È il tecnico nerazzurro il vero perno su cui si basa il progetto nerazzurro degli ultimi anni. Luca D’Angelo evolve il suo credo tattico e mette sempre il gruppo davanti a ogni cosa. Lo ha dimostrato anche sabato schierando Varnier titolare dopo 8 mesi e mezzo di stop. A febbraio il rinnovo fino a giugno 2021, ma l’allenatore del Pisa anche nelle trattative ha sempre rifuggito protagonismi. E può diventare un uomo simbolo anche per il futuro.
LE FORMAZIONI E L’AVVERSARIO – 4-3-1-2? 3-5-2? Per D’Angelo sembra quasi che gli schemi non esistano. “Non conta il modulo: è più importante lo spirito”, sono proprio parole dell’allenatore in una delle tante conferenze stampa. Niente di più sbagliato. Il tecnico nerazzurro crede prima di tutto che i propri giocatori possano interpretare più schemi di gioco per saperli mettere in pratica nella migliore delle maniere. L’anno scorso passò, a gennaio, al 4-3-1-2 e la squadra decollò. D’Angelo però non ha mai rinnegato il 3-5-2 non è rilanciandolo e valorizzandolo dal trionfo di Trieste. Il passaggio a un modulo più fluido è arrivato con la nuova stagione in Serie B, dimostrando anche una evoluzione da parte del tecnico per un Pisa 2.0. Il primo esperimento fu fatto proprio contro il Flora Tallin nel corso dell’amichevole estiva, quando per la prima volta propose questo esperimento. L’obiettivo? Lasciare pochi punto di riferimento agli avversari, che meritano un discorso a parte. D’Angelo infatti, pur studiando sempre chi ha di fronte, non scende mai a patti, ma cerca sempre di mantenere inalterata la propria identità, provando a imporre il gioco con i suoi effettivi.
IL GRUPPO – D’Angelo crede molto nel gruppo, nella meritocrazia e nella forma. Nessuno parte avvantaggiato, non c’è un giocatore che si staglia sopra gli altri o un titolare inamovibile e se si merita di essere convocati e di giocare titolari, D’Angelo non fa distinzioni. Così è cresciuto Marius Marin, così Samuele Birindelli. E così Marco Varnier, nel suo timido sorriso dopo Salernitana-Pisa, ha potuto ritrovare il campo nel migliore dei modi. Impareggiabile la gestione del gruppo per l’allenatore. Ma occhio a farlo arrabbiare o a non impegnarsi seriamente, magari avendo un atteggiamento poco professionale o troppo sbarazzino. D’Angelo, se non sente la stessa fiducia e lo stesso impegno a parti invertite, non vedrà mai un determinato giocatore nei propri disegni tattici. Questo è il caso di Raul Asencio, un amore mai nato, mai integrato in gruppo. Sperando resti un caso isolato, come è stato finora. L’allenatore si è fatto conoscere fin da subito, prediligendo gestire un largo gruppo, responsabilizzando tutti, limitando al minimo ogni mal di pancia e facendo remare tutti dalla stessa parte.
IL DESTINO E IL FUTURO – Un destino legato a doppio filo con la società nerazzurra con umiltà, lavoro duro e determinazione. Luca D’Angelo ha firmato a febbraio il prolungamento del contratto con il Pisa fino al giugno 2021. Un rinnovo quasi automatico per l’allenatore abruzzese, che in questo anno e mezzo è stato un punto di riferimento per la società, i giocatori e i tifosi. «Amore reciproco» l’aveva definito il presidente Giuseppe Corrado, mentre per lo stesso tecnico era stata «una cosa naturale, una gratificazione importante». Luca D’Angelo non ha mai chiesto più di un anno di contratto alla volta, a dimostrazione dell’umiltà e della comunione di intenti con il direttore sportivo Roberto Gemmi e il direttore generale Giovanni Corrado. Scelte condivise su tutto, dal calciomercato alle dichiarazioni, passando per la gestione del gruppo.