Ascoli, Pordenone e Pescara. Tre esami da non sbagliare, tutti in casa. In un altro momento guardare a questo calendario avrebbe portato un po’ di tranquillità, ma ora, in questa situazione, la paura ha preso il sopravvento. Tra difetti strutturali e la disperata necessità di far punti, la pressione sulla squadra è tanta, ma dev’essere catalizzata. Mai come in questo momento al Pisa serve grande sostegno da parte della piazza, ma serve una linea che porti a risolvere i problemi strutturali e la società, a prescindere da una possibile risalita, a mettere mano al portafogli. Tra fragilità, retroscena e tante domande, ecco l’analisi post Spal-Pisa.
DOPO LA DISFATTA DI FERRARA – Chi scrive non nasconde che ha passato la notte a rigirarsi nel letto, pensando in continuazione ai problemi e alle possibili soluzioni da attuare per il Pisa. Chi ha letto la rassegna stampa post partita, dagli articoli di ieri sera, passando per i giornali di questa mattina, noterà un concetto ripetuto da tanti professionisti dell’informazione, sottoscritto incluso. In sostanza quella di Ferrara non era certo la gara da vincere a tutti i costi, ma perdere così davvero lascia sconfortati. Tutto verissimo, perché guardando alle ultime 8 partite disputate dal Pisa, Coppa Italia inclusa, ora la squadra di D’Angelo ha alzato la media a 3 gol subiti a partita. Un’enormità. L’immagine dello sconforto è l’istantanea in cui D’Angelo, sconsolato, si rivolge a Siega dopo un duro contrasto, dicendo: “Ci manca soltanto che ci facciamo cacciare fuori”. Un D’Angelo che ieri si è arreso dopo il quarto gol, facendo uscire in blocco Vido, Masucci e De Vitis, quindi Gucher e infine Birindelli, mettendo dentro anche il giovane Masetti, tra gli altri. La potremmo chiamare ‘la resa della vecchia guardia’. Cambi di fatto volti a prevenire alcuni calciatori in vista di martedì sera, ma non solo. Occorre suddividere le problematiche, perché non sono poche.
GIOCATORI INVOLUTI – Ci sono alcuni calciatori che stanno giocando male, a tratti malissimo. Palombi non è ancora entrato in condizione e al momento resta un oggetto misterioso. Oggetto del mistero è diventato anche Soddimo, 9 minuti in campo nelle ultime quattro gare, cui resta il sorriso di ieri inquadrato dalle telecamera nell’intervallo. Purtroppo però c’è ben poco da ridere, perché la situazione è drammatica. Martedì mancherà anche De Vitis, mentre rientrerà Benedetti. Pisa ancora in emergenza, visto che mancheranno sempre tre giocatori difensivi, con Varnier, Meroni e De Vitis out. La squadra ha ritrovato Perilli, ma ha ‘perso’ nel rendimento Birindelli, Gucher, involutissimo dopo la doppietta di Vicenza, Mazzitelli e tanti altri. Davvero difficile salvare qualcuno. L’unico che pare predicare nel deserto, ma si tratta di briciole, è Vido e, forse, un po’ Marconi, servito al lumicino in queste gare, ma su cui ancora manca l’intesa per il rinnovo. Perderlo a parametro zero sarebbe una beffa.
RETROSCENA E CONFRONTI – Tornano alla mente le parole di D’Angelo che ieri, ma anche sabato, è stato a tratti pericoloso nelle sue dichiarazioni. Sostenere che la rosa non necessiti di rinforzi può essere un boomerang. La squadra non rema contro il tecnico, perché, svelo un retroscena, i confronti nello spogliatoio ci sono stati in queste settimane, specialmente dopo il Cittadella (ben due ore di discussione), ma non solo. La reazione, nel corso degli allenamenti nella settimana di avvicinamento alla sfida di Ferrara c’è stata, ma purtroppo non è servita, anche se l’avversario era nettamente più forte. E se la squadra non rema contro il tecnico, bisogna trovare subito una medicina, ma se la medicina non funziona sarà necessario intervenire ‘chirurgicamente’.
UN PORTAFOGLI DA APRIRE ED ESAMI PER TUTTI – Il Pisa ha di fronte a sé esami veri, scontri diretti importanti, specialmente quelli contro Ascoli e Pescara che hanno cambiato entrambi tecnico, così come l’Entella, tutte e tre dietro al Pisa in classifica. E la società nerazzurra deve cambiare allenatore? Per lo meno dovrà pensare a questa ipotesi. Dispiace dirlo perché la stima nei confronti di D’Angelo è enorme e il lavoro compiuto in questi anni è di valore assoluto. Questi nove giorni però saranno decisivi anche per lui. A prescindere che il Pisa riesca a riprendersi o no, bisogna parlare chiaro: La dirigenza del Pisa adesso deve investire, mettere mano al portafogli, frugarsi, come si dice in gergo. Scegliete voi il termine che più vi aggrada. E comprare giocatori pronti, perché troppi sono quelli sempre alle prese con acciacchi o con problemi di gestione atletica e infortuni vari. Non spendere adesso significherà spendere tantissimo in futuro, se non dovesse essere salvata la categoria, un’ipotesi da non prendere neanche in considerazione. L’unico obiettivo dev’essere quello della salvezza, il resto sono solo voli pindarici.
DOMANDE, SILENZI, PROBLEMI DA RISOLVERE – E se l’anno scorso il Pisa fosse arrivato più su di quello che è il reale valore della squadra? Una domanda alla quale mi sento di rispondere no in parte, perché qualcuno sicuramente ha giocato a un livello superiore l’anno scorso rispetto alle proprie qualità, ma sono convinto che l’intelaiatura della squadra sia di qualità, così come sono convinto che l’impostazione del mercato, a livello concettuale, sia stata giusta. L’unico vero errore che sta pesando come un macigno è stato non completare la rosa in difesa e infatti i nodi sono venuti tutti al pettine. Ad ogni modo, la società dovrà fare anche queste valutazioni e, ci auguriamo inoltre che i dirigenti si facciano sentire anche con la stampa, visto che ieri il silenzio è stato assordante. Serve però anche comunione di intenti. I problemi, se non sono stati individuati, e in questo senso preoccupano le parole di Masucci e del suo “occorre capire” (dopo 9 partite) ripetuto più volte dopo ieri, vanno individuati subito e risolti. E il pubblico si deve stringere attorno alla squadra, come ha sempre fatto nei momenti di difficoltà. Non è impossibile risalire, perché il campionato è ancora lunghissimo e una mentalità negativa e disfattista non ha mai portato risultati. I problemi sono lì, sotto gli occhi di tutti, ora vanno risolti. Ora bisogna salvare questa categoria, un imperativo categorico imprescindibile.