Visto il recente accostamento da parte di alcuni media del settore di Pablo Dana verso l’acquisizione della Reggiana, lo abbiamo contattato durante le sue vacanze a Mykonos per chiedergli quanto c’è di vero riguardo questo accostamento. Dana ha smentito e ha parlato anche del Pisa e dei motivi che all’epoca lo portarono a non acquisire la società neorazzurra: “Noi all’epoca inadempienti? Tutte balle! Fummo trattati in maniera ignobile dai Petroni. I debiti erano 14 volte superiori a quanto ci era stato detto. Oggi gestiamo cinque squadre tra cui il Mantova (al 25%), il Gibraltar Utd a Gibilterra e il Los Barrios in Spagna. Un plauso ai Corrado, se un giorno avranno bisogno noi ci saremo.”

Ciao Pablo.  Nelle ultime settimane voci ti hanno accostato alla Reggiana, ieri dandoti addirittura vicino all’acquisizione. Quanto c’è di vero?

Di voci ce ne sono sempre, come tu sai seguo molte società che non vanno bene per risollevarle. Vengono a farci tante proposte per dare una mano per intervenire finanziariamente o di trovare acquirenti. Ma non è il caso della Reggiana. Conosco Mike Piazza, ma non ci sono stati ulteriori sviluppi. Abbiamo dato un’occhiata ai numeri due settimane fa e abbiamo detto che era impossibile. Tantissime squadre ci stanno chiamando per chiedere una mano.   

Pablo Dana con Abdul Wahab Al Halabi

Segui sempre il Pisa?

Io mi sono innamorato tempo fa del Pisa e dei colori neroazzurri. Il Pisa lo seguo tutti i giorni sui social, soprattutto attraverso la tua pagina e ce l’ho nel cuore. C’è un ambiente stupendo e spero sempre il bene per tutti i pisani. Pisa mi ha permesso di incontrare Pierluigi Zagni e Jacopo Norelli con i quali continuo a lavorare tutt’ora e che fanno parte della Heritage Sports Holdings, con la quale mandiamo avanti diverse operazioni in Italia e in altri paesid’Europa.

Pablo Dana e Rino Gattuso

Il Pisa però all’epoca non riuscisti a comprarlo, ritirandoti con il fondo di investimento Sportativa ai tempi delle cordate Corrado, Ruggeri e Mian dall’offerta vincolante. Perché?

Riparlandone a mente fredda, purtroppo al tempo ci furono dati dei numeri che si sono verificati essere 14 volte superiori a quelli annunciati. Quando lucchesi mi chiamò, ne parlai con Rino Gattuso e Lucchesi mi disse che c’erano circa 780 mila euro massimi di debiti ad agosto 2016. Chiesi poi di vedere un po’ di documentazione, ma non mi fu mai fatta vedere. Sono stato molto sorpreso un giorno a Tirrenia, prima di andare a pranzo, perché mi chiesero alcuni genitori dove fossero i soldi dati alla società per far giocare i figli nelle giovanili. Ci siamo resi conto che la famiglia Petroni stava gestendo in maniera assolutamente scandalosa tutta la questione dei giovani, della squadra e societaria in genere. Più avanti quando facemmo richiesta ufficiale di due diligence, con il Sindaco ci eravamo messi d’accordo di fare un deposito di 300 mila euro che facemmo subito. Quando fu detto che eravamo inadempienti, erano tutte balle. Avevamo stanziato circa 5 milioni, con 4.5 per l’acquisizione e 500 di spese varie. Tra legali e avvocati ci costò già molto il Pisa all’epoca. Smettemmo anche quando Abodi ci fece credere inizialmente che i debiti ammontassero solo a circa 3 milioni e invece erano superiori ai 5 milioni. A quel punto ci ritirammo definitivamente. Provammo di tutto per entrare, accettammo anche di aumentare la nostra partecipazione, ma non c’erano i margini. Fummo trattati in maniera ignobile dalla famiglia proprietaria, ci hanno messo i bastoni tra le ruote. Anche con Mian ci fu un bellissimo incontro, ma ci siamo resi conto che era una follia appena abbiamo capito la situazione in cui si trovava il Pisa. Il nostro era un approccio serio. Cosa che abbiamo fatto con tante altre squadre, adesso siamo proprietari o in quota di minoranza di  cinque squadre.

Pablo Dana

E adesso? Come giudichi l’operato della famiglia Corrado da quando si è insediata?

La famiglia Corrado secondo me ha fatto un bellissimo lavoro. Tanto di cappello a loro che nonostante i tanti milioni di debiti stanno gestendo la società in maniera virtuosa. Il giorno che ci vorranno far entrare in società salteremo sul treno appena possibile. La suoneria del mio telefono continua ad essere “Pisa grande amore”. Ci è dispiaciuto tanto non potere entrare, ma a Pisa e in Toscana torno sempre per le Vacanze ogni anno.

Pablo Dana con Michel Salgado e gli altri investitori al momento dell’acquisizione del Gibilterra

Dicevi che oggi siete proprietari di cinque squadre. Sappiamo che con i tuoi gruppi di investimento hai acquisto le quote del Mantova (al 25%), del Los Barrios in Spagna e poi il Gibraltar Utd a Gibilterra. 

Sì, abbiamo iniziato da Gibilterra, siamo intervenuti con Michel Salgado, la squadra stava per retrocedere nella serie B del campionato, era praticamente fallita. Siamo riusciti ad aiutare all’inizio, da aprile, grazie a lui, facendo tornare lo spirito e salvarla. Quest’anno abbiamo lavorato bene e siamo intervenuti sul mercato a gennaio grazie all’aiuto di Manolo Hierro. Siamo arrivati a un punto dall’Europa League, il prossimo anno puntiamo a centrare la qualificazione all’Europa. Col Mantova ci hanno cercato i vecchi soci due anni fa. Non volevamo entrare inizialmente perché il bilancio era disastroso. Inizialmente non ci fu concesso il bando d’asta, ma poi siamo entrati successivamente con il 25%, corrispondente a una posizione pari a 155 mila euro. Ora il socio maggioritario è Maurizio Setti, ora c’è stato un aumento del budget di circa 1 milione e 200 mila euro, Setti dovrà mettere circa 700 mila euro, ma siamo sicuri che farà una grande squadra grazie alla sua esperienza passata anche a Verona. Siamo felici di collaborare con lui e di avere una posizione nel CDA della squadra. Los Barrios in Spagna invece è stata una esperienza interessante, perché la squadra era in condizione disastrosa. Sempre con Manolo Hierro li abbiamo risollevati, eravamo ultimi con 9 punti di distacco dall’ultimo posto, ma dopo un intervento di mercato a gennaio ne abbiamo recuperati 19 e ci siamo salvati in Tercera Division.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018