La situazione del Pisa in questo momento non è certo delle migliori. Comprensibili e meritate le critiche dopo le prime giornate di campionato, ma all’orizzonte ci sono due impegni troppo importanti: Vicenza in trasferta e l’Ascoli in casa rappresentano il primo spartiacque della stagione, due esami veri per cercare di uscire dalla crisi. Analizziamo insieme il momento no e i problemi di questa squadra. Al Pisa il compito di ricompattarsi e di rialzare la testa, perché le qualità, sulla carta, ci sono.
Sarebbe troppo facile puntare il dito solo sui difetti manifestati da questa squadra nelle ultime uscite. La difesa viaggia alla media di più di due gol subiti a partita, in attacco la squadra non riesce a tradurre in gol le occasioni create e, in generale, anche la gestione del risultato non entusiasma, perché le volte che il Pisa è andato in vantaggio, si è sempre fatto raggiungere. Tutti problemi già noti, come anche il possibile ritorno al 3-5-2, già analizzato in un precedente articolo (link qui). Che manchi qualcosina dietro, almeno a livello numerico, è abbastanza sotto gli occhi di tutti. Sicuramente a sinistra manca almeno un terzino di ruolo mancino, ma è anche vero che sarebbe troppo superficiale puntare il dito su un mercato che, a conti fatti, è stato più che positivo, perché il lavoro di Gemmi e Giovanni Corrado si è incentrato sulla conferma del gruppo da una parte, ma anche sull’inserimento di giocatori di categoria e qualità dall’altra. La squadra, sulla carta, è un’ottima squadra. E allora il problema qual è? Come si esce dalla crisi? Di sicuro l‘aspetto mentale è il maggiore indiziato. Quando si subisce tanto, si crea, ma si segna poco e la squadra in campo non ha la stessa continuità di rendimento per tutto il match, involvendo sempre in concomitanza di un episodio a sfavore, allora diventa evidente che D’Angelo, e non solo lui, debba lavorare sulla testa dei giocatori. Come giornalisti abbiamo il diritto di criticare il momento no di questa squadra, cercando di capire, senza per questo sparare sulla croce rossa, quali siano i problemi e come risolverli, anche se sono i diretti protagonisti che devono capirli da soli e ovviare alla situazione. Lo stesso diritto di critica lo hanno i tifosi che, allo stesso modo, hanno anche il dovere di sostenere la squadra. L’importante, per uscire dalla crisi, è che l’ambiente rimanga compatto e che la squadra possa tornare a esprimersi sulle sue potenzialità, altrimenti delle legittime preoccupazioni potrebbero trasformarsi in una catastrofe. Gennaio è lontano, ma il lavoro fatto finora non è da buttare, sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti di tutti e anche sintomo di poca onestà intellettuale. Coraggio Pisa, puoi rialzarti, devi farlo. Che Vicenza sia un’altra chiusura di un cerchio: Nel 2017 fu la gara che segnò la fine di una stagione, quest’anno può essere l’inizio di un percorso positivo.