Il tema della possibile cessione dell’Arena Garibaldi al Pisa Sporting Club resta di assoluta attualità, dopo che l’idea del sindaco Michele Conti è stata abbracciata nelle scorse settimane dal presidente Giuseppe Corrado. Votata anche in consiglio comunale, dove è stata approvata a maggioranza, questa soluzione è al vaglio dei tecnici. L’idea è quella di replicare alcuni casi illustri del calcio italiano.
“Siamo pronti a vendere l’Arena” aveva dichiarato il sindaco Michele Conti ormai due mesi fa. Il club nerazzurro si è mostrato interessato all’acquisto, anche se i tempi sono ancora tutti da valutare. Il Comune di Pisa però ha proseguito con questa opzione, specialmente dopo l’approvazione in consiglio comunale di questa soluzione, poche settimane fa. L’incarico dato agli uffici di Palazzo Gambacorti è stato quello di acquisire tutte le documentazioni nelle varie città che hanno avuto come iter la cessione di un impianto di proprietà comunale a un privato. A Bergamo, Udine e Frosinone sono stati quindi chiesti i documenti, che adesso potranno aiutare a impostare quella che sarà la futura trattativa tra Comune di Pisa e Pisa Sporting Club.
Tuttavia non basterà l’approvazione di questa ipotesi in consiglio comunale. Il voto di qualche settimane fa è per lo più simbolico, perché poi tutto l’iter dovrà essere vagliato dai consiglieri e dalle forze politiche, per poter alienare la proprietà pubblica dell’Arena Garibaldi. Molto probabile l’inserimento di una clausola, su cui il sindaco spesso ha detto la sua, che permetterà di far giocare solo la squadra cittadina all’Arena Gairbaldi. Non saranno passaggi immediati perché questa soluzione genererà tanti confronti tra le istituzioni.
Di sicuro questa operazione non potrà partire se non dopo che il Pisa avrà avviato la cantierizzazione vera e propria del centro sportivo di Gagno. Se ne riparlerà almeno per la stagione 2024-25. Tra i benefici, di fatto, la possibilità, per il Pisa, di limitare la burocrazia se lo stadio potrà essere privato, così da essere al riparo dalle troppo stringenti maglie burocratiche. Il Comune potrà inoltre risparmiare soldi pubblici, reinvestendo anche la cifra guadagnata dal Pisa per il bene comune.