Si scrive Serie B, ma si legge Serie A. Atmosfera favolosa ieri tra Genoa e Pisa, per una trasferta che per molti sarà ricordata a lungo. Una giornata indimenticabile in cui il rossoblù e il nerazzurro si sono mischiati insieme in un’alchimia perfetta.
IL TIFO – Cinquemila pisani al seguito, un solo cuore che batte all’unisono. Cornice da Serie A, tendente addirittura a palcoscenici europei per ciò che si è visto. Apprezzamenti da tutta Italia, complimenti anche da molti esponenti delle istituzioni. Uno spot per il calcio. Da Pisa il tifo si è mosso con mezzi propri, pullman, treni. Un tifo senza barriere per uno stadio senza barriere, com’è il Ferraris, nel suo dna “molto poco italiano” come direbbe lo Stanis di Boris. Il gemellaggio con i tifosi del Genoa non c’è più, ma è rimasta una solida amicizia e grande rispetto, quello che ha permesso, nello stesso settore, di vedere due tifoserie tifare insieme con sciarpe e bandiere. Sarà una giornata da ricordare a lungo. Al di là della finale di Trieste, entrata nella storia, questa può essere stata la trasferta di una generazione.
LA PARTITA – Tornare sul match ha quasi poco senso. La gara è stata indirizzata dall’espulsione di Marin, ma tatticamente D’Angelo ha gestito il match in maniera perfetta. I centrocampisti, in barba a chi dice che il centrocampo del Pisa non è all’altezza, hanno tagliato tutti i rifornimenti, intercettato tutte le linee di passaggio. Si ha quasi avuto la sensazione che, senza il rosso al centrocampista rumeno, forse i nerazzurri avrebbero anche potuto faro propria la gara. Ne è uscito comunque uno 0-0 importante e che non intacca, anche se i nerazzurri sono scivolati all’ottavo posto, le ambizioni del Pisa. Ora di fronte c’è un Sud Tirol in versione schiacciasassi, a sorpresa quarto dopo aver battuto la Reggina 2-1 e aver riaperto anche la corsa ai primi posti del torneo. I nerazzurri dovranno vincere per cercare di tornare finalmente alla vittoria e riprendere questa marcia.