Ritratto del tecnico pescarese che ha fatto la storia del Pisa negli ultimi 3 anni.
È il 3 giugno e Luca D’Angelo sta tornando a Pisa in macchina da Pescara, dove ha trascorso le proprie vacanze nelle scorse settimane. Il tecnico parcheggia alla Sesta Porta e sale le scale per salire in sede, dove lo attendono il presidente Giuseppe Corrado, l’amministratore Giovanni Corrado e dove, di lì a poco, sarebbe arrivato anche il nuovo diesse Claudio Chiellini. L’oggetto della riunione è il rinnovo fino al 2023 del tecnico, per creare continuità in una storia recente nerazzurra sempre più a sua immagine e somiglianza.
UNA FIGURA PATERNA – Severo, ma strenuo difensore dei propri ragazzi, D’Angelo è un cultore degli allenamenti, della tecnica e della tattica. Fervente credente della cultura del lavoro, pretende massima attenzione durante il corso della settimana e non guarda in faccia a nessuno al momento di schierare la formazione. 3-5-2 o 4-3-1-2, è questo il gioco che ha imposto a Pisa in questi tre anni. Riservato e schivo, raramente si è lasciato andare in conferenza stampa, preferendo far lasciar parlare il proprio lavoro. Non la classica superstar da copertina, tra improbabili slogan e frasi fatte, ma un lessico che ha lasciato il segno sul campo.
“UNO SALTA, DUE COPRE” – Soprattutto nel corso di un anno di pandemia Covid-19, con gli stadi vuoti, le urla e gli ordini impartiti dal tecnico ai propri giocatori sono diventati oggetto di culto sui social, spesso citati come meme anche dai tifosi che ne apprezzano la comunicazione ai bordi del terreno di gioco. “Uno salta, due copre”, “Guida”, “preventive”, “coperture”, “movimento”, “preventive”, “salta”, “accelera”, “cinque a mille”. Sono solo alcune delle parole diventate di utilizzo comune da quando D’Angelo è in panchina e che hanno strappato più di un sorriso.
IL RECORD – Indimenticabili gli ‘imbattibili’ di D’Angelo, quei 27 risultati utili consecutivi che il Pisa è riuscito a far suoi tra campionato e playoff, a cavallo delle stagioni 2018/19 e 2019/20. Dopo aver spulciato per ore gli almanacchi in cerca di un record che si avvicinasse a quello di D’Angelo, arriva un’altra conclusione: Così bene il Pisa tra i professionisti non aveva mai fatto. Il Pisa di Joszef Ging che arrivò secondo e perse la finale per il titolo di Campione d’Italia con la Pro Vercelli nel 1921 si fermò a 16 risultati utili consecutivi. Il Pisa di Agroppi che tornò in Serie A nel 1981-82 arrivò a 14, mentre sempre a cavallo tra la B dell’82 e la A dell’82-83 tra Agroppi e Vinicio, si arrivò nuovamente a 16. Meglio fece solo il Pisa di Gigi Simoni nel 1984-85 che fissò il record dell’Era Anconetani a 17 risultati utili consecutivi. Ecco perché è così importante nella storia nerazzurra il record del Pisa di Luca D’Angelo, perché 27 risultati utili consecutivi non si erano mai visti in campionato in tutta la storia del Pisa tra i professionisti.
VERSO IL PODIO IN PANCHINA – D’Angelo al momento si trova al quinto posto della classifica di tutti i tempi come numero di gare sulla panchina del Pisa, a quota 125. Davanti a lui, al quarto posto, c’è Francesco D’Arrigo a 126, mentre al terzo posto c’è Mario Nicolini con 149, al secondo Umberto Mannocci a 186 e al primo Joszef Ging, il maestro ungherese che sfiorò lo scudetto del 1921 in finale contro la Pro Vercelli, irraggiungibile a quota 413. I dati sono forniti dall’Associazione Cento.