Le immagini storiche dell’Arena, in numerosi momenti chiave degli anni ’80, ma anche le foto della storia di Pisa e dell’Italia a cavallo tra gli anni ’70 e ’90. “L’Ultimo Novecento: Pisa, eventi e personaggi di un fine secolo” è il titolo della mostra in corso a Palazzo Blu, con le foto dell’Archivio Frassi, ma anche il quarto volume della serie dei cataloghi delle mostre fotografiche dedicate a eventi e decenni della città. Nel volume, con un importante contributo di Enrico Letta, appena pubblicato e acquistabile in libreria e sul sito internet di Pacini Editore, al racconto per immagini si affiancano i saggi del giornalista Giuseppe Meucci e dello storico dell’arte Stefano Renzoni, curatori della mostra fotografica in corso a Palazzo Blu.
L’ARENA E PISA IN FESTA – Ci sono le immagini dell’Arena che, dopo la promozione in serie A, nel 1982, viene dotato di una tribuna coperta più capiente, e le foto, indimenticabili e storiche del presidente Romeo Anconetani che, su una carrozza, attraversa le strade di Pisa alla testa del corteo di tifosi. Oppure di quando festeggia la conquista della Mitropa Cup, il 30 maggio 1988 con una grande abbuffata in piazza dei Cavalieri. E poi ci sono le foto dei grandi protagonisti di venti anni di storia nerazzurra, da Aldo Agroppi a Gigi Simoni, gli allenatori delle promozioni, dal goleador Giorgio Barbana a Claudio Di Prete e i grandi stranieri, Berggreen, Dunga e il ‘mitico’ Jorge Washington Caraballo. Oltre alle sale con le foto simbolo dei principali momenti segnanti della storia di Pisa e d’Italia, fra gli anni 70 e 90 – tra cui le visite di Karol Wojtyla e il momento delle epocali ‘scuse’ a Galileo Galilei, o dei premi Nobel Carlo Rubbia e Rita Levi Montalcini; Keith Haring al lavoro al murale Tuttomondo, la tensione degli anni di piombo, il caso Sofri, le operazioni per il salvataggio della Torre etc, – c’è persino una inaspettata retrospettiva dedicata alla squadra del Pisa Calcio e agli anni del suo indimenticabile e leggendario presidente Romeo Anconetani.
GIUSEPPE MEUCCI – “Nell’ultimo scorcio del secolo scorso, quello che inizia con gli anni Settanta e si conclude con il nuovo millennio –, spiega Giuseppe Meucci – Pisa vive una stagione intensa, ricca di eventi che hanno un’eco che si allarga nel mondo, come l’allarme per la stabilità della Torre Pendente oppure il casuale e clamoroso ritrovamento archeologico vicino alla stazione di San Rossore delle straordinarie navi antiche datate fra il II a.C e il IV d.C.”. Meucci si sofferma anche sul mutamento urbanistico e sociale che segnò la città in quei decenni di fine Novecento, che portò alla lenta e definitiva scomparsa dei negozi di tradizione e alla nascita di “un grande ‘campus’ concentrato nel centro storico e nei dintorni”.
STEFANO RENZONI – Vivacissimo e denso di aneddoti e leggende sul grande Pisa di Romeo è il saggio in cui Stefano Renzoni ripercorre gioie e dolori di una stagione sportiva irripetibile. “Anconetani – spiega Renzoni – sollecitò la ripresa di un orgoglio cittadino che ben presto travalicò le tribune dell’Arena per diventare il segno, il destino, di una intera comunità. Su di lui nacquero leggende metropolitane meravigliose. Fece venire a Pisa giocatori diventati poi eroi mitologici, grazie a un fiuto calcistico che aveva del portentoso”. Memorabile, fra le ‘intemerate’ dell’ineffabile presidente la proposta che, “a dirla oggi allo stadio ti rincorrerebbero fino a chissà dove – commenta il curatore –: propose di sciogliere il Pisa e il Livorno in una nuova grande squadra (Pisorno), che avrebbe giocato in un nuovo stadio, posto a metà tra le due città. Non se ne fece di nulla, ma a ripensarci oggi sembra di sognare”.
ROMEO ANCONETANI – “Perché Romeo mantiene intatto un fascino straordinario, e un’identità capace di sedurre anche chi il calcio l’ha seguito poco o nulla? – si chiede Renzoni – Perché egli fa sì che, saltando a piè pari gli schieramenti politici e ideologici, un uomo conosciuto per avere un orientamento politico rivolto a destra (così si diceva), piacque e piace ancora anche alla sinistra o a quel che ne resta? Il fascino leggendario di Anconetani gli deriva in gran parte da un suo merito, non sapremmo dire quanto consapevole, che esorbita quelli meramente calcistici, o l’aneddotica molto toscana delle intemperanze verbali. Anconetani, portando il calcio pisano ai massimi livelli, e favorendo l’identificazione di una città nei suoi colori sportivi, più che in quelli politici, gettò le basi per quella ridefinizione dell’identità pisana di cui oggi ancora parliamo. Anconetani sollecitò la ripresa di un orgoglio cittadino che ben presto travalicò le tribune dell’Arena per diventare il segno, il destino, di una intera comunità. Una città in crisi economica da decenni, che vive in gran parte di Università e di Ospedale, così in crisi da veder crollare in pochi anni il numero di abitanti, che improvvisamente, e per molti anni, divenne protagonista sui giornali e sulle televisioni. Un uomo fu, Romeo Anconetani, che per mezzo del calcio seppe dare esito e dignità alle aspirazioni di una collettività che tentava di tornare all’onore del mondo”. “Ed è questa, forse – prosegue lo storico dell’arte -, ancora oggi, la ragione della straordinaria identificazione dei Pisani con la loro squadra. Una sorta di vampa sentimentale, di passione trasversale, che coinvolge tutti i Pisani: il posto della pisanità e dell’orgoglio municipale è occupato insomma in modo irrevocabile dal Pisa, dal calcio, da Romeo”.
LA MOSTRA – Fino al 14 febbraio è ancora possibile visitare la mostra di Palazzo Blu, realizzata con il sostegno di Fondazione Pisa, aperta al pubblico dal 31 ottobre. Dl martedì al venerdì con orario 10 – 19, il sabato e la domenica con orario 10 – 20. Per info palazzoblu.it