Oggi, alle ore 12, presso la Sala delle Baleari del Comune di Pisa, il sindaco Michele Conti, gli assessori Massimo Dringoli e Raffaele Latrofa e la dirigente all’urbanistica Daisy Ricci, hanno tenuto una conferenza stampa in merito alla posizione del Comune stesso sulla sentenza del Tar riguardo la variante urbanistica. Dalla conferenza stampa, ma anche secondo le dichiarazioni dei legali del Pisa e del Comune di Pisa, cittadini e tifosi non devono preoccuparsi, lo stadio va avanti e non ci sarà alcun problema o ritardo, vediamo il perché. Inoltre, lo studio Yard, incaricato dal Pisa del progetto stadio, ha reso noto che progetto definitivo e piano economico finanziario arriveranno a settembre. In calce anche un comunicato del Pisa Sporting Club.

CONTI – Il sindaco di Pisa Michele Conti fa gli onori di casa, rivelando il motivo della convocazione della conferenza stampa e chiarendo la posizione del Comune alla luce della sentenza del tar emessa sulla Variante Arena: «Ho ritenuto opportuno convocare una conferenza stampa insieme agli assessori competenti – ha dichiarato il Sindaco di Pisa Michele Conti – per spiegare nel dettaglio i prossimi passi che dovrà fare l’amministrazione comunale in virtù della sentenza del Tar. Mi preme subito chiarire, visto che sul tema c’è un po’ di confusione, che la Variante adottata va avanti e diverrà efficace in tutte le sue parti tranne quella annullata dal Tar che riguarda la Moschea. Non lo dice il Sindaco Michele Conti ma i tecnici che hanno studiato le carte e i legali che, dopo una meditata e ponderata lettura della sentenza, si sono espressi in tal senso: l’annullamento è senz’altro in parte qua. Quindi, come già avevo detto lunedì, il percorso per la riqualificazione dell’Arena Garibaldi Stadio Romeo Anconetani va avanti senza intoppi. E’ opinione degli avvocati, non solo del legale di parte del Comune di Pisa ma, come leggo sui quotidiani di oggi anche dall’avvocato del Pisa Sporting Club, che è costantemente affermato dalla giurisprudenza amministrativa che, nel caso di annullamento dei piani urbanistici, la caducazione integrale del piano avviene soltanto ove si facciano valere vizi di carattere procedimentale estesi a tutta l’attività amministrativa coinvolta nel procedimento di formazione nel piano. Ma non è questo il caso. Quando si sia in presenza di censure e vizi di carattere ‘sostanziale’ relativi alla disciplina di una singola area, l’annullamento giurisdizionale conseguente è senz’altro in parte qua. La sentenza del Tar, che ovviamente rispettiamo e avverso alla quale ci riserviamo di valutare il ricorso al Consiglio di Stato, ha ritenuto che l’aspettativa dei ricorrenti, cioè della comunità islamica, sia qualificata dalla mancata presentazione delle ragioni di interesse pubblico prevalenti, da parte dell’amministrazione comunale, che evidenzino perché la moschea non debba essere edificata in via del Brennero. Quello che ha pesato a giudizio del Tar è stato il mancato onere da parte del Comune nel fornire una specifica motivazione al cambio di destinazione di zona in quella determinata area, dato che l’atto dell’amministrazione ha posto un “rilevante ostacolo” alla soddisfazione del diritto della comunità islamica. Cosa succede adesso? Per effetto della sentenza torna in vigore la normativa preesistente, ma il permesso a costruire è possibile da rilasciare ad oggi? Alla luce degli approfondimento svolti da tecnici e legali, non è possibile rilasciarlo, perché il progetto presentato dalla comunità islamica contrasta con il Regolamento Urbanistico; un contrasto che deriva dal primo parere reso dalla Soprintendenza, che si era espressa in maniera favorevole, ma con prescrizioni. Per effetto dell’annullamento dell’atto di autotutela, adesso il parere originario della Soprintendenza ritorna in vigore. Resta la questione del vincolo archeologico, dunque la Soprintendenza, dovrà rifare l’istruttoria e giungere ad una conclusione sul vincolo, emettendo un parere definitivo. Questo è lo scenario che per effetto della sentenza si apre oggi. Le soluzioni ipotizzabili adesso adesso sono due. La prima è quella di eseguire totalmente la sentenza, abdicando ad un potere regolatorio del Comune e far procedere alla realizzazione della moschea in via del Brennero, fatto salvo l’esito dell’istruttoria tecnica. L’altra soluzione è quella di spiegare che l’area in questione non è idonea alla costruzione di un edificio di culto (come provato anche dal fatto che l’adeguamento del progetto alle prescrizioni della Soprintendenza lo rende incompatibile con il Regolamento Urbanistico) e che pertanto il Comune consentirà la realizzazione della moschea in un’altra area, da individuarsi di comune accordo con la comunità. Accordo che potrebbe essere meglio definito alla luce degli elaborati della stessa variante annullata in parte qua, che già, nelle controdeduzioni degli uffici sulle osservazioni, individuavano aree utilizzabili allo scopo, senza necessità di una variante. Su questo punto sono disponibile a un confronto con i rappresentanti della comunità islamica, per arrivare a una soluzione condivisa.»

DRINGOLI – L’assessore Dringoli fa ulteriore chiarezza: «L’obiettivo che ci siamo posti fin dall’inizio con l’adozione della variante Stadio – ha spiegato l’assessore all’urbanistica Massimo Dringoli – è stato quello di sfruttarla come occasione per riqualificare un intero quartiere, migliorandone l’accessibilità, il sistema di sosta, privilegiando la mobilità sostenibile con l’aumento di piste ciclopedonali e aree verdi, con ricadute positive per tutta la città. È stato dato incarico alla società Tages per fare uno studio sulla mobilità, studio mai fatto prima, che per la nostra amministrazione era essenziale per apportare un miglioramento della qualità della vita del quartiere, che in occasione degli eventi sportivi subisce la pressione del traffico e della sosta indisciplianata. Dagli studi fatti, che sono serviti poi per l’elaborazione della variante, sono emerse criticità lungo le vie di accesso alla città che rendevano inammissibile aumentarne il carico, in particolare sulla via del Brennero e soprattuto nei giorni di mercato. L’eliminazione dei nuovi carichi urbanistici si è posta quindi come condizione essenziale perchè l’intero piano, che prevede un sistema di parcheggi diffuso, non destinati esclusivamente allo stadio ma a servizio del quartiere e di tutta la città, e per i residenti un sistema simile ad una Ztl da attivare in ocasione degli eventi sportivi, eliminando le limitazioni attuali per i residenti. La collocazione della moschea – ha concluso Dringoli – all’ingresso della città, in una zona già fortemente congestionata, ci è sembrata subito non idonea. Quando è stato fatto uno studio delle aree che potevano servire per la sosta intorno allo stadio, si è tracciato una circonferenza di un chilometro e si è visto che ci rientrava anche l’area della moschea. A quel punto, portare avanti due varianti ci sembrava un lavoro inutile, superfluo, uno spreco di tempo e le abbiamo riunite in un procedimento e in un piano complessivo che rispondesse ad una unica visione urbanistica.»

LATROFA – Tocca poi all’assessore Latrofa intervenire :“Quando abbiamo iniziato questo percorso – ha aggiunto l’assessore ai lavori pubblici Raffaele Latrofa – abbiamo avuto un approccio che non puntasse mai a dividere i cittadini, non ci siamo mai appellati ai tifosi, ma abbiamo sempre parlato di riqualificazioni a vantaggio del quartiere e di tutta la città. La nostra Giunta comunale si è e sempre mostrata compatta su questo punto. L’apporto mio e dell’assessore Dringoli al lavoro del Sindaco è sempre stato dettato dalla nostra professionalità e dedizione nel portare a termine un risultato che riteniamo importante per l’intera città. Chi è contro la variante Stadio è contro la città e chi, dopo la sentenza del Tar, ha iniziato a gioire del fatto che saltasse tutto, non va contro l’Amministrazione Conti, ma contro tutta la città. È normale che in un procedimento così lungo e complesso ci siano dei ricorsi e che seguano diversi gradi di giudizio. Escludendo l’area della moschea tutto il resto della variante, che non riguarda solo lo Stadio ma parcheggi, aree verdi e altro oggetto di tutte le osservazioni, prosegue, rimane intatto e andrà avanti senza rallentamenti”.

RICCI – Il chiarimento più importante arriva dalla dirigente all’urbanistica Daisy Ricci: “A questo punto del procedimento – ha chiarito la dirigente dell’urbanistica del Comune di Pisa Daisy Ricci – la comunità islamica non è tenuta a ripresentare da capo il permesso a costruire, ma si riparte della documentazione in atto, togliendo il provvedimento di diniego che è stato annullato. Anche la Soprintendenza ha avuto l’annullamento del proprio provvedimento, che dovrà riformulare. L’iter prevede che successivamente sia acquisito l’aspetto del vincolo archeologico che sussiste nell’area, insieme al vincolo paesaggistico, e poi la scheda norma del regolamento urbanistico vigente prevede un permesso a costruire convenzionato, quindi si tratta di individuare opere oggetto della convenzione comunale, approvare lo schema di convenzione, firmarla e infine si rilascia il permesso a costruire. Per quanto riguarda la variante Stadio, come è già stato detto, la variante resta quella, stralciando l’area in questione, in ottemperanza alla sentenza del Tar. Vorrei chiarire che le varianti urbanistiche diventano efficaci formalmente solo dopo la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana. Quindi, indipendentemente dalla sentenza, la variante approvata la scorsa settimana, ancora non è efficace perché dobbiamo ancora effettuare la pubblicazione sul Bollettino. Adesso dovremo indicare che nel frattempo è intervenuta la sentenza del Tar, dando atto che nell’area oggetto della sentenza non sono valide le previsioni della variante”.

IL PISA – Interviene anche il Pisa attraverso un comunicato: “Il Pisa Sporting Club, alla luce delle recenti disquisizioni inerenti la variante urbanistica approvata e alla successiva sentenza del Tar relativa ai ricorsi presentati dalla Comunità Islamica, comunica di continuare ad essere estremamente fiducioso sui tempi e sulla prosecuzione del progetto stadio. Tutto ciò sulla base delle valutazioni e delle risposte fornite dai propri professionisti e dalle rassicurazioni avute dalle istituzioni comunali. La società conferma di avere la massima fiducia nel lavoro portato avanti con metodo e diligenza dal Sindaco Michele Conti e dagli assessori di riferimento, che hanno consentito l’approvazione della variante urbanistica, così come ha sempre mostrato apprezzamento per il lavoro di avvio del progetto portato avanti dal Sindaco e dagli assessori della precedente giunta. Il rifacimento dell’Arena Garibaldi stando alle dichiarazioni e ai fatti, è sempre stato considerato da tutti un progetto di rivalutazione significativa di un’area importante della città ed è, quasi sempre, apparso al centro dei programmi di ogni corrente politica. Non possiamo credere che, alle soglie della fase finale, ci possano essere valutazioni così diverse e discordanti nel modo di vedere le cose e rilevare come, un progetto che dovrebbe essere l’orgoglio della città e trovare tutti concordi, possa alimentare cosi tante opinioni contrastanti. Il Pisa Sporting Club si augura che le polemiche e le schermaglie di carattere politico non vanifichino l’ottimo e grande lavoro fin qui svolto e non abbiano a frenare un progetto che ha sempre rappresentato il presupposto fondamentale da cui partire per la crescita della società calcistica della città. L’immagine della marea di folla festante sui Lungarno il giorno successivo alla vittoria di Trieste, deve essere lo stimolo ad allineare i pensieri e ad unire le forze per il progetto di tutti: uno stadio e una squadra che rappresentino l’orgoglio di una Città unica, l’orgoglio della nostra Pisa!”

NESSUN PROBLEMA – Il popolo nerazzurro può stare tranquillo. Lo riferisce l’avvocato Gabriele Toscano, legale del Pisa e di Yard nel progetto di riqualificazione che, in un’intervista a La Nazione definisce «Illegittimi solo gli atti relativi alla moschea. L’oggetto vero, in senso processuale e sostanziale della sentenza è solo la destinazione a parcheggi dell’area già destinata a moschea: essa sola, dunque, deve ritenersi illegittima». Poi, una stoccatina: «La variante stadio e la moschea non avevano alcun nesso funzionale: quell’area parcheggio non era ‘fondamentale’. Deve ritenersi escluso qualsiasi effetto di ‘trascinamento’ della variante Stadio nella sentenza del Tar sulla moschea e nei suoi effetti». Aveva dunque ragione il sindaco Michele Conti su questo punto, nel dichiarare che «gli effetti dell’annullamento giurisdizionale non investono l’intera variante bensì soltanto l’area del Centro Culturale Islamico per la quale ritorna in vigore la disciplina urbanistica precedente alla variante in corso di approvazione e il procedimento per il rilascio del permesso di costruire dovrà essere riattivato tenuto conto della esecutività ex lege della sentenza del Tar. Quindi il procedimento per il rilascio del permesso a costruire riparte da capo, il progetto stadio va avanti».

PEF E PROGETTO – Intanto arrivano anche novità da Alessandro Pasquarelli di Yard, incaricato del progetto: «Almeno per noi, non cambia assolutamente nulla. Andiamo avanti con il progetto a: abbiamo bisogno ancora di qualche mese di tempo, ma a settembre contiamo di poter cominciare a definire progetto esecutivo e piano economico finanziario. Dopo esserci confrontati con il presidente, dovremo incontrare i progettisti. Poi ci sarà da riprendere contatto anche con gli investitori: la pandemia ha avuto un impatto notevole anche sull’economia».

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018