In questi giorni il Pisa si gioca una grossa fetta di storia. Per molti questa partita però significa ancora di più, forse tutto. Per quelli nati tra la metà e la fine degli anni ’80, che la Serie A non l’hanno mai vista o erano troppo giovani per rendersene conto, per chi c’è sempre stato dopo due fallimenti, per chi i nerazzurri ha imparato a seguirli e si è appassionato tra la Serie D e l’inferno della Serie C. Ecco perché Monza-Pisa è la partita di una generazione.
Acireale, Brescello, Albinoleffe, Latina, Viterbese, Brescia o Frosinone, ma solo per citare alcune squadre, ognuna delle quali rappresenta un trauma. Presidenti che farebbero vergognare chiunque, mercenari e personaggi discutibili, collette e bond brasiliani. Quante sconfitte e quante vicissitudini ha vissuto il Pisa negli ultimi 31 anni. Ma la storia è fatta anche di sogni. Trieste, il lungo viaggio della speranza da un notaio di Milano, le lotte per il controllo della società, progetti e voglia di vincere. E poi Pisa-Monza, sempre Pisa-Monza, ancora una volta Pisa-Monza. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quel 2007, ma si torna sempre lì, a quella prima volta di un successo che profumava di rivincita, dopo i primissimi anni bui fatti di svariati bocconi amari. Quasi un’illusione per quel che successe di lì a 2 anni, con un altro fallimento. Domenica all’Arena ci saranno anche alcuni degli eroi della promozione di quel 2007, che hanno giurato di seguire la partita in curva, pronti a spingere il Pisa dopo tutti questi anni, perché il nerazzurro per chi ci tiene e per chi ha dato davvero tutto, ti rimane tatuato sul cuore. L’appuntamento con la storia però non sarà solo per il Pisa. C’è anche un Monza che la Serie A non l’ha mai vista e che ha il dente avvelenato e l’occasione di vendicare una partita che è rimasta impressa come un marchio, in un trauma lungo 15 anni. Ecco perché questa sfida è difficilissima. Difficile perché il Pisa sarà incerottato e con quasi il triplo dei diffidati dei brianzoli, difficile perché il Monza per provare ad andare in Serie A ha speso in 2 anni il Pil di una piccola nazione. Difficile perché i nerazzurri, per molti motivi, non partiranno con i favori del pronostico. Pisa però si è saputa unire, come ha sempre fatto, quando le cose diventano dure, quasi insormontabili. Il passato adesso non conta più niente. Pisa-Monza del 2007 è solo un ricordo sospeso nel tempo, come i due fallimenti, le due successive promozioni in Serie B contro Monza o Triestina. Conta solo il presente, contano solo le partite di giovedì e domenica. Conterà solo la voglia di vincere, la voglia di esserci e la voglia di superare le tante avversità che ci si presentano davanti. E’ la la nostra partita, quella dei nostri padri, anche quelli putativi, che ci hanno fatto crescere coi loro racconti di gloria. Ma è anche la partita di Fabrizio Ferrigno, un amico che ci ha lasciato un vuoto troppo grande per essere colmato. Anche lui, siamo sicuri, domenica sarebbe stato all’Arena e avrebbe spinto il Pisa dagli spalti. E’ la partita di una generazione.