Ieri sera il calciatore israeliano ha rubato la scena con una grande prestazione e uno dei gol più belli segnati dal Pisa nella storia recente. Il tecnico nerazzurro Luca D’Angelo, dopo tanta panchina, gli ha dato fiducia e Cohen non ha deluso. Il lavoro delle ultime settimane conferma quanto l’investimento della società nerazzurra sia un grande professionista.
LA GESTIONE D’ANGELO – Mai come in questo ultimo mese e mezzo si è sviluppato un dibattito così acceso sulla gestione di un giocatore. Letteralmente preso d’assalto dalle domande dei giornalisti e dalle critiche di molti tifosi, D’Angelo, dopo aver spiegato più volte quello che a suo modo di vedere era il ‘problema del ragazzo’, ovvero l’ambientamento nel campionato italiano e l’abitudine ai ritmi del nostro calcio, aveva risposto anche un po’ stizzito alla vigilia: “Cohen sta bene e domani può anche giocare titolare o non giocare titolare. Se non gioca è solo per una scelta tecnica, non altre motivazioni fisiche. Domani forse gioca e forse no”. Alla fine il giocatore ha giocato e ha segnato una rete spaziale, come poche se ne ricordano all’Arena. Ad un occhio attento non saranno sfuggiti i passi avanti del giocatore che prima faticava a trovare la posizione in campo, a volte non intendendosi con i compagni, mentre ieri sera ha danzato sul pallone con aperture, passaggi precisi ed era sempre nel vivo dell’azione. Qualche ruggine ancora la si vede addosso, ma adesso il giocatore è pronto per giocare. Al di là di ciò che si può dire o non dire sulla questione, D’Angelo ha trovato ancora una volta il momento giusto per buttare qualcuno nella mischia, senza bruciarlo.
L’AMBIENTAMENTO – Ma perché Cohen ci ha messo così tanto ad ambientarsi? Sostanzialmente per due motivi. Il primo è molto semplice: già dai tempi della trattativa col Maccabi Tel Aviv al giocatore non era stato concesso di allenarsi in Israele, restando fermo come, di fatto, a Pisa è stato fermo Marconi prima del passaggio all’Alessandria. Giunto in terra pisana Cohen ha dovuto scontrarsi anche con la nuova realtà: a livello di ritmi non era ancora pronto e ha faticato dal punto di vista tattico a trovare una sua collocazione, svariando su più fronti. Qualche lampo e tanta panchina non hanno fatto altro che aumentare la sua determinazione per essere pronto il prima possibile. Dall’insegnante di italiano alle sgambate extra sia a San Piero a Grado che sulle mura di Lucca, città dove risiede. Il resto l’hanno fatto anche queste due settimane di sosta in cui ha potuto anche beneficiare di un lavoro dedicato e alla fine, finalmente, l’israeliano è sbocciato.
IL PROSSIMO PASSO – Ora il prossimo passo è la continuità di rendimento e l’intesa con Lucca. Il giocatore farà certamente ancora un po’ di panchina, ma il salto è stato netto. D’Angelo si gode quindi la sua nuova creatura. Avrebbe potuto buttarlo in campo e bruciarlo quando non era il momento, per poi lasciarlo in pasto ai tifosi e i giornalisti, ma il tecnico nerazzurro ha preferito lavorare lontano dai riflettori, facendo anche da parafulmine alle critiche e ha individuato il momento giusto in accordo con la società. Quel lampo nel buio ora può cambiare tutto col Pisa che ha riscoperto un’arma in più.