Dopo la sentenza del Consiglio di garanzia del Coni, la situazione in Serie B è diventata molto ingarbugliata e ormai la credibilità del calcio italiano ridotta alle sembianze di un pagliaccio. Ormai è certo, il campionato slitterà a settembre, ma non è l’unico dei problemi.
LA SENTENZA – Il Collegio di Garanzia del Coni riporta il Perugia in Serie B e lascia fuori con la Reggina, già bocciata dalla Covisoc e dal Consiglio Federale, anche il Lecco di Paolo Di Nunno, per la stessa ragione: violazione dei termini perentori nelle procedure di rilascio delle licenze nazionali. Inammissibile il ricorso del Foggia che chiedeva il posto dei lombardi come finalista sconfitta ai playoff di Lega Pro. Ora la battaglia proseguirà al tar del Lazio con udienza fissata per il 2 agosto, e poi al Consiglio di Stato entro il 29. Inevitabile lo spostamento dell’inizio del campionato di Serie B già in calendario per il 19 agosto.
GLI SCENARI – Sarà Pisa-Perugia invece di Pisa-Lecco la prima di campionato? Come cambierà il campionato? In realtà la situazione non è così semplice. Il rischio, con tutti gli slittamenti intanto, è che il torneo inizi a settembre, ma addirittura oltre se la giustizia ordinaria dovesse pronunciarsi in favore di tutte le parti in causa. Potrebbe infatti dar ragione non solo a Brescia e Perugia, riammesse, ma anche al Lecco e alla stessa Reggina, ponendo le basi per un campionato a 22 squadre, se non a 21 e quindi, a quel punto anche i calendari sarebbero da rifare, con buona pace dell’evento di Como dello scorso 11 luglio che rischia di diventare inutile. Anche la torta dei diritti tv verrebbe ulteriormente ridotta in quel caso.
REGGINA E LECCO – Parliamoci chiaro, il calcio italiano e la giustizia italiana hanno due responsabilità sui casi di Reggina e Lecco ed è naturale che il Perugia e il Brescia abbiano chiesto ed ottenuto la riammissione in Serie B. Da una parte il caso dei calabresi che hanno fatto di tutto per pagare il meno possibile o non pagare, con l’aiuto anche della ‘giustizia locale’. Una situazione grottesca e fuori da ogni logica e che ha già falsato un campionato. Mentre tutti lo scorso anno pagavano regolarmente la Reggina invece giocava un’altra partita. Niente tasse, niente contributi, ma i soldi per fare il calciomercato, quelli sì. Ad alti livelli la Fifa avrebbe già previsto blocchi del mercato invece di permettere queste pagliacciate. E poi c’è il caso Lecco, un vero problema di cui solo la Figc ha la responsabilità. Incredibile non aver dato ai lombardi la possibilità di chiedere un rinvio per la presentazione delle domande, anche per quella sullo stadio, con soli due giorni di preavviso, dato che la data dei playoff era slittata (sempre per ridicole questioni legate alla giustizia sportiva), ma non è stato previsto uno slittamento successivo, con sole 48 ore perché le successive domande di iscrizione fossero in regola. Di fatto questa situazione è disgustosa, un vero e proprio aborto. Lanciamo però una provocazione. Formalmente il Perugia ha pienamente ragione, alla domanda del Lecco mancava il dato sullo stadio e questo ha prestato il fianco al ricorso degli umbri. Inappuntabile, inevitabile. Per quanto ci dispiaccia per il Lecco, per un caso che ha creato la Figc, dovendo tornare con la memoria al 2014, anche se siamo solidali con i tifosi nerazzurri, non dimentichiamo che, formalmente, il Pisa venne estromesso dal campionato cadetto perché mancava un foglio di autocertificazione delle luci. Con due pesi e due misure, formalmente l’esclusione del Lecco è giusta, ma ingiusta. Secondo i principi sportivi, visto che la promozione l’hanno conquistata sul campo e per colpa della stessa Federazione, che non è venuta incontro a chi disputava i playoff di Serie C. Ecco perché il calcio italiano raccoglie quello che semina. Da un lato i loschi figuri di Reggio Calabria, dall’altro le vittime innocenti di Lecco. E il calcio torna ad essere, ancora una volta, una pagliacciata. Citando il collega Paolo Ziliani, su twitter: “La Serie B è nel caos, il Lecco senza colpe spedito in Terza Categoria, la Reggina nei dilettanti, il Perugia e il Brescia ripescati, ricorsi al TAR, non si sa se si giocherà a 20, 21 o 22 squadre ma Gravina è sereno: lui ha salvaguardato il brand della Juventus, tutto il resto è noia”.