Il calcio è ripartito, almeno in Germania, mentre l’Italia è ancora lontana, a soli due giorni dalla fatidica data dei 18 maggio, quella dell’inizio degli allenamenti di gruppo. Spadafora nel frattempo schiaffeggia ancora il calcio, con parole difficilmente comprensibili e dai toni ancora una volta inaspettatamente duri.
SPADAFORA – Che il calcio avesse chiesto un protocollo più stringente e adattabile a tutte le categorie, specialmente in Serie A e B, non era un mistero. Dopo numerosi tira e molla, nonostante le richieste di medici e addetti ai lavori, alla fine il presidente della FIGC Gravina ha dovuto cedere, sottoscrivendo un protocollo di difficile attuazione, con ancora numerosi punti oscuri da chiarire, non ultimo quello sulla quarantena in caso di positività, oltre agli altissimi costi economici da sostenere per le squadre. Invece Spadafora, che sapeva benissimo di questi disagi e tira e molla, di cui si è discusso per tutto il mese e anche oltre, si è lasciato andare con altre dichiarazioni al vetriolo, un vero e proprio schiaffo a mano aperta al calcio: “Lunedì dovevano riprendere gli allenamenti del calcio basati su un protocollo che un mese fa mi avevano proposto la Figc e la Lega: oggi capiamo che la Lega ritiene di aver difficoltà ad attuare il protocollo che ha proposto. Non gliel’abbiamo chiesto noi, né il comitato tecnico scientifico, ce lo hanno proposto loro. Le squadre evidentemente non hanno strutture adeguate e non sono in grado di iniziare l’autoisolamento: ne prendiamo atto”. Spadafora fa finta, perché era a conoscenza di ogni criticità, e invece oltre al danno, ecco la beffa. Dopo aver bacchettato e umiliato i vertici del calcio, il ministro poi, come ha sempre fatto, ha voluto aprire alla categoria, per un altro weekend intenso. Prima il confronto tra il presidente della Figc Gravina e il premier Conte, per un decreto sulla fase 2 di cui tra stasera e domani si conosceranno i risvolti, poi il giallo: i punti critici come i maxi-ritiri saranno davvero rivisti? La quarantena obbligatoria sarà davvero rivalutata? Nel frattempo, anche se c’è il via libera agli allenamenti di gruppo, almeno per la Serie A da lunedì, è paradossale che due giorni prima non ci sia ancora chiarezza e comunione di intenti.
I CALCIATORI – Chiarissima anche l’Associazione Italiana Calciatori. Da una parte Tommasi che asserisce: “Non ha senso rischiare di partire. Cosa si rischia veramente? Il protocollo è troppo rigido”. Dall’altra il vicepresidente Calcagno: “I calciatori sono disposti ad andare in ritiro, per quelle due settimane che erano state concordate. Il problema resta la questione della quarantena. E’ impensabile che tra oltre 500 calciatori non esca un positivo nei prossimi mesi…”
E LA SERIE B? – La Serie B intanto attende, con la consapevolezza, dopo le parole di ieri del presidente della Lega B Mauro Balata, che quando ci sarà un protocollo applicabile in cadetteria, dovranno passare dieci giorni. Ancora adesso però c’è incertezza sul protocollo per la Serie A, di conseguenza chissà da quando si potranno contare questi dieci giorni. Intanto la Bundesliga è partita. Tornano in mente, tra ironia e sconforto, le parole di Giovanni Corrado a Finestra sull’Arena: “La Germania ha iniziato il lockdown con due settimane di ritardo rispetto all’Italia e questo weekend torna in campo. Siamo stati il primo paese a chiudere, mi sarei aspettato potessimo essere all’avanguardia anche per riaprire”.