Con l’arrivo della stagione autunnale iniziano a spuntare nel Parco i porcini, le russole, i pioppini, i leccini, i lattari e i cantarelli (più noti come gallinacci o finferli). Per raccogliere i funghi è necessario essere in regola con il tesserino e seguire alcune regole per garantire un’attività sostenibile. Il Parco è un luogo da vivere e insieme rispettare e promuovere, per questo anche quest’anno si è rinnovata la collaborazione con il Gruppo Micologico Pisano che sfocerà nell’organizzazione di iniziative sul tema come una mostra sui funghi che si terrà a Cascine Vecchie.
Per chi già ha conseguito negli anni scorsi il tesserino necessario per svolgere l’attività nel territorio del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, è sufficiente effettuare il pagamento della quota annuale (valevole fino al 31 dicembre) di 16 euro e conservare la ricevuta di pagamento da esibire in caso di controlli. Chi invece non lo possiede e lo vuole richiedere deve compilare l’apposita domanda e inviarla a enteparcoregionalemsrm@postacert.toscana.it (modulistica sul sito oppure richiesta informazioni via mail a l.gorreri@sanrossore.toscana.it) e superare un colloquio che verte sulle normative per la raccolta dei funghi nel Parco e sulle modalità di comportamento.
La raccolta si può fare domenica, martedì e giovedì per un massimo di un chilo a specie o due chili totali. Regole chiare per garantire un’attività sostenibile
Bisogna conoscere le zone dove è consentito l’accesso e come si raccolgono i funghi per non rovinare il sottobosco, e in generale le semplici regole che servono a garantire una fruizione sostenibile e responsabile del territorio. La raccolta è consentita tre giorni alla settimana (domenica, martedì e giovedì), per un massimo di 1 chilo a specie e comunque 2 chili in totale, fanno eccezione le morchelle per le quali il limite massimo è di 30 esemplari, data la loro delicatezza. Non si possono raccogliere nelle zone di riserva integrale e di giovane rimboschimento. Per alcune specie la dimensione minima della cappella deve essere di 3-4 centimetri per preservare i piccoli esemplari, mentre tutti i funghi raccolti devono essere depositati in contenitori areati come cestelli di vimini. I fruitori sono invitati, prima del consumo dei funghi raccolti, a portarli all’ispettorato micologico delle Asl per stabilirne la loro commestibilità, un servizio gratuito che fornisce le corrette indicazioni per il consumo. Per saperne di più: il Parco dispone di una guida dal titolo ‘I funghi del Parco’ disponibile nei centri visita.
Ecco un breve decalogo utile come guida alla raccolta e al consumo dei funghi
– Non raccogliere indiscriminatamente tutti i funghi, per non devastare l’equilibrio dell’ecosistema
– I funghi vanno raccolti interi per consentire la corretta individuazione della specie
– È vietato ricorrere all’uso di vanghe, zappe e strumenti che potrebbero danneggiare il sottobosco
– I funghi vanno raccolti sani e non se in cattivo stato, gli esemplari non raccolti devono essere lasciati tal quali e non distrutti
– I funghi raccolti devono essere trasportati in contenitori aerati per la disseminazione delle spore
– Non mettere i funghi sospetti insieme ai funghi buoni e non regalare funghi se la loro commestibilità è incerta
– La cottura, l’essicamento o altri trattamenti non servono a rendere commestibili i funghi velenosi
– Tutti i funghi commestibili vanno consumati ben cotti
– Evitare di far consumare funghi a bambini, donne in gravidanza o allattamento, anziani, persone che presentano intolleranza a particolari alimenti, farmaci o affette da patologie gastriche, epatiche, pancreatiche, renali, senza il consenso del medico
– I funghi commestibili vanno mantenuti in contenitori rigidi e aerati ed in luogo fresco e devono essere consumati, o effettuate le operazioni di conservazione, in tempi brevi