Tutto è ancora da giocare, tutto è ancora da decidere, fino all’ultimo secondo. L’Arena si prepara ad essere un inferno domenica sera e il Pisa si prepara alla sua rimonta. Mancano 2 giorni a Pisa-Monza.
Ha ragione Robert Gucher, esultare al gol del 2-1 dopo una sconfitta non è una cosa naturale. Non è naturale perché il Pisa ha perso e in condizioni normali lo stato d’animo dovrebbe essere diverso, quasi malinconico. Invece conosciamo bene quanto l’Arena sia capace, anche solo dal punto di vista climatico, di poter sovvertire alcuni pronostici. E’ per questo che ieri nella curva dei tifosi pisani a Monza, ma anche al maxischermo di piazza dei Cavalieri, sembrava che fosse stato il Pisa a vincere e non il Monza, con i musi lunghi di alcuni giocatori brianzoli a fine partita e quei 30 secondi – un minuto di silenzio dei padroni di casa, dopo il fischio finale. Una scena surreale per certi versi. Il modo in cui la squadra nerazzurra è andata a salutare i propri tifosi, in cui Masucci e Caracciolo sono andati a stringere la mano ai compagni ci deve far capire che la rimonta non è impossibile, ma anzi, addirittura concreta. Sì, servirà un risultato su tre per poter sovvertire i pronostici e la posta in gioco. Ma noi conosciamo altrettanto bene di cosa è capace il gruppo di Luca D’Angelo.
E oggi scatta l’ultimo giorno di prelazione. Ieri sono stati riscattati 7000 biglietti e domani partirà la vendita libera per quei pochissimi tagliandi che, se ci saranno, rimarranno a disposizione. Con il cuore e con la testa l’Arena Garibaldi dovrà essere un catino infuocato, un inferno in terra in cui le gabbie toraciche dovranno vibrare come in Pisa-Monza nel 2007. Ricordano spesso gli eroi di quella promozione in Serie B che quella partita fu vinta nel sottopassaggio che portava al campo, nei minuti immediatamente precedenti al fischio di inizio. Mi fido di Luca D’Angelo e mi fido di questi ragazzi che hanno fatto qualcosa di straordinario in tutta la stagione. A loro deve andare tutta l’ammirazione del pubblico e il loro sostegno perché comunque andrà dovrà esserci la consapevolezza di un grande percorso che non potrà essere cancellato con una eventuale sconfitta, bensì con fiducia di un futuro importante. Ora però c’è l’ultima battaglia della stagione da vincere.