Questa mattina è stata pubblicata dal Tar della Toscana la sentenza che ha annullato la delibera del Consiglio Comunale di Pisa n. 38 del 10 settembre 2019, che negava il permesso a costruire all’associazione islamica, in via del Brennero, una moschea, su terreni già acquistati, dove adesso è stato destinato un parcheggio. La questione non è di facile discernimento, ragion per cui ci siamo presi qualche ora per capire la sentenza che pubblichiamo integralmente all’interno dell’articolo, provando a fare chiarezza su cosa accadrà adesso, anche alla luce delle dichiarazioni di tecnici, maggioranza e opposizioni. Sebbene la sconfitta da parte del Comune di Pisa in merito alla questione moschea sia evidente, risultando fallimentare aver provato, nelle modalità presentate, a “prendere due piccioni con una fava”, cosa succederà realmente con il restyling dell’Arena e la variante? Cerchiamo di scoprirlo insieme.
LA SENTENZA – Il pomo della discordia era l’area di via del Brennero, al tempo già stata acquistata dall’associazione islamica e che avrebbe dovuto essere espropriata, prima della sentenza odierna del Tar. Quei terreni erano infatti stati destinati dal Comune di Pisa a un parcheggio a servizio dell’Arena Garibaldi all’interno della variante urbanistica denominata “Variante Stadio”. Il Tar si è concentrato principalmente su due aspetti, ovvero il diniego del permesso a costruire all’associazione e il tema della destinazione d’uso del terreno, da edificio di culto a parcheggio. Nella dichiarazione del Tar, si legge, nel documento di 14 pagine che pubblichiamo integralmente a questo link: “l’Associazione ricorrente è portatrice dell’interesse alla realizzazione di un edificio di culto, l’unico, nel Comune di Pisa, destinato a soddisfare le necessità di quanti pratichino la religione islamica. Si tratta di un interesse particolare in quanto espressamente considerato dall’art. 8 della Costituzione, e riguardante la pratica di una delle religioni più diffuse al mondo, negli ultimi decenni ampiamente praticata anche in Italia. La deliberazione impugnata, e così gli atti preparatori, non prendono affatto in considerazione tale delicata problematica, trascurandola totalmente”. Da parte del comune si voleva destinare ad altre aree la realizzazione di edifici di culto come la moschea, ma il tribunale non ha accolto la difesa poiché se “l’Associazione ricorrente ha acquisito un terreno sul quale era possibile realizzare un edificio di culto, ha progettato il medesimo e ha avviato il procedimento per ottenere il necessario permesso di costruzione” la deliberazione “non pregiudica definitivamente e in assoluto il diritto dell’Associazione ricorrente di realizzare un luogo di culto, ma rende estremamente difficile la sua soddisfazione, e non si fa carico in alcun modo delle gravi difficoltà provocate”. Politicamente questa sentenza fa mostrare il fianco a critiche da parte dell’amministrazione comunale, che, nel tentativo di prendere ‘due piccioni con una fava’ ha di fatto rallentato la situazione. Il problema non è stato solo questo in realtà, anche perché la delibera del Comune non ha, come si legge dalla sentenza, proposto una alternativa soddisfacente all’associazione islamica, per poter permettere di costruire la moschea. Questo, di fatto, era un timore condiviso anche dal presidente del Pisa Giuseppe Corrado, che in tempi non sospetti, risalenti all’anno scorso, aveva dichiarato: “Avremmo preferito di gran lunga che le due questioni viaggiassero su binari differenti. Temo che la burocrazia ci metta lo zampino per allungare ulteriormente i tempi”. Dopo la sentenza il Pisa non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.
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LA SPIEGAZIONE: COSA SUCCEDERA’ ADESSO? La domanda che affligge tutti i pisani però è: cosa succederà adesso? A rispondere è l’assessore all’urbanistica Massimo Dringoli, che aveva in realtà già risposto su questo tema mesi fa, sostenendo che se anche il Tar avesse dato torto alla variante per sul discorso moschea, allora non ci sarebbero state ripercussioni poiché sarebbe bastato procedere alla riperimetrazione delle aree oggetto del provvedimento, senza alcun contraccolpo per l’iter della ristrutturazione dell’Arena. In sostanza basterebbe dunque ridisegnare il confine d’area di interesse dello stadio, destinando i posti auto altrove. L’intoppo comunque c’è, anche se non sembra essere così grave e potrebbe essere necessario solo un altro breve passaggio in consiglio comunale. Certo, il Comune potrebbe anche fare ricorso al Consiglio di Stato e a quel punto bisognerebbe capire cosa capiterà. Questa è la nostra interpretazione dei fatti, come sostengono dietro le quinte tutti i consiglieri comunali di maggioranza e anche alcuni di minoranza. La questione sarà sviscerata dagli avvocati, anche se altri consiglieri di minoranza sostengono che tutti gli atti portati avanti dall’amministrazione comunale per impedire la costruzione della moschea sono da considerarsi nulli. Compresa la variante. La questione però non può essere presa a cuor leggero e solamente nei prossimi giorni si saprà qualcosa in più.
CONTI – Il sindaco Conti, infatti, in serata ha commentato così: «La sentenza del Tar Toscana che accoglie nel merito il ricorso dell’Associazione Culturale Islamica di Pisa non pregiudica il lavoro fatto per creare le condizioni urbanistiche che consentiranno la riqualificazione dell’Arena Garibaldi. Il progetto stadio va avanti senza problemi». Così il Sindaco di Pisa Michele Conti che prosegue: «Premesso che le motivazioni della sentenza necessitano approfondimenti, preme rilevare che il provvedimento del TAR è riferito in particolare alla delibera di adozione della Variante Stadio e al diniego del permesso a costruire per la Moschea; secondo quanto emerge dalla sentenza, la delibera impugnata (adozione della Variante) non pregiudica definitivamente la soddisfazione dell’interesse della comunità islamica ma pone un rilevante ostacolo e non si fa carico delle difficoltà provocate. La delibera è stata adottata dopo il diniego del permesso a costruire conseguente ad atti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ritenendo che ciò non imponesse la necessità di valutare più dettagliatamente le esigenze della comunità islamica. Il diniego del permesso a costruire è stato infatti adottato all’esito del procedimento della Soprintendenza, le cui motivazioni addotte sono state riconosciute insufficienti dal Tar. Si segnala altresì che la sentenza ha disposto la integrale compensazione delle spese di giudizio, mentre se le difese del Comune di Pisa fossero state ritenute manifestamente infondate o temerarie, vi sarebbe stata non soltanto la condanna alle spese di giudizio, ma anche il pagamento della sanzione pecuniaria prevista dal codice del processo amministrativo. Prendiamo atto della sentenza anche se nelle prossime settimane valuteremo se proseguire con l’impugnazione in Consiglio di Stato». «Confrontandomi con tecnici e legali – conclude il Sindaco – posso comunque confermare la bontà delle nostre convinzioni precedenti all’approvazione definitiva della variante stadio e in attesa di questa sentenza: gli effetti dell’annullamento giurisdizionale non investono l’intera variante bensì soltanto l’area del Centro Culturale Islamico per la quale ritorna in vigore la disciplina urbanistica precedente alla variante in corso di approvazione e il procedimento per il rilascio del permesso di costruire dovrà essere riattivato tenuto conto della esecutività ex lege della sentenza del Tar. Quindi il procedimento per il rilascio del permesso a costruire riparte da capo, il progetto stadio va avanti».
TRAPANI – Dall’opposizione, arriva il commento di Matteo Trapani, capogruppo del PD e consigliere comunale: “Da mesi diciamo che Pisa ha bisogno di uno stadio e che l’aver inserito nella variante l’area del luogo di culto era un azzardo amministrativo (oltre ad una aberrazione costituzionale) per limitare un diritto che avrebbe bloccato anche lo Stadio. Notizia di poco fa che il TAR ha accolto il ricorso. Lo avevamo detto. Ora per provare a prendere qualche voto sono riusciti a incasinare tutto. Dalla lettura delle pagine della sentenza si evince come il Comune abbia agito con irragionevolezza, senza un’attenzione ai presupposti amministrativi, con una carenza di diligenza ed estrema imprudenza, con una manifesta assenza di bilanciamento di interessi. Penso che sarebbe più saggio chiedere scusa a tifosi e cittadini invece che fare dirette fb per le regionali e ritornare quanto prima al voto. Per serietà e coerenza”.
AULETTA – Una vittoria personale anche per il consigliere comunale e capogruppo di “Una Città in Comune” Ciccio Auletta, che chiede anche le dimissioni di sindaco e assessori: “La sentenza annulla l’adozione e quindi la approvazione della variante: si annuncia così anche un danno grave per la città, per il quartiere, per i tifosi che attendevano risposte e che hanno ricevuto invece propaganda e false promesse da parte del sindaco e degli assessori responsabili del procedimento. Conti e la sua maggioranza, in maniera spericolata, hanno investito tutto su questa campagna e l’hanno sonoramente persa, facendo pesare le spese legali del procedimento al TAR sulle case comunali. Insomma, l’islamofobia della Lega e di altre forze della maggioranza diventa un costo per tutta la città. A questo punto la giunta non ha più scuse: compia rapidamente tutti gli atti dovuti per rispettare la sentenza, riconoscendo alla comunità islamica il suo diritto al luogo di culto. Dopodiché, sindaco e assessori si dimettano. Oltre a produrre un danno alla città, hanno agito deliberatamente in violazione della nostra Costituzione: non sono in grado di assolvere ai loro doveri istituzionali”.
FILIPPESCHI – Commenta anche l’ex sindaco di Pisa Marco Filippeschi: “La Sentenza del TAR che annulla tutti gli atti del Comune di ostacolo alla realizzazione del luogo di culto della Comunità Islamica pisana è una totale sconfessione dell’operato del sindaco Conti, della Giunta, di chi ha collaborato a formulare provvedimenti pienamente illegittimi. Conferma invece ciò che più volte anch’io mi ero permesso di rilevare e che hanno dimostrato in sede di giustizia i legali della Comunità. È un colpo durissimo alla credibilità dell’amministrazione della destra a trazione leghista, che avviene all’indomani dell’approvazione della variante-stadio, traballante e condizionata dal sopruso tentato in contrasto alla Costituzione per limitare la libertà di culto di nostri concittadini. Una variante che si è subito dimostrata un inganno contro tante speranze. Conti ha voluto di fare il forte con i deboli, non ha ascoltato chi gli consigliava di stare nei binari della legge, non ha ascoltato neppure le parole sagge e rispettose della Chiesa, pisana e toscana. Difficile ora reggere una sconfitta di portata tanto devastante. Decenza imporrebbe le dimissioni di chi ha fatto errori cosi ingiustificabili, perché la città possa esprimere il giudizio che deve dare su fatti, i più gravi ma non i soli, che minano l’affidabilità del governo del Comune”.