Il tecnico del Pisa Luca D’Angelo, dalla sala stampa dell’Arena Garibaldi, ha anticipato i temi della trasferta di domani contro il Perugia. Nerazzurri ancora alla caccia dei loro primi tre punti in campionato. Di seguito le dichiarazioni dell’allenatore.
In che condizioni sono rientrati gli stranieri dalle nazionali?
L’unico che è rientrato un po’ più acciaccato è Hermannsson, ma è a disposizione. Gli altri sono rientrati bene, sono un po’ stanchi, ma solo per i viaggi
E Morutan ed Esteves come li ha trovati?
Morutan si è allenato molto bene e a livello di coesione è messo bene. Può sicuramente giocare dall’inizio o subentrare. Ha grandi qualità tecniche. Esteves è un giocatore di grandissima qualità che può giocare non solo laterale destro di difesa, ma anche come centrocampista perché abbina corsa a una buonissima tecnica.
E’ tornato da due settimane. L’allenamento aperto ha ricompattato l’ambiente. Cosa ne pensa?
Ci può aiutare. Sappiamo benissimo che a Pisa, inteso come squadra, possono mancare tante cose, ma non manca la capacità dei tifosi di aiutarci e spingerci. I nostri tifosi vogliono bene alla squadra e lo hanno dimostrato anche prima che arrivassi in panchina. Domani nonostante la classifica saranno tantissimi a Perugia e dobbiamo renderci conto che abbiamo dietro un pubblico che ci vuole bene ci spinge a gare il meglio possibile.
Torregrossa invece come sta?
Non ce l’abbiamo fatta a recuperarlo. Aspetteremo la prossima settimana per averlo a disposizione.
Nell’idea che ha di far giocare questo Pisa, a che punto siamo? Sono state redditizie le due settimane?
Sarà il campo a dirci che tipo di prestazione andremo a fare. I ragazzi sono felici delle indicazioni e del lavoro svolto. Ora dobbiamo mettere in pratica quello su cui abbiamo lavorato.
4-2-3-1 o 4-3-3? Ha provato questi moduli, con quale scenderà in campo?
Lavoriamo su due idee. Vediamo domani con quale iniziare la partita, ma non vi dirò quali.
Col Perugia sarà una gara da 1X2
Come tutte le partite il risultato non lo conosce nessuno prima. Affrontiamo il Perugia, una squadra forte e che ha cambiato anch’essa allenatore. Sappiamo che non sarà una partita semplice, come non lo sarà neanche per i nostri avversari.
Si è trovato una rosa con molti difensori centrali. Questo potrebbe invogliarla a schierare una difesa a tre. Contando su Esteves è una possibilità per il presente e per il futuro?
Abbiamo tanti difensori centrali bravi e tante seconde punte. La scelta andrà fatta anche in base al periodo della squadra. Si, certamente anche la difesa a tre è una opzione che prenderò in considerazione.
Tornando a Pisa ha trovato diversi giocatori nuovi, ma anche tanti ereditati dalla scorsa stagione. C’è una differenza di rendimento di giocatori che aveva lo scorso anno. Come ha ritrovato i suoi ex giocatori?
I giocatori che ho avuto in questi anni li ho trovati bene dal punto di vista atletico, forse sono un tantino preoccupati perché nelle scorse stagioni erano stati protagonisti, mentre quest’anno abbiamo qualche problemi in più. Essendo loro legatissimi alla piazza, alla squadra e alla società, ne soffrono di più, ma allo stesso tempo sono ragazzi di carattere e vogliono dimostrare che sono sempre quelli che ci ricordiamo. Da De Vitis, a Masucci, Touré, Beruatto, sono stati il nostro propulsore in campo e nello spogliatoio. C’è un gran gruppo ed è una base di partenza positiva.
Quali sono le tue sensazioni in vista di questo nuovo esordio?
Sono felice ed emozionato, perché ho voglia di reiniziare a vincere le partite come abbiamo fatto spesso in questi anni.
A proposito di vincere le partite, sarà importante fare risultato e non prendere gol. Cambierà qualcosa nell’atteggiamento della squadra o sarà il Pisa che abbiamo visto l’anno scorso come mentalità?
Abbiamo il nostro modo di giocare e lo manteniamo come attitudine. Si va in campo per cercare di vincere, quando ci sarà da difendersi cercheremo di farlo, ma se ce ne viene data la possibilità non staremo a guardare. Non è il nostro spirito.
Luca D’Angelo prende poi la parola per parlare e aggiungere alcuni concetti.
A mio avviso, la prima cosa che dobbiamo fare è diventare squadra. Una squadra diventa tale una volta in cui un giocatore metterà le proprie qualità al servizio della squadra. Chi ha caratteristiche di corsa, di tecnica e di tattica, ma la squadra è un insieme di giocatori singoli che giocano come collettivo. Questa è stata la nostra forza e dobbiamo tornare ad esserlo. Abbiamo fatto tanti gol e quando segnano tutti è sempre un buon segno. Dobbiamo difendere e attaccare tutti insieme.
Essere per il popolo chiamato come “salvatore della Patria”, le dà uno stimolo particolare?
Concettualmente non amo essere definito un uomo solo al comando. Fanno sempre una brutta fine quelli che si sentono così. Non sono quel tipo di personaggio, sono per l’unione e per i collettivi. Si fanno le cose bene per far star bene tutti. Sono da tutt’altra parte. Sto con le minoranze e non con le maggioranze.
Beruatto è stato troppo nervoso in questo inizio di campionato. Maran sosteneva che non aveva ancora eliminato le scorie della mancata promozione.
Continuo a pensare che Beruatto sarà il terzino sinistro più forte della Serie B, un giocatore che giocherà una percentuale altissima di partite e andrà in Serie A. Non so quanto abbia sofferto la delusione, ci può stare, ma non lo sappiamo e non lo sa neanche lui. Io l’ho visto bene.