mi sono trattenuto circa 40 minuti dopo la conferenza stampa per ribadire questo concetto. La stampa è sempre disponibile, la società può bussare quando vuole alla porta dei giornalisti per parlare e per chiedere anche una mano. Che non è mai stata negata a nessuno.