Libri, cinema e teatro. Tre appuntamenti di fila questa settimana per il Festival Nessiah, diretto dal M° Andrea Gottfried e giunto alla sua 25° edizione.
Martedì 30 novembre alle 18.30 alla Gipsoteca di piazza San Paolo all’Orto arriverà un’affascinante storia pisana grazie al libro di Simona Lo Iacono “La tigre di Noto” (Neri Pozza Editore). Un evento in collaborazione con Cise-Università di Pisa e libreria Ghibellina. A dialogo con l’autrice ci sarà l’onorevole Paolo Fontanelli, lettore appassionato che ha molto amato il libro.
Il romanzo racconta la vicenda della professoressa Anna Maria Ciccone, la “tigre” del titolo. Nata a Noto nel 1891, si è iscritta alla Facoltà di Matematica prima all’Università “La Sapienza” di Roma e dopo un anno alla Normale di Pisa, conseguendo nel 1919 la laurea in Matematica cui segue quella in Fisica. Le sue ricerche e i suoi studi sulle traiettorie e le intermittenze della luce ebbero una vasta risonanza persino nel campo della nascente meccanica quantistica molecolare. Nel 1944 fu lei a salvare le apparecchiature scientifiche e i testi ebraici della biblioteca della Normale che i nazisti che volevano requisire e distruggere. Giunti i saccheggiatori all’Istituto di Fisica trovarono sul posto la professoressa Ciccone, che aveva già nascosto con la collaborazione del custode Barsali Pirro, gli “oggetti più pregevoli” nella parte non minata dell’Istituto. La professoressa dichiarò in lingua tedesca all’ufficiale nazista Hans Nothdurf che non avrebbe abbandonato l’edificio a costo di saltare in aria con esso. Riuscì così ad evitare la distruzione completa dell’Istituto ed il saccheggio degli strumenti scientifici e del prezioso patrimonio librario. Una storia riemersa grazie al ritrovamento di una lettera datata 1944 e firmata Luigi Russo, allora Rettore della Normale di Pisa.
Simona Lo Iacono è un magistrato del tribunale di Catania. Il suo quarto romanzo Le streghe di Lenzavacche (Edizioni E/O, 2016), selezionato nella dozzina del Premio Strega nell’anno della sua pubblicazione, ha vinto il Premio Chianti. Ai romanzi Il morso (2017) e L’albatro (2019) segue La tigre di Noto (tutti editi da Neri Pozza), pubblicato lo scorso 29 aprile. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria su eventbrite (www.festivalnessiah.it).
Mercoledì 1 dicembre alle 18.30 al Cineclub Arsenale proiezione gratuita del film “Train de vie-Un treno per vivere” (1998) diretto da Radu Mihăileanu, che tratta in maniera irreale la Shoah. Proiezione del film in lingua originale con sottotitoli in italiano. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria su eventbrite (www.festivalnessiah.it).
Giovedì 2 dicembre alle 20.30 alla Gipsoteca di piazza San Paolo all’Orto spazio al teatro con lo spettacolo “Arsa” di Giuseppe Manfridi con Martina Benedetti per la regia di Andrea Buscemi. Musiche originali Niccolò Buscemi. Lo spettacolo sarà introdotto dalla professoressa Carlotta Ferrara degli Uberti che delineerà un ritratto storico della figura di Sara Copia Sullam.
Siamo a Venezia, nel ghetto ebraico di Cannaregio, a cavallo fra il Cinque e il Seicento, dove Sara visse scrivendo. Il suo epitaffio ce la tramanda bella e consunta, di febbri, precocemente. Amava leggere quanto amava scrivere e leggeva di tutto, ma soprattutto versi. La fame da cui era trascinata la portò infine a imbattersi ne La regina Esther. Ne era autore un vecchio cattolico bolognese, l’erudito Ansaldo Cebà, che seppe incantare la fanciulla. Perciò Sara gli scrisse; lui le riscrisse e lei gli riscrisse ancora, innamorata di quell’uomo che non incontrò mai e che una sola cosa insisteva a chiederle: convertirsi. Sara è furiosa, contro di lui e contro di sè, e contro l’incauto sacerdote che quotidianamente la raggiunge nel ghetto affinchè possa raccontare la sua vicenda epistolare e sentimentale, compiendo penitenza. Sara cercherà redenzione digiunando, fino all’estinzione e alla trascendenza. Dunque, così come le parole hanno bruciato Sara, le parole oggi devono raccontarla. Lo fa, con grande maestria, Giuseppe Manfridi, uno dei più rinomati drammaturghi italiani, affidando la storia a un vero e proprio racconto poetico. A dirigere lo spettacolo Andrea Buscemi, da sempre affascinato dalla vicenda della giovane poetessa ebrea, affidandone corpo e voce a Martina Benedetti. Uno spettacolo che rende giustizia a un’importante figura storica dell’immaginario culturale ebraico, trattandola col mezzo che più di ogni altro ella amò: la Poesia.
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria su eventbrite (www.festivalnessiah.it).